I cinque pretendenti

I CINQUE PRETENDENTI
Nel cinque corrente, cinque misteriosi individui di cinque diversi partiti si riunivano alle ore cinque pomeridiane in una sala misteriosa di un misterioso palazzo del vecchio Parigi.
La loro riunione era un mistero ? I loro volti erano composti ad una grave serietà , con serietà
camminavano, seriamente gestivano , seriamente si fermavano, seriamente si guardavano ? era un mistero.
Uno dei cinque cominciò a sospirare, un altro sospirò, tutti e cinque sospirarono ? 11 sospirare
dei cinque personaggi era il preludio delle loro parole. Eppure non parlarono ancora ; forse cominciavano
a intendersi.
Dopo un’ ora che camminavano , si guardavano , e sospiravano ; giunsero i cinque del mistero ad
un angolo della sala, dove si trovava una statua coperta il capo da un galante berrettino frigio.
Questa statua come per magia si muoveva , e parlava ; ma i cinque individui non avevano visto né
sentito, tanto erano immersi nei loro pensieri.
Una volta però che si trovarono davanti alla statua che gestiva , e discorreva , si guardarono meglio
in viso , fecero un cerchio, e tutti e cinque dissero in un tempo medesimo: ma quella figura parla e si
muove ; che vuole da noi ?.. . . E la statua rispose : da gran tempo vi aspettava qui da me; vJ ho anco-
ra chiamato ; ma nessuno di voi ed altri mi udiva ? Or bene , sappiate che io vi conosco …. voi sie-
te cinque pretendenti ! !
I cinque rimasero di sasso ? si vergognavano di loro stessi. Ma presto si riebbero , perchè tutti e-
rano coraggiosi ? Uno dei cinque cominciò ” io sono Bonaparte, e pretendo ~? Un altro soggiunse, io
sono Cavaignac, e pretendeva ?Un altro riprese, io sono Luigi Filippo, e prelesi ? Poi un altro, io
sono Lamartine, ed aveva preteso ? E poi un altro , io sono Enrico V e pretenderò.
La statua a quelle cinque pretensioni presenti passate e future dei cinque pretendenti rise sardonica-
mente per un istante, e poi rispose ?? Ah ! voi pretendete, avete preteso, e pretenderete! … Sta bene,
e intanto così dicendo levava di sotto il manto un certo bastoncello lungo , lungo , sottile , sottile , e
cominciò con quello a menare d’ intorno sotto e sopra così furiosamente che i cinque pretendenti dovet-
tero darla a gambe ?? Due di loro presero tanto la fuga , che uno non si fermò che a Londra , 1′ altro
non ebbe pace che nella Stiria. Gli altri tre si rifugiarono nella Sala dell’ Assemblea.
( Estratto dal Lampione N. 88. )
1 MITO NITRO LI MIMI
Radelzky per timore che i sacri bronzi diventassero bronzi profani, ossia paixans , ha stabilito il
numero dei tocchi delle campane , ed il tuono in cui esse possono essere suonate. Radelzky ha detto che
le campane non debbono suonare che questi due tuoni mi re e sempre mi re mi re.
La storia al cui giudizio si appellano R.adelzky e compagni , ci fa conoscere che le campane sono
state sempre sovversive. Quando gli antenati de’ nostri torbidi vicini fecero il famoso vespro diretto da
Giovanni da Procida che fu il Ruggiero Settimo di quei tempi, lo fecero suonando a stormo le campane.
Poi le campane sono sovversive anche per un’ altra ragione. Dopoché esse hanno fatto il loro ufficio
di svegliare i cittadini dal sonno, le si mandano subito a fondere per far loro subire la metempsicosi in
cannoni. La fusione del Lombardo Veneto non intimorì tanto Radetzky , quanto la probabile fusione delle
campane , in modochè ha proibito il suono di esse : come se fosse il venerdì santo , in cui i sacri bron-
zi tacciono. Ma Radetzky dovrebbe pensare che dopo il venerdì Santo viene il vespro (come avvenne a
Palermo ) di Pasqua, nel quale le campane suonano la gloria.
Le campane sono amiche dei morti: prima di essere tramutate in cannoni esse accompagnano col lo-
ro tetro suono le anime dei morii in Paradiso. Tramutate in cannoni esse le mandano più prestamente in
Paradiso. Possano dunque le campane o nell’ uno o nell’ altro modo essere utili al Feld Maresciallo Ra-
detzky , a tutti i croati , non escluso il loro buono Jellacicb.
Jl Feld Radelzky ha perciò emesso un ordine contro le campane. Ha tanto paura delle campane quel
Feld, che non ha potuto far a meno di emanar la legge soppressiva sui batacchi della campane. Voi già.
1′ avete lelto sugli altri giornali , ma in ristretto : io 1′ ho letto pure, ma per esteso. La legge sulle cam-
pane è composta di 54 articoli. Io non me ne ricordo che pochi.
ì. Le campane saranno libere ma soggette solo ad una legge repressiva.
2. Le campane coi batacchi sono dichiarate sovversive.
3. Ogni campana non può suonare che un colpo ogni dieci ore , e sottovoce. I sagrestani sono ob-
bligali ad indicare la sordina ai campanari.
4- Se un campanaro fa sentire il suono della campana è condannato a suonarsi per sé stesso la cam-
pana a mortorio con la propria lesta , e poi ad essere fucilato egli ed il suo campanile.
5. Le campane alla gola delle vacche possono sonare, ma pagando una tassa di una svanzica a colpo.
6. Il Ministro del culto è responsabile del suono delle campane; il suo cencinquanta ha V obbligo
espresso di assicurarsi del disarmo di tutti i batacchi di tutte le campane di Milano, ec. te.
Un povero campanaro è stato fucilato perchè si era presentato a Radelzky per domandargli come a-
vrebbe dovuto regolarsi nel caso che il prelodato Radetzky fosse venuto a morire ( che il cielo lo assista,
come ha fatto al Ministro della guerra a Vienna 1 ) ? Egli voleva sapere se avrebbe potuto o no suona-
re a morto pel Feld. ( Arlecchino. )
Bologna li 28 Ottobre 18/(8. Tip. Tiocchi.

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Estremi cronologici: 1848 ottobre 28
Segnatura definitiva: MRI0537
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 28,5X21,5 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Tiocchi, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Estratto dal Lampione N.88. Il manifesto contiene un secondo testo dal titolo Un decreto contro le campane, firmato (Arlecchino)
Descrizione del contenuto: Incipit: Nel cinque corrente, cinque misteriosi individui di cinque diversi partiti si riunivano alle ore cinque pomeridiane...
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