Sagra consulta…
Venerdì 8 Aprile 1835.
1 DUE TURNI DEL SUPREMO TRIBUNALE
Composto degl’Ill.mi e R.mi Giudici
Monsignori SALVO MARIA SAGRETT1 Presidente,
PAOLO PAOLINI,
COSTANTINO BORGIA,
DOMENICO BARTOLINI,
LUIGI FIOR ANI,
GIACOMO GALLO,
GIUSEPPE ARBORIO MELLA,
LORENZO VALENZI,
GIOVANNI MUCCIOLI,
GAETANO DE-RUGGIERO,
PIETRO LASAGNI,
ORAZIO MIGNANELLI,
coli’intervento degl’Illmi signori Avvocati
AGOSTINO PASQUALONT Sostituto di Mon-
signor Fiscale Generale,
PIETRO FRASSINELLI Difensore,
assistendo l’infrascritto Cancelliere;
Si sono adunati nella grande aula del Palazzo Innocenziano
in Montecitorio per giudicare in revisione a forma dell arti-
colo 565 del regolamento organico e di procedura criminale
la causa intitolata:
BOLOGNESE
di Omicidi
CONTRO
Bastelli Pietro, del fu Giuseppe, da Bologna, di anni 35,
vedovo, zolfanaro;
Battistini Gaetano, alias ranocchiaro, del fu Luigi, da Bo-
logna, di anni 24, celibe, birocciaio ;
Brini Cesare, del fu Domenico, da Bologna, di anni 50,
celibe, sartore;
Campagnoli Natale , detto il figlio della Preta , del vivo
Gioachino, di Castel San Pietro, di anni 50, coniugato;
Campagnoli Nicola, detto il figlio della Preta, di Gioachi-
no, da Castel San Pietro, di anni 25, celibe ;
Martelli Bernardo di Gaetano , da Bologna, di anni 25,
coniugato, trafficante;
Martelli Cesare, detto Cagnara, di Gaetano, da Bologna,
di anni 22, celibe, canapino;
Marzocchi Antonio, detto Marzochetto, del fu Michele, da
Bologna, di anni 50, facchino;
Mirandola Giuseppe, detto il Dragone, del fu Antonio, da
Poggio Renatico, di anni 27, celibe, sartore;
Romagnoli Giuseppe, detto Fumino, del fu Pasquale, da Bo-
logna , di anni 54, coniugato con prole, cappellaro;
Sgarzi Andrea, detto lorgnino, di Domenico, da Bologna,
di anni 27, celibe, sellaio.
Sulla quale causa il Secondo Turno di questo Supremo
Tribunale nel dì 8 gennaio 1855 pronunciò la sua Sentenza.
Premesse le solite preci all’Altissimo.
Sentito il rapporto della causa, fatto dall’ III.ino e Rev.mo
Monsignor GIOVANNI MUCCIOLI Giudice Relatore.
Letta la suindicata Sentenza dell’8 gennaio -1855, colla
quale per gli omicidi nelle persone de’ fratelli Antonio Ragaz-
zini e Giuseppe Ragazzini avvenuto in Bologna la sera del 2
settembre 4 848, come colpevoli di detti omicidi con animo
deliberato in conventicola armata e per ispirito di parte fu-
rono condannati a maggioranza di voti alla pena dell’ ultimo
supplizio Cesare Brini, Pietro Bastelli, Antonio Marzocchi, Ber-
nando Martelli, Gaetano Battistini, Andrea Sgarzi, Giuseppe Mi-
randola, Giuseppe Romagnoli, e Natale Campagnoli: alla galera
in vita Nicola Campagnoli, e alla galera per anni dieci Cesare
Martelli.
Viste e ponderate le risultanze processuali.
Visti i verbali dell’udienza del giorno 4, 8 gennaio 4 855.
Udite le conclusioni del signor Avvocato PASQUALONI
Sostituto di Monsignor Fiscale Generale.
Ascoltate le verbali deduzioni defensionali del signor Av-
vocato FRASSINELLI per tutti i suddetti inquisiti.
Ricevuta dal predetto signor Difensore la dichiarazione di
non aver altro ad aggiungere, avendo avuto per ultimo la parola.
