La malafede dei due giornali La Gazzetta di Bologna e l'Unità

LA MALA FEDE DEI DUE GIORNALI
LA GAZZETTA DI BOLOGNA E L UNITA
Per mostrare la mala fede dì questi due Giornali
ripeteremo la nostra Lettera quale fu pubblicata dal Gior-
nale ? IL 9 FEBBRAIO N. 3 ? poi come fu fal-
sata dalla GAZZETTA DI BOLOGNA e dalla UNITA*
insieme ai commenti disonorevoli fattivi dalla stessa Unità,
Nel Giornale, // 9 Febbrajo N. 3, si legge:
CIRCOLO POPOLARE BOLOGNESE
Dio e il Popolo
Cittadino Preside
Con dolore abbiamo inteso che mal sieno state in-
terpretate le parole dell’ indirizzo di ieri, mentre fu con-
cepito in un momento di sdegno all’ annunzio dell’ inva-
sione straniera nel territorio Ferrarese. Noi quando vi
abbiamo invitato ad impugnare la spada era un dirvi,
che noi tutti eravamo pronti se il bisogno lo avesse ri-
chiesto , cioè a dire se il nemico si fosse presentato al-
le nostre porte, ma che riposavamo interamente nella fi-
ducia , che abbiamo riposto nel vostro senno, nel vostro
amore di patria, nella vostra prudenza. Se noi abbiamo
mostrato timore, che voi siate circondato da persone so-
spette è che i governanti ne sono purtroppo insidiati, e
ne avete avuta una recentissima prova.
Siate persuaso adunque che noi riponiamo in vói tut-
ta la nostra fiducia, e pieni di stima e rispetto ci pro-
testiamo.
Per la Direzione
Luigi Roli Coadiutore. ? Giacomo Rivelli.
Luigi Gualtieri Segr. Onor.
E nella Gazzetta di Bologna N. 45, e nella Unità
N. 46, si legge :
Il Circolo Popolare mediante lettera del 20 corren-
te firmata per la Direzione dal Dottor Giacomo Rivelli
e Luigi Roli e dal Segretario Gualtieri ha significato al
Preside della Provincia che l’ indirizzo stampato il 19
dal detto Circolo, e firmato dai medesimi è stato male
interpretato, e che fu concepito in un momento di sdegno.
Intendevano invitare alla difesa, quando il nemico
si fosse presentato alle porte. Inoltre se avevano mostra-
to timore che egli, il Preside, fosse circondato da per-
sone sospette, nasceva ciò dal conoscere che in genere
i governanti spesso lo sono ; terminavano dichiarando ri-
porre in lui intera fiducia.
Per la Direzione
Luigi Roli Coadiutore. ? Giacomo Rivolli.
Luigi Gualtieri Segr. Onor.
Nel periodo che dice, V indirizzo essere staio con-
cepito in un momento di sdegno, si noti la malizia del-
la Gezzetta e dell’ Unità, dì aver ommessa la frase, AL-
L’ANNUNZIO DELL* INVASIONE STRANIERA NEL
TERRITORIO FERRARESE. Il dire soltanto che l’indi-
rizzo fu concopilo in un momento di sdegno potrebbe si-
gnificare o uno sdegno senza ragione, uno sdegno da
pazzzo, o uno sdegno contro il Preside, perchè inondas-
se di piglio subitamenta alle armi, E la Gazzetta e 1′ U-
mth con arte maligna ommisero quella frase, o per conci-
tarci i’ odio del Preside e della Città, o forse perchè è un
delitto presso la coscienza della Gazzetta e dell’ Unità (1)
concepire dello sdegno all’ annunzio dell’ invasione au-
striaca in una città Italiana. Inoltre nel periodo che in-
comincia: se avevano mostrato eh’ egli, il Presule ^fos-
se circondato da persone sospette nasceva ciò dal cono-
scere che i Governanti spesso lo sono…. La Gazzetta e
F Uuità hanno ommessa la frase, E NE AVETE AVU-
TA UNA RECENTISSIMA PROVA, con che abbiamo
voluto accennare al Tomba Colonello de’Carabinieri, con-
tro la dubbia fede del quale scrisse già da molto tempo
e stampò 11 a socio benemerito del nostro Circolo. 11 Diret-
tore della Gazzetta richiesto da un nostro socio da chi era
stalo autorizzato e perchè avesse falsata la nostra let-
tera: per ordine superiore, mentendo per la gola, rispose.
