Gregorio XVI alli suoi dilettissimi sudditi

GREGORIO XVI
ALLI SUOI DILETTISSIMI SUDDITI
Chiamati dalla Divina Providenza ad onta della Nostra
tenuità al Sommo Pontificato, ed al Governo di quegli Stati, che ne formano il patrimonio ., dilatiamo solleciti sopra essi il
Nostro cuore , acciò apprendano subito da quali sentimenti
fummo per loro penetrati fin dal momento ., che eù di Noi si
dispiegò la volontà di Quello , nelle cui mani sono le sorti
degli uomini. Posti ad essere per essi, più che Principe ,
Padre amorosissimo, viscere di Padre rivestimmo, che solo
al bene aspira de1 figli suoi, e solo per questi occupa le sol-
lecitudini sue. Fatti tutto a tutti, volgemmo all’istante i’No-
stri pensieri alle varie classi di quelli, che DIO Ci diede
per figli, e neh” amarezza del Nostro spirito vedemmo il ri-
sultato infelice di quelle circostanze , che in tante guise ovun-
que portarono la indigenza , e il disordine.
Accorsero bau essi provvidamente i Nostri Gloriosi Prede-»
«cessoci.di sempre cara memoria , e tutti misero in opera i mez-
“zì, che la vastità delle loro vedute , e la paterna loro tenerezza
pel Popolo poterono suggerire all’ animo loro benefico. Persua-
si non pertanto , che ulteriori provvidenze sieno tuttora neces-
sarie pel sollievo de’ Sudditi , dì queste Ci siamo occupati, e
Ci occuperemo incessantemente , sebbene le moltiplici cure ,
alle quali Ci chiama il Governo della Chiesa , formino alla
Nostra mente un complesso di tanti altri, e tanto più gra-
vi pensieri. Sa IDDIO , se biella ristrettezza delle nostre
risorse , e nella moltitudine d’infauste v-icende , che m~
che più le esauriscono , tutto Ci proponiamo di eseguire ,
¦acciò non per le sole benedizioni del Cielo, ma per la pin*?
pedine della terra eziandio lieti vivano nell’ombra della pa-
ce j e nella quiete abbondevole quelli, che DIO Ci affidò.
Sono pur queste le idee , che ;abbiamo già manifestate , que-
ste le istruzioni emesse , queste le misure raccomandate
a chi dee esserne per li rispettivi incarichi l’esecutore,
acciò esperimenti ognuno , ,e quelli in ispecie, che la Pro-
videnza pose nello stato d’indigenti , quanto il novello lor
Padre vegli .sollecito a minorarne, per quanto sia possibi-
le , i Misogini.
Ma quando appunto Ci occupavamo nel dolce pensiero
di consolare i Nostri Figli, quando determinavamo i mezzi
per affrettare ciò in effetto, annunzj tristissimi Ci sono
giunti dì sconvolgimenti funesti accaduti in alcune Provin-
cie de’ Nostri Stati. Forti però in quell’ ajuto , che porta
fermezza fra le angustie , Ci umiliammo sotto la mano potente
del Signore, in considerando, che erano segnati cosi infausta-
mente i primi momenti del Nostro Pontificato 9 anzi il giorno
stesso riserbato ad onorare nella Nostra miseria con solennità
di auguste ceremonie la Dignità del Principe degli Apostoli,
che anche nell’ Erede indegno non manca . Ma in tanta
agitazione il pensiere Ci conforta , che il Padre Divino, che
vivifica ., e mortifica per que’ consigli, che sono imperscru-
tabili nella corta vista degli Uomini , sa altresì con tratti
amorevoli di Sua Misericordia sollevare i servi suoi dal profon-
do , in cui prima li ridusse, non permettendo , che supe-
riori alle forze ne siano le tribolazioni.
Egli è in questi sentimenti , che parliamo anche a quel-
li, che se incauti si allontanarono dal nostro seno , non ces-
sarono per ciò , né cessano di esser cari a chi per essi conser-
va spirito di carità, e di misericordia. Sicuri Noi , che il non
conoscere eglino di aver già riacquistato un Padre , che la
mancanza supplisse di chi piansero estinto , rese loro meno
mostruoio il traviamento, al quale si abbandonarono , indiriz –
ziamo ad essi assicurazioni di pietà, e di perdono, quali si
convengono adii sa di essere Vicario di un DIO fatto uomo ,
il quale gloriossi, quasi di particolare sua prerogativa , di essere
mite ed umile di cuore. Riflettano quegl’ infelici quale ferita
aprirono nel seno del tenero loro Padre, quale tranquillità per-
dettero , quali pericoli incontrano, e al paragone cruccioso
dello stato di disordine , e d* inquietezza, nel quale si get-
tano , piangano nella sincerità del cuore l’allontanamento dalle
acque vive per formarsi cisterne dissipate, Non avendo che
hrame pacifiche , e conciliative , non cercando , che il bene
di chi avremo sempre per Figli, apriamo fin d’adesso su di
essi le viscere di amorevolezza ^ mansuetudine, e indulgen-
za , troppo amareggiandoci il pensiere soltanto di poter tro-
varci nella necessità di ricorrere a misure di rigore , mentre
anzi fermi siamo nel proposito di estendere a que’ Luoghi
deipari, che al resto de’nostri Dominj , provvidenze di be-
neficenza e dì prosperità.
Ascolti il Padre delle Misericordie le umili Nostre
preghiere , che fatti mediatori tra Esso e il Popolo sollevia-
mo ferventi, perchè dissipato ogni errore , dileguata ogni
avversa machinazione , sia l’amor della Religione, la som-
missione, la concordia quello spirito, che animi tutti i No-
stri Sudditi, come quello di farli contenti è il voto , che
regola Noi nella effusione del cuore, colla quale imparten-
do a tutti l’Apostolica Benedizione su tutti imploriamo la
pienezza delle celesti consolazioni.
Datum Romae apud S. Petrum die IX. Februarii
MDCCCXXXI, Pontificatus Nostri anno I.
GREGORIUS PP. XVI.
ROMA i83i. Nella Stamperia della Reverenda Camera Apostolica.

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Estremi cronologici: 1831 febbraio 09
Segnatura definitiva: MRI1180
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 60X42 cm
Colore: bianco e nero
Immagine: stemma
Autore: Gregorio XVI, papa
Tipografo (ente): Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, Roma
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione. Nota manoscritta sul recto del manifesto: Pubblicato in Bologna li 22 Marzo 1831. Si possiede una seconda copia con collocazione 1193.
Descrizione del contenuto: Incipit: Chiamati dalla Divina Providenza ad onta della Nostra tenuità al Sommo Pontificato, ed al Governo di quegli Stati, che ne formano il patrimonio...
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