Chiusa la discussione, e rimasti soli i Giudici per deliberare
INVOCATO IL NOME SANTISSIMO DI DIO
I due Turni del Supremo Tribunale hanno reso e pronun-
ciato la seguente
SENTENZA
Le grida di ? morte agi’ impiegati ?, che andava met-
tendo per le taverne e per le vie sul declinare dell’agosto 4 848
la sfrenata plebe bolognese, spaventarono talmente i fratelli An-
tonio e Giuseppe Ragazzini, il primo guardia di polizia e l’altro
secondino delle carceri, che si ascosero nella casa dell’ avvocato
Felice Frascari, posta in vicinanza del quartiere di Porta Mag-
giore. Ma ciò non servì a scamparli dall’ eccidio, perchè nel
giorno 2 settembre 4 848, due ore prima dell’Ave Maria, una
turba di popolani armati va alla casa del Frascari, corre al-
l’ altra dei Ragazzini in via Fondazza, pone tutto a soqquadro,
invola indumenti, armi e due orologi d’ argento, ed imperio-
samente chiede alle spaventate mogli de’loro mariti, espri-
mendosi taluno di quella masnada , che se li avessero trovati
avrebbero fatto di loro carni salciccia.
Frattanto i Ragazzini erano riusciti a fuggire per via dei
tetti da casa Frascari e ricovrarsi nella prossima casa Roversi.
Ma quei popolani sitibondi del loro sangue, resi avvertiti, non
si sa da chi, circondano in un punto le case adiacenti, inva-
dono quella del Roversi, frugano per ogni dove, e finalmente
giungono a rinvenire nel fienile le designate loro vittime.
Accorrono le mogli coi pargoletti figli, e colle grida di un
disperato dolore chiedono agi’ inumani pietà pei mariti e pei
padri. Non furono però ascoltate , vennero anzi villanamente
respinte. Tratti quindi i Ragazzini da quei furibondi al vicino
quartiere di Porta Maggiore, sono dopo brevi istanti di là tolti
e trascinati sul prossimo muro della città detto del Piombo e
quivi da più colpi di armi pungenti sono trafitti e resi cadaveri.
Tanto delitto, come gli altri che in quei dì si ripetevano,
eccitava tantosto la pubblica indignazione , che ne chiamava
colpevoli Mauro Bonazzi, Alessandro Maccagnini, Alfonso Mi-
nelli, Pietro Rossi , Francesco Albcroni , Pietro Bastelli , Ber-
nardo Martelli, Giuseppe Mirandola, Federico Bernardi, Niccola
Campagnoli, Natale Campagnoli, Gaetano Vicinelli, Cesare Brini,
Antonio Marzocchi, Gaetano Battistini, Andrea Sgarzi, Giusep-
pe Romagnoli, Giovanni Bernardi, Cesare Martelli, Gaetano Ma-
setti, Francesco Tinti , Vincenzo l’assoni , Vincenzo Cristiani,
Giacomo Marcagnini, Pietro Bernardi, Antonio Sassi, Annibale
Brini e Francesco Veronesi, soggetti tutti di perdute qualità e
rotti ad ogni maniera di delitti, che facevan parte altresì di
quell’ orda di pubblici malfattori, i quali, dopo la fazione avuta
con gli austriaci alla Montagnola, percorrevano a mano arma-
ta, anche di pieno giorno, le vie della popolosa Bologna, met-
tendo a morte quanti erano in voce di più pronunciati per
l’ordine e per attaccamento al legittimo Governo.
Intrapresasi immediatamente la inquisizione, molti degl’im-
putati furono pur menati prigioni, e sostenuti lunga pezza in
carcere. Ma suscitatasi la ribellione , fu per questa sospeso il
corso della giustizia, vennero gli arrestati tolti dal carcere ed
incorporati fra le orde del Garibaldi. Vinta però la predomi-
nante fazione, e ristabilita la pubblica quiete, potè nuovamen-
te ottenersi il fermo degli accusati , tranne quello di Giacomo
Marcagnini, Pietro Bernardi, Antonio Sassi, Annibale Brini e
Francesco Veronesi che si diedero alla contumacia.
Durante la processura cessarono di vivere Mauro Bonazzi, Ales-
sandro Maccagnini, Alfonso Minelli, Pietro Rossi ed Antonio
Alberoni. Ultimata nelle forme legali , fu pronunciato il rela-
tivo giudizio sul conto di tutti i prevenuti 1′ 8 gennaio decorso,
ed oggi si fa luogo , per disposizione di legge , alla revisione
della causa per ciò che riguarda gli accusati Cesare Brini, Pie-
tro Bastelli , Antonio Marzocchi , Bernardo Martelli , Giuseppe
Romagnoli, Gaetano Battistini, Andrea Sgarzi, Giuseppe Miran-
dola, Natale Campagnoli, Niccola Campagnoli, e Cesare Martelli.