Ognuno sa che le Dichiarazioni denno riportarsi quali furo-
no dettate, ne è lecito ad uomini onesti darne un sunto,
perciocché anche una sola parola può cambiare il senso
dell’ autore. E che diremo della Gazzetta e dell’ Unità che
non solo si sono arbitrati darne un sunto, ma ne hanno
con dolo falsato e tradito, non che il senso, l’intero con-
cetto ? Che diremo dell’ Unità che non paga di ciò alla
Dichiarazione falsata, ha fatto precedere il qui appresso
comento ? ?
? La dichiarazione seguente mostra come la con-
dotta dell’ altro Circolo (cioè il Popolare), la disappro-
vazione dell’ intera città, la fermezza del Preside abbia-
mo potuto siili’ animo della direzione dei Circolo Po fi-
lare. Piaccia a Dio che il ravvedimento sia duraturo ! ?
La condotta del Circolo ? pare che 1′ Unità voglia si-
gnificare che non è stata buona…..Eppure noi sfidia-
mo tutte le Unità e le Gazzetta a provarci ch’ella non
sia sempre stata domocratica e conseguente, perciocché
in tante sostituzioni di Presidenti, Vice-Presidenti, Coa-
djutori e segratarii, ogni nuova Direzione ha sempre da-
to opera per moderare anzicchè eccitare il Popolo; e sì
che talvolta hanno fatto parte della direzione anche dei
Moderati, nò ad alcuno è mai bastato l’ animo d’impe-
dire alcuni piccoli inconvenienti. IV altra parte ci siamo
noi fatti un privilegio di sedere alla Direzione ? E non
abbiamo noi forse sprecato il danaro in tanti Indirizzi al
Clero, ai Ricchi, a tutte le classi perché^ venissero ad aj ti-
farci ad istruire ed educare il Popolo? E nostra la colpa,
se per paura o poco amore al Popolo, pochissimi si sono
( 1 ) Da questa supposizione vuole giustizia si escluda il
Dott. Frati pel solo motivo di essersi battuto nell’ 8 Agosto.
offerti a questo diffìcile incarico ? E perchè non vengono
la Unità e la Gazzetta a dare un po’ di condotta al Cir-
colo? Se elleno amano il Popolo, ad esse cediamo ben
volontieri il nostro posto.
La disapprovazione dell’ intera Città? Voi colunnia-
te Bologna, Signora Unità, Bologna da tutti celebrata
come Città Italianissima, non può aver disapprovato il
nostro Indirizzo al Preside, di correre a Ferrara a salvar-
la dalla aggressione tedesca, perciocché il Popolo accor-
reva in folla al Circolo Popolare dichiarandosi pronto a
battere 1′ austriaco, e il desiderio nei Bolognesi era
pressocchè universale d’ impedire che Ferrara si copris-
se di una macchia vituperevole, maccchia che ricade-
va ancora sopra le città limitrofe dello stato, alle qua-
li città allora si credeva sovrastasse lo stesso pericolo d’in-
vasione; e difendere Ferrara dagli Austriaci, era un di-
fendere e salvare Bologna e le altre città da una proba-
bile invasione. E se noi siamo rei d* aver parlato energi-
che parole al Preside, siamo rei della più bella colpa del
cittadino, di amare ardentemente la Patria, della quale
bella e gloriosa colpa è reo ancora il nostro Preside Car-
lo Berti Pìchat, che quanto noi e più che noi, se è pos-
sibile, agognava sottrarre i nostri fratelli Ferraresi all’e-
norme imposizione di 206 mila scudi, e al sagrifizio del-
la libertà e forse della vita di sei distinti cittadini.
