22. D. Sagra consulta
22. D.
SAG1IA CONSULTA
Martedì IT Febbraio 185-:.
I DUE TURISI
DEL SUPREMO TRIBUNALE
Composti degl’Illmi e Rmi Giudici
Monsignori ANTONIO MATTEUCCI Segreta,
e Presidente
BARTOLOMEO PACCA
AUGUSTO NEGBONI
SALVO MARIA SAGRETTI
COSTANTINO BORGIA
CRLO CRISTOFORO
SALVATORE VITELLESCH1
ANTONIO Si BILIA
DOMENICO BARTOLINI
LUIGI FIORANI
TERENZIO CARLE ITI
GIUSEPPE ARBORIO MELLA
Coll’intervento di Monsig. Ilhno
PIETRO BKSYEMGT! Procuratore Ge-
nerale del Fisco, e di-Ila 11. C. A.
E degli lllritì Sigg. Avvolti
Stefano Bruni )
Pi,!, , ! Ih i Difensori di officio
Assistendo l’inTrascritto Cancelliere
Si sono adunati india sala del palazzo Innor.cn-
SonèVu .,” “?, V
^SÌ.c,lipr0iC<,u,atrimi,>;’lelacilu”
ANCONA. ;
Di due Omicidj
Biasini Antonio , del fu Pasquale , di anni
in Ancona, costituitosi in carcere ii Ut .so-
sto 1849
Galea-m Giovanni, del vivo Ciriaco, di an-
ni 27. ammogliato con prole , nato e do-
miciliato in Ancona arrestato li 7 Ago-
sto 4849.
Gigli Alessandro, del vivo Andrea, di anni
30. nato e domiciliato in Ancona, libero di
Stato, di mestiere sartore, carceralo li 2S.
Luglio 1849.
Rocchi Vincenzo , sopracchiamato il Moro,
figlio del fu Pasquale , di anni 29. coniu-
gato con prole, nato e domicilialo in An-
cona, di professione cuoco carcerato li 13
Novembre 4849.
Sulla quale causa il Secondo turno di questo
Supremo Tribunale nel dì 8 Gennaro 1852
pronunciò la sua Sentenza.
Premesse le solite preci all’Altissimo.
Sentito il rapporto della causa fatto dall’lllmo
e Rimo Mons. Luigi Fiorani giud. relatore.
Letto il verbale di udienza del 7 ed 8 Gen-
Letta la >uìimirata Sentenza dell’S Gennaio 1*52
con la quale.
Per l’omicidio in persona di Michele Baldelli
avvenuto in Ancona nella notte del 15 Feb-
braro 1849 Alessandro Gigli , e Vincenzo
Rocchi, come convinti colpevoli di detto
omicidio in qualità di correi con preceden-
te condotto e per ispirito di parte in appli-
cazione degli Art. 275 e 4 03 « dell’ Editto
penale a maggioranza di voti furono con-
dannati alla pena dell’ultimo supplizio.
Per l’omicidio in persona di Girolamo Mari,
detto Mongenico, marinaro sardo , avvenu-
to in Ancona nella seca del 3 Aprile 1849
AnIonio Biagini, e Giovanni Galeazzi come
convinti colpevoli di detto omicidio in qua
lità di correi con egual dolo e per ispirito
di parie in applicazione degli Art. 275 e 103
dell’Editto penale a maggioranza di voli fu-
rono condannali alla pena dell’ ultimo sup-
Viste e ponderate ie risultanze processuali.
Udite le conclusioni fiscali di Molisi;;. Unno
Sentite le verbali deduzioni defemimìi del
Si;.’. Avv. Stefano i’roni per Vincenzo Hoc-
chi; ilei Si’;. Avv. Pieìro S-Yasinelli perGio-
vanni Gvi-azi ; e dd Si-. Avv Giovami
dro Gigli; quali difensori ebbero in ultimo
la parola.
Ricevuta quindi dai medesimi difensori la di-
chiarazione di non avere altro da aggiungere.
per deliberare.
Considerando che l’orni, idio in persona di Mi-
chele Baldelli è piovalo in genere dalla
Chirurgica relazione dei 16 Febbraio, colla
quale si annunciava che era stato curato di
una ferita nella regione, ombelicale destra
penetrante in cavità, e di grave pericolo ;
dall’ ulterior referto siili’avvenuta morte e
dalla sezione cadaverica , in cui si rilevò
che la ferita per aver leso gli entrostanli vi-
sceri, fu causa unica ed immediata della
morte del Baldelli.