Considerando in genere, che se pel terrore che regnava in
Bologna non potè subito procedersi alla legale ricognizione e
sezione dei cadaveri dei fratelli Ragazzini , rimase però piena-
mente provato 1′ eccidio dei medesimi coi rapporti di polizia,
colle querele delle vedove mogli, e col deposto di più testimoni.
Disumati poi i cadaveri col permesso della competente Auto-
rità nel 25 settembre -1848 , ed identificati nei modi legali,
quello di Giuseppe Piagazzini fu trovato affetto da venti ferite
penetranti nelle cavità prodotte da istrumento pungente e ta-
gliente , e quello di Antonio Piagazzini si vide affetto da sei
ferite penetranti come sopra, e prodotte da simile istromento ;
quali ferite i periti fisici giudicarono causa unica ed assoluta
della morte dei nominati individui.
Considerando in linea specifica che tutti i testimoni in-
tesi in processo concordemente assicurano che quelli, i quali
si recarono a fare ricerca dei fratelli Piagazzini nella casa Fra-
scari, nell’altra in via Fondazza ed in quella del Roversi, erano
nel numero di circa venti individui, e tutti appartenenti alla
balla dei popolani armati di Porta Maggiore intenta alla strage
degli amici dell’ ordine , e che tutti insieme indistintamente
diedero opera ad arrestarli e condurli al vicino quartiere , in
prossimità del quale furono poi inumanamente trafitti.
Considerando , che se pel modo con che si praticarono
le ricerche e l’arresto degli uccisi , e per le espressioni che si
proferivano da quei furibondi, riferite da non pochi testimo-
ni ? andiamo a prendere due capponi ? cerchiamo due bir-
ri ? se li troviamo vedrete che bel giuoco faremo ? ne voglia-
mo/are salciccia ?, non può dubitarsi da un lato, che gli
omicidi furono eseguiti con animo deliberato e per precedente
concerto fra gì’ imputati ; rimane stabilito dall’ altro e per la
mancanza di qualunque altra causa, e pel colore politico degli
uccisori e degli uccisi , ed in ragione degli altri delitti onde
quell’ orda si macchiava in quei giorni, e pel concorso infine
di tante circostanze che furono altresì commessi per ispirilo
di parte.
Considerando che Cesare Brini non solo è convinto dalla
incolpazione da una delle vedove dei fratelli Ragazzini e. dai
testimoni di esser concorso nel ricercare e tradurre questi al
vicino quartiere, ma v’ hanno pure due deponenti che ben lo
videro cogli altri farsi sopra ai Ragazzini appena furono tratti
fuori dal quartiere ed uccisi.
Considerando che uguali prove si hanno a carico di Pie-
tro Bastelli, il quale’ fu pur visto fra quelli che presero la prin-
cipal parte nelle ricerche, nell’arresto e nella strage dei nomi-
nati fratelli.
Considerando che Antonio Marzocchi, oltr’ essere imputato
per uno de’ principali autori del delitto dalle dirette incolpa-
zioni delle vedove degli uccisi, si hanno le deposizioni di più
testimoni , i quali sostengono che egli fu quello, che, armato
di lungo coltello, gridava in casa Frascari ? se li troviamo ne
vogliamo fare tanta salciccia ?, che costrinse una delle mogli
a seguirlo alla di lei casa in via Fondazza per ricercare il ma-
rito e il cognato , e che finalmente lo videro fra la masnada
che tradusse i Ragazzini in arresto al quartiere, ponendosi ivi
a guardarli a vista, sinché furono trucidati.
Considerando , che mentre Bernardo Martelli non ha sa-
puto impugnare di aver preso parte attiva nelle ricerche ed
arresto dei Ragazzini , è pur provato dai testimoni che con-
corresse nel consumarne la strage.
Considerando , che Giuseppe Romagnoli ha confessato di
avere cooperato alle ricerche ed arresto dei nominati fratelli ,
ed è da più testimoni stabilito ch’egli, nell’atto delle ricerche,
andava dicendo ? cerchiamo due tedeschi se li troviamo vedrete
cosa gli faremo ?, che nel tradurre poi gli arrestati al quar-
tiere mostrava un feroce tripudio ; che quivi si fece a sorve-
gliarne la custodia, finché fu compiuta la carneficina.
Considerando, che da tutto ciò chiaro ne discende ezian-
dio che la parte diretta, efficace ed attiva presa nel delitto da
ciascuno dei soggetti sopra ricordati, li rende individualmente
colpevoli di una principale responsabilità del medesimo.
