22. C. Sagra consulta
22. C.
SAGRA CONSULTA
Martedì 17 Febbraio 1852.
I DUE TURNI
DEL SUPREMO TRIRUNALE
Composti dcgl’Ulmi e Rmi Giudici
Monsignori ANTONIO MATTEUCCI Segretario
e Presidente
BARTOLOMEO PACCA
AUGUSTO NEGRONI
SALVO MARIA SAGRETTI
COSTANTINO BORGIA
CARLO CRISTOFAUI
SALVATORE V1TELLESCHI
ANTONIO SIBILIA.
DOMENICO BARTOLINI
LUIGI FIORAN1
TERENZIO CARLETTI
GIUSEPPE ARBORIO MELLA
Coll’intervento deglTllmo Sig. Avvocalo
AGOSTINO PASQUALONI, Sostitu-
to di Monsig. Fiscale generale.
E degli Illriiì Signori Avvocati
Stefano Bruni )
Pietro Frassinelli) Difensori di Officio
Giovanni Sinistri)
Assistendo l’infrascritto Cancelliere
Si sono adunati nella solita Sala del Palazzo
Innocenzo tu» in ìhmiecitorio per giudicare
in Revisione a forma dell’Art. 565 del Reg.
Organico e di Procedura Criminale la Causa
intitolata
A N C O N A.
DI
Omicidio
DI GIOVANNI PAPONl
Carelli Luigi, detto il Greco, del fu Giambat-
tista, di anni 36 coniugato con prole, nato
e domiciliato in Ancona, Sensale di Vetture,
costituendosi spontaneamente in carcere li
9 Agosto 1849.
Ciondolanti Pietro mi vivo Domenico, di an-
ni 29 libero di slato, nato in Loreto, e do-
miciliato in Ancona, disoccupato, arrestato
in Livorno nell’Agosto 1849.
Galeazzi Giovanni, del vivente Ciriaco di an-
ni 27 conjugato con prole, nato e domici-
liato in Ancona, Sarto, arrestato li 7 Ago-
sto 1849.
Sulla quale causa il Secondo Turno di questo
Supremo Tribunale nel di 4 7 Decembre4 851
pronunciò la sua Sentenza.
Premesse le solite preci all’Altissimo.
Sentito il rapporto della Causa fatto dall’Illmo
e Rmo Monsig. Fiorani, Giudice relatore.
Letti i Verbali nell’Udienza del 25. 26. 27.
28 Novembre, e 47 decembre 4854.
Letta la suindicata Sentenza del 47 deccm-
bre 4 834 con la quale per l’Omicidio in per-
sona di Giovanni Paponi, avvenuto in An-
cona nel dì 24 Febbraro 1849 Luigi Carel-
li, Pietro Cioccolanti, e Giovanni Galeazzi
come convinti colpevoli di detto Omicidio
in qualità di correi con egual dolo, e per
ispirilo di parte in applicazione dell’Art. 275
e 403 dell’Editto penale a maggioranza di
voti furono condannati alla pena dell’ultimo
supplizio.
Viste e ponderate le risultanze processuali.
Udite le conclusioni fiscali del signor Avvocato
Agostino Pasqualoni.
Ascoltate le verbali deduzioni defensionali del
sig. Avvocato Stefano Bruni per Pietro Cioc-
colanti; del sig. Avvocato Pietro Frassinelli
per Giovanni Galeazzi, e del sig. Avvocato
Giovanni Sinistri per Luigi Carelli , quali
difensori ebbero in ultimo la parola.
Ricevuta quindi dai medesimi difensori la di-
chiarazione di non aver altro da aggiun-
gere.
Chiusa la discussione, e rimasti soli i giudici
per deliberare;
IL NOME SANTISSIMO DI DIO
I (lue Turni del Supremo Tribunale hanno
reso e pronuncialo la seguente
SENTENZA
Luigi Carelli, detto il Grego, la sera del 24 Feb-
braro 4849 sulPun’ora e mezza di notte si
appensò d’innalzare in Ancona e precisa-
mente fuori di Porta Calamo un albero, qual
simbolo di libertà.