La fermezza del Preside? Che intendete dire, Si-
gnora Unità, colla parola fermezza ? Forse fermezza del
Preside nel non aver voluto aderire a quanto gli chiede-
vamo nel nostro Indirizzo, cioè di soccorrere Ferrara ?
nò certamente, perchè il Preside essendo come noi italia-
nissimo, altro non agognava, come abbiamo detto diso-
pra , che di liberare Ferrara dai ladri aggressori. Dove-
vate dire, non la fermezza del Preside di non aver vo-
luto, ma l’immenso dolore di non AVER POTUTO sal-
vare Ferrara, per la mancanza di materiali d’assedio. Che
se voi malignamente intendete fermezza del Preside nel
non aver voluto aderire al nostro Indirizzo, noi, signora
Unità vi poniamo in istalo d’ accusa come calunniatrice
del nostro amatissimo Presde, il quale non può non aver
voluto soccorrere Ferrara. Voi per deprimer noi accusa-
te il Preside credendo forse di lodarlo, lode che non può
uscirvi del cuore, perchè voi siete tanto nemico della re-
pubblica che vorreste la morte d’ ogni suo rappresentante
purché trionfassero il Papa ed i Re. All’ incontro le no-
stri lodi non possono esser sospette di adulazione al
Potere, che noi abbiamo avuto il coraggio di avversar
sempre, e colla voce e cogli scritti, quanti Legati e Pro-
Legati e Generali antitaliani hanno tenuto il Governo di
Bologna ; e se noi pe’ primi col Circolo abbiamo festeg-
gialo Berti Pichat quando fu eletto a Preside di Bologna,
e in seguito gli abbiamo inviato non un virulento, ma un
patriottico ed energico Indirizzo, è perchè abbiamo creduto
e crediamo tuttora di parlare a lui come a noi stessi, per-
ciocché, e come scrittore, e come soldato, e come Preside,
egli fu sempre immutabilmente fortissimo democratico, come
noi lo fummo sempre, e lo siamo per quanto lo consentono
le nostre debili forze. Dunque è indubitato che noi lodia-
mo Carlo Berti Pichat, X uomo e nella penna e nella
spada eminentemente Italiano, e perchè pensa ed ope-
ra democraticamente come noi, e fu, ed è ognora nemi-
co dei Moderati e dei Retrogradi, sola mina d’Italia,
quindi naturale nemico delle Unità e delle Gazzette. Per
lo che le tenerezze dell’ Unità inverso il Pichat, non pos-
sono essere sincere, perciocché se il Pichat, anzicchè Pre-
side, fosse tuttora giornalista, voglio dire reddatore del-
l’ Italiano, periodico il più italiano che in quel tempo sia-
si reddatto in Bologna, 1′ Unità, di politica opinione av-
versa a quella del Berti, attaccherebbe il Berti con tutte
le sue forze, mentre ora non osa attaccarlo come Presi-
de, avendo spesso sì le Unità che le Gazzette una gran
reverenza per chi è al Potere, specialmente pei Pontefici
e per le dinastìe dei Re.
Piaccia a Dio che il ravvedimento sia duraturo ?
Di che ha a ravvedersi il Circolo Popolare ? Forse di a-
ver sostenuto i RR. Padri Bassi e Gavazzi, i due più
energici banditori del Vangelo e della Libertà ? Ha a rav-
vedersi di avere impedito che il traditore Zucchi man-
dasse gli Svizzeri a moschettare i prodi del Garibaldi che
venivano in difesa dell’ Italia tradita dai Ree abbandonata
dal Pontefice? II Circolo ha forse a ravvedersi di avere, a
dispetto di tutte le Unità e le Gazzette, e di tutti i retro-
gradi o moderati, fatto entrare in Bologna trionfalmente
l’Eroe di Montevideo, ora membro della Costituente Roma-
na, e insieme a Rieti il più forte contromurale alle peste Bor-
bonica ed Austriaca ? Ha forse a ravvedersi di avere av-
versato e colla voce e cogli scritti 1′ Eroe delle Unità e
delle Gazzette, il General Zucchi già sentenziato come
traditore della Patria, e che ha tentato e forse tenta
tuttora la ripristinazione della tirannide dei Pontefici e dei
Re tanto cari alle Unità ed alle Gazzette? Il Circolo Po-
