Alcuni riflessi sull’attual stato di cose in Bologna

ALCUNI RIFFLESSI
SULL’ ATTUAL STATO DI COSE IN BOLOGNA.
Il Generale Zucchi è fra noi. Bene stia; ma perchè,
dico io, e con quali poteri ? Un ministro costituziona-
le non dovrebbe pubblicare un proclama , una notifi-
cazione? E stato da molti lodato a cielo il mezzo da
esso prescelto , e posto in opera, pel disarmo dei la-»
dri , e degli aggressori. Io lodo più che mai il fine ,
ma non posso per altro approvare lo stesso mezzo.
Prescindendo , infatti, dal riflesso, che a por freno
alle aggressioni, ed ai ladroneggi, non faceva al certo
mestieri che il Ministro dell’Armi di tutta fretta lascias-
se la Capitale , quando era imminente l’ apertura delle Ca-
mere , non trovo giusto, né legale sott’ ogni rapporto,
che, all’improvviso, e di notte tempo, siasi colla for-
za, violato il domicilio di centiuaia, e centinaia d’a-
bitanti , SENZA DISTINGUERE I BUONI DAI TRISTI,
ponendoli così in un sol fascio. Nou è questo un far
onta gravissima a tauti onorati Cittadini ? Forse che
mancavano al Governo i mezzi per scernere i ladri dai
galantuomini? Chi non sa, che di tre mila e più Po-
polani , trecento circa soltanto sono i malfattori ? E
non furono di recente formati i ruoli della Riserva ?
Perchè adunque disarmare tanti probi , e pacifici Po-
polani? Perchè , per dio , confonderli cogli assassini ? (*)
Innoltre, a togliere di mezzo le aggressioni , e le ra-
pine , a che mai può valere il disarmo ? Un coltello
basta per ferire, ed un coltello costa sì poco, che il
più miserabile uomo della terra, trova modo per farne
acquisto. Vuole il Sig. Zucchi rendersi benemerito della Cit-
tà nostra? Curi, dappoiché ha, come suol dirsi le mani ia
pasta, curi, dissi, di estirpare il male dalla radice. I. Arre-
stando ? non già gli apostoli della libertà, ed i buoni Po-
polani ? ma i veri ladri, ed assassini, formando poscia di
costoro una Colonia p. e. nell’Agro Romano. 2. Promovendo,
l’istruzione primaria nell’ialina classe, la soppressione di
tutti i giuochi d’azzardo, dell’accatouaggio, dell’ oziosità,
del vagabondaggio, e sopratutto l’abolizione dell’ INIQUO ,
e FATALE GIUOCO DEL LOTTO, FONTE DI TANTI DE-
LITTI, E DELLA ROVINA D’ INNUMEREVOLI FAMIGLIE.
Ma io compatisco il vecchio ex generale di Napoleo-
ne. Ai tempi di questo guerriero conquistatore, i di lui
Uffiziali nou conoscevano, d’ordinario, che la spada: ma
questa ai dì nostri è atta, non a curare, bensì ad inaspri-
re il malor sociale, di cui purtroppo il mondo è infetto,
per 1′ ostinazione di non volersi adoprare gli opportuni
rimedii.
Bologna -17 Novembre 1848. Federico Dottor Venturini.
(*) Cne che si dica del Zucchi, io lo reputo buon italiano,
e solo veggo in esso il cieco strumento dell’ infame politica guiz*
xotiana la quale, se mal non m’ appongo, tenta a nostro dan-
no un colpo di stato di cui li primordii sono l’incontro fat-
to fare al Generale Garibaldi con 400 baionette; il di hi
Untato arresto; e quello del P. Gavazza.
Bologna 1848. Tip. Bortoktti dal Celestini.

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Estremi cronologici: 1848 novembre 17
Segnatura definitiva: MRI0600
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 28,5X21 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Venturini Federico
Tipografo (ente): Bortolotti dai Celestini, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Il Generale Zucchi è fra noi. Bene stia; ma perchè, dico io, e con quali poteri?...
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