Commise a varj operai di scavarne la fossa, e
a tal lavoro indusse anche Giovanni Gatti
e Giovanni Paponi. Mentre si dava mano
all’opera il Carelli si reca con Giovanni Ga-
leazzi, Pietro Cioccolanti, ed il contumace
Leopoldo Pulini nella vicina Osteria di Agata
Beresina, ove già avevano fatto imbandire
una cena. Quando furono satolli, incomin-
ciarono a fare strepito, e a mandare grida
da forsennati.
Caterina Rossi, che teneva infermo il marito
abitando in una sottoposta stanza, non potè
fare a meno di rimproverare a Beresina quel
bagordo. Ha luogo pertanto fra le due don-
ne un alterco, che cessa ben presto. Allora
come furibondi partono dall’Osteria il Ca-
relli e i compagni. Si precipitano su quelli,
che per loro ordine scavavano la fossa. Con
voce imperiosa dice il Pulini a ciascuno di
essi « alza la faccia » e ciò per fare raffi-
gurare la vittima, ch’erasi deliberato d’im-
molare. Venuto al Gatti , questi rispon-
de « presente Gatti ». Ma il Galeazzi ,
eh’ era alle spalle del Gatti esplose contro
questi un colpo di pistola, e leggiermente
l’offende.
Il Gatti si diede allora a precipitosa fuga. Ma il
Paponi è ferito da colpo di stilo, e dopo aver
invocato un ajuto , stramazza in terra , e
Considerando che in genere si prova il cona-
to d’omicidio a danno di Giovanili Gatti dal
deposto di più testimonj, che udirono una
esplosione d’arma da fuoco, videro il Gatti
darsi alla fuga, ed osservarono quindi una
affiaratura negli indumenti, ed una sempli-
ce scottatura sotto la scapola sinistra.
Considerando che egualmente è provato in ge-
nere l’omicidio in persona di Giovanni Pa-
poni dalla giudiziale ricognizione e sezione
del cadavere, che si rinvenne affetto di una
ferita di figura triangolare neiP ipocondrio
sinistro, che penetrando in cavità, ed aven-
do leso la vena cava ascendente, il colon
trasverso e lo stomaco produsse un abbon-
dante stravaso di materie fecali e di san-
gue e fu causa unica ed assoluta della
morte.
Considerando in specie che gli stessi inquisi-
ti Carelli, Cioccolanti e Galeazzi hanno am-
messo di essersi trovati uniti al Pulini nel-
l’Osteria di Beresina in quella sera del de-
litto , e di esserne usciti, cessato appe-
na il diverbio fra la stessa Beresina e la
Considerando che da più testimoni pienamen-
te contesti è provato, che i medesimi inqui-
siti appena usciti da detta Osteria, si av-
ventassero subito contro quelli, che scava-
vano la fossa, dicendo a ciascuno « alza la
faccia ».
Considerando che dalla diretta incolpazione di
Giovanni Gatti si ha, che il Pulini, messo
si fra i lavoranti, gridava ad ognuno «al-
za, la faccia » Ma nell’ atto in cui rispon-
deva Gatti « presente Gatti » il Carelli, il
Cioccolanti, e il Galeazzi gli si posero alle
spalle, e voltatosi, vide il Galeazzi imbran-
dire una pistola ed esploderla contro di lui,
per cui si diede a fuggire precipitosamente.
Considerando, che sebbene non possa precisar-
si chi fosse fra gli inquisiti il materiale fe-
ritore di Giovanni Paponi, certo è però, per
la fede di più testimoni, che dopo offeso il
Gatti, tutti i predetti inquisiti si facessero
sopra il Paponi, e che in allora egli subito
rimase ferito, per cui inutilmente si cerche-
rebbe altrove ed in altri individui gli auto-
ri di detto omicidio.
Considerando che il processuale incarto abba-
stanza prova, che gli accusati appartenesse-
ro alla lega sanguinaria, la quale in tempo
dell’Anarchia sparse in Ancona il terrore e
lo spavento coi frequenti delitti di sangue.