Considerando in specie, che da più tesiimoni
postati tre individui sconosciuli uno dei qua-
li all’appressarsi del Baldelli stesso Io inve-
stì con colpo di stilo, allontanandosi poi im-
Cousiiieràndo che’ ìì’tr’i’d .e tèsti noni benvid-
dero e riconobbero al lume dei lampioni che
li Ire individui che stavano in appostamen-
to, ciano il Montanari, il Gigli, ed il Hoc-
chi , e che udite poco appresso le grida di
lamento di persona offesa , viddero i mede-
simi uniti retrocedere dalla piazza di San
Francesco, ove il delitto erasi allora con-
sumato.
Considerando esser dedotto da due tesiimoni,
messo l’omicidio, e che avessi: a compagni
gli inquisiti Racchi e Gigli. _
^ilu /. ho i in iM.t i ». ¦’ circa il
giorno e l’ora del delitto.
Considerando che nel precedente appostamen-
to, e per l’associazione degli accusati nell’at-
to del delitto, non può dubitarsi che que-
sto non avvenisse per loro volontà e deli-
berazione, per cui ne sono tutti indistinta-
mente responsabili.
Considerando esser manifesto che il Baldelli
per la sua devozione al Pontificio Governo
l’osse odialo dalla lega sanguinaria di Anco-
na , cui appartenevano gli imputati, il che
porla a ritenere che l’omicidio scalasse per
spirito di parte.
Visti gli Art. 275 e 103 del Regolamento
Visto e considerato quant’altio era a vedersi e
considerarsi.
Il Supremo Tribunale ha dichiaralo e dichiara
constare in genere di omicidio commesso in
Ancona nella notte del 15 Febbraro 1849.
a danno del Cavalier Michele Baldelli Ispet-
tore di Finanze , ed esserne in specie con-
vinti colpevoli con animo deliberato e per
ispirilo di parte Alessandro Gigli , e Vin-
cenzo Rocchi, maggiori di età, ed in appli-
cazione degli Art. 275 e 103 dell’Editto pe-
nale ha condannato e condanna gli anzidet-
ti Gigli e Rocchi alla pena di morte , al-
l’emenda dei danni verso gli eredi dell’ucci ?
so, ed al pagamento delle spese processuali
ed alimentarie da liquidarsi da chi di ra-
gione, ed a senso di legge : ha poi ordi-
nalo ed ordina , che si proceda a forma
di legge contro il contumace Giacomo Mon-
tanari.
TITOLO IL
Di omicidio in persona del Marinajo sardo
Girolamo Mari, detto Mongenico.
IL NOME SANTISSIMO DI DIO
I due turni del Supremo Tribunale hanno reso
e pronunciato la seguente.
SENTENZA
TITOLO I.
Di omei.ìio in persona del Cavalier Michele
Baldelli.
Trovavasi in Ancona quale Ispettore delle Do-
gane i! Cavaliir Michele Baldelli, uomo a
lutti noto pel suo deciso attaccamento al
Pontificio Governo. Al manifestarsi i politici
tlisord ni, tu egli fatto segno di odio della
fazione, la quale a saziare la propria ambi-
zione ed i privali interessi perseguitava gli
onesti, ed ingannava gli incauti.
Fu per questo else la sera del 4 5 Febbraro 4 849>
nel sortir circa le ore dieci pomeridiane dall
Teatro, ove era stato a diporto , seguita
dal suo servo dirigevasi alla propria abita-
zione; ma presso la piazza di San Francesco)
venne da un sicario aggredito, il quale vi-
bratogli un colpo di stilo nel basso ventre,
gli cagionò mortale ferita, e per questa nel
seguente giorno cessò di vivere.
Non tardò la pubblica voce ad incolpare del
delitto il contumace Giacomo Montanari ,
chiamato per la sua ferocia la Jena , non
che Vincenzo Rocchi, ed Alessandro Gigli ,
caduti in potere della giustizia.