Considerando, che se a carico di Gaetano Battistini , An-
drea Sgarzi , Giuseppe Mirandola, Natale Campagnoli, Niccola
Campagnoli e Cesare Martelli si ha il deposto di più testimoni,
i quali assicurano che anch’ essi concorressero nelle ricerche ed
arresto dei Ragazzini, hanno però i medesimi sostenuto, ed è
rimasto in qualche modo verificato, che quindi si separassero
dagli altri , conducendosi alle rispettive abitazioni per non
prender parte alla strage , assicurando di più un testimonio,
in ispecie relativamente al Martelli, che non servirono a trat-
tenerlo neppure i rimproveri che gli faceva il fratello Bernar-
do Martelli, il quale lo tacciava col titolo di carogna.
Visti gli articoli duecentosettantacinque, centotre e tredici
del Regolamento Penale.
Visto e considerato quant’ altro era a vedersi e considerarsi
Il Supremo Tribunale ha dichiarato e dichiara che consta
in genere di omicidi commessi la sera del due settembre mille-
ottocentoquarantotto in Bologna a danno dei fratelli Antonio
e Giuseppe Ragazzini, e che, in ispecie, ne sono convinti col-
pevoli con animo deliberato e per ispirito di parte Cesare Bri-
ni, Pietro Bastelli, Antonio Marzocchi, Bernardo Martelli e Giu-
seppe Romagnoli, per cui, in applicazione degli articoli duecen-
tosettantacinque e centotre dell’editto penale, li ha condannati
e condanna alla pena dell’ ultimo supplizio, da eseguirsi in Bo-
logna, luogo del commesso delitto.
Ha pure dichiarato e dichiara la complicità specifica nel
suddetto titolo di Gaetano Battistini, Andrea Sgarzi, Giuseppe
Mirandola , Natale Campagnoli, Niccola Campagnoli e Cesare
Martelli, ed applicando i suddetti articoli duecentosettantacin-
que e centotre col concorso dell’ articolo tredici dello stesso
editto penale, avuto a calcolo la rispettiva loro colpabilità, ha
condannato e condanna Gaetano Battistini, Andrea Sgarzi,
Giuseppe Mirandola, Natale Campagnoli e Niccola Campagnoli
alla galera in vita, e Cesare Martelli ad anni dieci della stessa
pena, da espiarsi e decorrere a forma di legge. Ha inoltre con-
dannato e condanna tutti i sunnominati individui all’ emenda
de’ danni, da liquidarsi da chi di ragione, a favore degli eredi
degli uccisi Ragazzini, ed al rimborso delle spese processuali ed
alimentarie a favore del Governo, da tassarsi a forma di legge.
SALVO MARIA SAGRETTI Presidente.
PAOLO PAOLINI.
COSTANTINO BORGIA.
DOMENICO BARTOLINI.
LUIGI FIORAINI.
GIACOMO GALLO.
GIUSEPPE ARBORIO MELLA.
LORENZO VALENZE
GIOVANNI MUCCIOLI.
1 GAETANO DE-RUGGERO.
PIETRO LASAGNE
ORAZIO MIGNANELLI.
L. f S.
R. CASTELLI Cancelliere.
Per copia conforme salvo ecc.
Il Cancelliere ? R. CASTELLI.
GOVERNO PONTIFICIO.
Bologna. Oggi ventiquattro (24) luglio -1855
ore otto e mezzo pomeridiane.
Io sottoscritto Cursore addetto ai Tribunali di questa città
mi sono trasferito nelle carceri dell’ Abbadia , e fatti quivi se-
paratamente tradurre avanti di me i condannati Cesare Brini,
Gaetano Marzocchi, Bernardo Martelli e Giuseppe Piomagnoli,
avendo cessato di vivere in carcere il quinto condannato a
morte Pietro Bastelli nel giorno 25 maggio prossimo passato,
ho letto ed intimato a ciascuno dei quattro summenzionati la
Sentenza proferita dai due Turni del Supremo Tribunale della
Sacra Consulta il giorno 8 aprile dell’ andante anno 855.
Enrico Gitti Cursore Pontificio.
Bologna. Oggi venticinque (25) luglio -1855.
Riferisco io Cursore sottoscritto che alle ore sei antimeri-
diane di questa mattina nel locale solito fra Porta S. Felice e
quella delle Lamme, mediante decapitazione, è stata data esecu-
zione alla surriportata Sentenza nelle persone di Cesare Brini,
Antonio Marzocchi , Bernardo Martelli e Giuseppe Romagnoli.
In fede ecc.
Enrico Gitti Cursore Pontificio.
Bologna. Tipografia Governativa alla Volpe.