Considerando che il Gatti e il Paponi erano
in odio alla lega sanguinaria , perchè affe-
zionati al Pontificio governo, per cui veni-
vano molleggiati col nome di brigante, spia.
centurione.
Considerando che per questo motivo appunto
si attentò altra volta alla vita del Gatti, es-
sendo provato col deposto di molti testimo-
ni, che anche nel primo giorno di Quare-
sima del 1849. l’osse aggredito dal Galeazzi
e Cioccolanti , uniti al contumace Odoardo
Serafini, fatto che il Cioccolanti e Galeazzi
non seppero impugnare.
Considerando, che non per impeto di passio-
ne, ma deliberatamente si attentò alla vita
del Gatti, e si volle il sagrificio del Papo-
ni. Difatli né all’uno, né all’altro poteva ad-
debitarsi quell’alterco e quello strepito, che
seguì fra la Beresina e la Rossi. Professan-
do però gli aggrediti principii diversi da
, quelli dei sanguinarti , era ciò per costoro
causa sufficiente per designarli alla strage.
E poi manifesto, che erasi di già stabilita la
uccisione del Paponi e del Gatti, se si ri-
flette , che gli inquisiti non si sci
alla rinfusa sugli operai, ma a ben raffigu-
rare le designate vittime, atteso il bujo del-
la notte, imposero a ciascuno di alzar la fac-
cia, e mentre ogn’altro lasciarono illeso, co-
nosciuti appena il Gatti e il Paponi, su que-
sti soltanto si scagliarono per sfogare la lo-
ro sete di sangue.
Considerando che sebbene nel caso si abbiano
due delitti, di conato cioè di Omicidio a dan-
no del Gatti, e di omicidio in persona del
Paponi, pure per esser mossi da cieca stes-
sa causa, e per essere stati contestualmente
consumati, si ritiene il minor delitto com-
penetrato nel delitto maggiore.
Visti gli Art. 275. e 403. del reg. penale.
Visio e considerato quant’altro era a vedersi e
considerarsi.
Il Supremo Tribunale ha dichiarato e dichia-
ra, che consta in genere di Omicidio com-
messo la sera del 24 febbrajo 1849 in per-
sona di Giovanni Paponi, e che in specie
ne sono convinti colpevoli con animo deli-
berato e per ispirilo di parte Pietro Ciocco-
lanti, Giovanni Galeazzi, e Luigi Carelli det-
to il Grego, tutti maggiori di età, ed in ap-
plicazione degli Art. 275 e 403 dell’Editto
penale ha condannato e condanna i predet-
ti Pietro Cioccolanti, Giovanni Galeazzi, e
Luigi Carelli alla pena di morte, all’ammen-
da de’danni verso gli Eredi dell’ ucciso, ed
al pagamento delle spese processuali ed ali-
mentarie a favore del pubblico Erario , da
liquidarsi si gli uni, che le altre da chi di-
ragione ed a senso di legge : ha poi ordina-
to ed ordina , che si proceda a forma di
legge contro il contumace Leopoldo Pulini.
Monsignori A. MATTEUCCI Presidente
B. PACCA
A. NEGRON1
S, MARIA SAGRETTI
C. BORGIA
C. CRISTOFAUI
S. VITELLESCHI
A. SIBILIA
D. BARTOLINI
L. FIORANI
T. CARLETTI
G. ARBORIO MELLA
r. castelli Cancelliere
Il Santo Padre per grazia speciale si è degnata
commutare a Luigi Carelli la pena dell’ ultimo
supplizio, cui è stato condannato per l’Omici-
dio in persona di Giovanni Paponi, nella ga-
lera in vita.
ROMA 1852. ?NELLA TIPOGRAFIA BELLA REV. CAM. APOSTOLICA
Dall’ Udienza di Nostro Signore
del 3 Asosto 1852.
/( Segretario della Sagra Consulta
A. MATTEUCCI