La (lotta sarda , ancorata nelle acque di An-
cona , fu ben accetta ai faziosi,’finché mo-
slrosd inclinevole a fivorire le innovazioni
politiche. Ma fu presto aborrita , quando
proclamatasi la repubblica , si astenne non
s lo dal pivi der parie in sostegno della me-
desima , ma mostrossi decisa di abbandonar
quella rada, e far ritorno nelle acque di
Fu allora che incominciarono ad aver luogo
risse Irà repubblicani , e piemontesi , in-
giurie agli ufficiali e soldati ,’ anzi si al-
lentò perfino alla vita dello stesso Ammira-
glio e n esplosione d’arma da fuoco.
La sera ilei Ire Aprile (8′.9 girovagava per
Ancona , allegro per vino bevuto , il Mari-
naio saedo Girolamo Viari sopracchiamato
Monsonico , addetto al servizio del vapore
il Castore. Giunto in prossimità della bot-
tega del nato Fortunato Gabrielli, è vilmen-
te’ aggredito da Antonio Biagini, e Giovan-
ni Galeazzi commessi della polizia di quel
tempo, e trafitto da due colpi di armi diverse,
èrcsoimmcdialaincnle cadavere.
Considerando che consta in genere dell’ omi-
cidio da Uà ricognizione , e sezione del ca-
davere di Girolamo Mari, il quale si trovò
afelio di due ferite prodotte da due nife-
sotto la mammella destra, e l’altra nella re-
gione sinistra dell’addome, quali per aver
leso gl’intestini e vasi interessanti la vita ,
furono giudicate necessariamente mortali.
Considerando che dalle deposizioni di molli
testimoni è luminosamente provato che i
soli Giovanni Galeazzi, ed Antonio Biagini
si trovavano uniti nei luogo del delitto ,
quando transitando il Mari fu aggredito ,
ed ucciso.
Considerando che a fronte di questa prova ,
vollero gl’inquisìti impugnare la loro unione
e presenza sul luogo, sostenendo che si videro
soltanto quando si recarono a piantonare il
cadavere, senza però poter dare alcuna prova
a sostegno dei loro detti.
Considerando che mentre un testimonio vide
un individuo, che descrive congruentemen-
te al Biagini farsi alla vita del Mari, e udì
esclamare questo Oh Dio, Oh Dio ? Altro
testimonio immediatamente sopragiunto ben
vide’ e riconobbe il Biagini star poco lungi
dal cadavere presso il caffè dei viaggiatori,
tenendo sotto il braccio quel bastone entro
cui istava uno stile, e che ordinariamente
portava , ed essere in atteggiamento talmen-
te sospetto, che il testimonio istesso si espres-
se « giurerei che il Biagini è sialo l’uccisore
del Marina/o. «
Considerando esser pur stabilito da deposizio
ni testimoniali, che il Galeazzi nell’atto che
il ferito Mari andava barcolando e cadde ,
si fece ad inseguire con arme alla mano un
incognito ragazzo, che dìriggevasi a quella
volta, affinchè questi non fosse spettatore
dell’eccidio. Ond’è che se ancor questi non
avesse avuto parte nella uccisione del Mon-
genico non si sarebbe per certo data la pena
di cacciare da quel luogo e coli’ arme alla
mano l’incognito ragazzo. A ciò si aggiunga
che furono due diversi istrumcnti, i quali
ROMA 1852 – NELLA TIPOGRAFIA DELLA REV. CAM. APOSTOLICA
ferirono il detto Mongenico. Nel luogo del
delitto amivi i sali Biasini eGale.a,-.zi, don-
( :;/:;: ti:;,;;;;;;;;;;;”;;-…..2
‘”soprani ùnti Tcnrabiiìleri” pe,'”-aaàtònare’iì
vasi unito al Galeazzi, ironicamente si fece
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messo deliberatamente e per spirito di parte,
giacché è incontroverso che il Mari ninna
“¦Jinna^c ninna o….. , ¦ igl’ffiqui
Vii”1 ‘«’è Art.’275 e 103 del regolamento penale.
ra/èi.eW, uè n”te|, r ¦ ‘n ‘ i., è’idio com-
messo la sera del 3 Aprila 1849 in persona
di (Vii-damo Mari, detto .Mongenico, Marina-
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dTgTi’ articoli 275°e’ èènale ìèà
dall’Udienza di INostjio Signore