Relazione della pubblica esultanza manifestata dal Popolo Romano…

Della pubblica esultanza manifestata dal Popolo Bomano la sera
dei 21 Soy. 1848 perla elezione a Generale delle Armi po-
litiche di S. E. il Ministro dell’ Interno.
AW. GIUSEPPE GALLETTI
E SUO DISCORSO AL POPOLO
Sull’imbrunir della sera un numero immenso di cittadini di ogni ordine in unione ai militi della benemerita nostra Civica , e ai soldati di ogni arma , che guar-
niscono Roma mossero per la via del Corso preceduti dal
nazionale Vessillo, e dalla banda della Gendarmeria Pon-
tificia. Lungo il cammino si vide , che tutti correvano
ad ingrossare le fila dell’esultante massa di popolo , che
alternava le grida di plauso o all’ Italia , che sorge a
nuovi destini , o al Ministero dal cui patriottismo Roma
aspetta la sua salvezza. Le finestre s’illuminavano come
per incanto, la gioia era dipinta sul volto di tutti: in-
somma può dirsi con sicurezza, che la dimostrazione era
unisona, universale.
Giunti alla piazza Madama, gremita di popolo , si
vide il vasto palazzo, ove risiede il benemerito GALLET-
TI , riccamente illuminato a cera. Di fronte a questo sor-
geva un’ orchestra, che fu, immediatamente occupata dal-
la Banda che con lieti concerti aumentò la esultanza del
pubblico.
Se non che le armonie erano spesso interrotte dagli
evviva all’italiano GALLETTI e ai pontifici Carabinieri
che spontanei suonavano sulla bocca di tutti. La ban-
diera tricolore , il vessillo del Circolo Popolare che ap-
parve sulla gran loggia del Palazzo fu salutato da unani-
me grido.
S. E. preceduto da diversi ufficiali dell’arma politica
si affacciò sul balcone, che guarda la piazza. Si fece si-
lenzio. Egli rimase un istante muto innanzi alla impo-
nente massa di popolo , di quel popolo, che giudica è
premia le virtù cittadine. Videro tutti , che un’ emozione
vivissima agitava il sno spirito. Misurò con gli occhi il
popolo, e quindi pronunciò parole che solo un’ anima ri-
conoscente , un cuore italiano potea concepire.
» Romani, egli disse con voce commossa, sente il
» mio cuore la gratitudine, che vi debbo. Se pur qual-
» che cosa ho potuto fare per la mia terra natale, que-
» sto momento mi compensa di tutto. S’i finche non mi
» manca la vita sarò pel popolo, sarò per voi. Ricorda-
» levi però che 1′ unione fa la forza , che noi non po-
» tremo ottenerla se voi prodi soldati dimenticate la di-
» sciplina , se voi Romani non siete uniti. Allora solo
» questa benedetta , questa cara Italia potrà risorgere dal
» suo avvilimento, allora solo potremo dissipare le arti
> dei nostri nemici. » E dopo ciò ringraziato di nuovo
il pubblico della dimostrazione , si ritirò.
? Di nuovo gli applausi, e le armonie risuonarono u-
nanimi nella piazza. Un uomo del volgo con gli occhi
spiranti fuoco, sorse improvviso, e pronunciò in mezzo
al silenzio del popolo versi allusivi all’ Italia , al Mini-
stro , e alle circostanze. Il pubblico accolse con compia-
cenza , anzi con plauso quei versi, e cos’i si sciolse quel-
1′ adunanza, che sembrava quasi una festa di famiglia,
tanto era l’ordine, l’armonia che regnava all’intorno fra
tanto popolo.
Possa questa imponente dimostrazione provare a Ro-
ma, all’Italia, e ai nemici occulti, che finalmente il po-
polo si ricorda della sua dignità, e sorge spontaneo per
premiare le virtù cittadine, a sollevarsi all’altezza dei
tempi.
Tip. Tìocchi