polare ha forse a ravvedersi di avere, pel primo e solo
in Bologna, con giulive dimostrazioni festeggiata la rivo-
luzione del 16 Novembre 1848, inauguratrice del princi-
pio democratico che ha liberato 1′ Italia dalle pastoje e
dai perfidi e tenebrosi raggiri dei Pontefici e dei Re ;
festeggiato il solo principio che può dare all’ Italia Indi-
pendenza e Libertà? Il Circolo Popolare ha forse a rav-
vedersi di aver votalo il primo per la Costituente Italia-
na, col mandato illimitato, e col suffragio universale, la
Costituente Italiana . ora già proclamata dai Popoli e la
sola che renderà una e libera 1’Italia? Il Circolo ha for-
se a ravvedersi di avere, convocando il Popolo, prote-
stato vigorosamente contro 1′ ex anlitaliano Consiglio Co-
munitativo di Bologna, che non voleva riconoscere né il
Ministero democratico di Roma, né la Costituente Italia-
na, ma divider Bologna da Roma, chiamare il Papa nel-
la nostra Italianissima Città, farla governo e centro di
reazione contro il liberalismo, e fucina di discordia e di
nazionale guerra fratricida. Il Circolo ha forse a ravve-
dersi di essersi in ogni guisa adoperato per il trionfo del
principio democratico e per la proclamazione della Ro-
mana Repubblica ? Il Circolo ha forse a ravvedersi di a-
ver dato ogni opera per lo spazio di mesi e instanca-
bimente, a istruire ed educare civilmente e moralmente
il basso Popolo, e tentato tutti i mezzi anche a pericolo
della vita dei socii più benemeriti per rialzare questo Po-
polo dall’ abbiezione in cui 1′ hanno sprofondato i Pon-
tefici e’i Re tanto cari alle Unità ed alle Gazzette? Il
Circolo Popolare può tener alta la testa e dire con or-
goglio: non v’ ha cosa eh’ io non abbia tentata pel bene
del Popolo Bolognese e per Y Italia. Ravvedetevi voi,
signora Unità e signora Gazzetta, di avere volti in
ridicolo i generosi e liberi sensi di un Bassi e di
un Gavazzi, di avere fomentato Y esterminio del Ge-
neral Garibaldi co’ suoi prodi , di avere adulato e
confortalo il General Zucchi nei suoi atti arbitrarii e in-
costituzionali, di aver levato a Cielo un traditore d’ Ita-
lia. Ravvedetevi voi, signora Unità e signora Gazzetta,
di aver avversato la rivoluzione del 16 Novembre, e il
principio, e il Ministero Democratico, e la Costituente
Italiana. Ravvedetevi voi, signora Unità e signora Gaz-
zetta, di esservi fatto puntello, benché invano, di quel
sepolcro imbiancalo, detto Consiglio Comunitativo, e di
aver voi partecipato alla gravissima colpa di sostenerlo e
d’applaudirlo, quando esso volea, richiamando il Papa
in questa gloriosa città, renderla in sempiterno vitupera-
ta. Ravvedetevi voi, signora Unità e signora Gazzetta,
di far segno de’ vostri sarcasmi quanti filantropi s’ affa-
ticano al miglioramento delle classi più infelici; ravvede-
tevi voi, di non aver mai dato opera ad istruire, ad
educare questo misero popolo, perciocché è ornai tempo
che impariate ciò che tutto il mondo sa, cioè che solo
nel Popolo è la forza, e che perciò solo il Popolo può
dar indipendenza e libertà all’ Italia. Ravvedetevi voi,
signora Unità e signora Gazzetta, che, chiuse nel vos-
tro egoismo, purché sieno salve le vostre persone dalle
aggressioni notturne e le vostre case dai ladri, poco vi
cale che al Popolo delle ultime classi manchi il pane,
poco vi cale che tutto un popolo si mantenga ognora
abbruttito senza istruzione, senza educazione, misero e
abbandonato a se stesso. Ed è pure una verità indubita-
ta che dove un popolo sia istruito, educato e civile non
possano esservi i ladri e gli assassini. Ravvedetevi voi, e
finitela una volta di ricantarci le eterne vostre apologie del-
l’ Abate Gioberti, perciocché basti che egli abbia tenta-
ta una guerra fratricida fra Piemontesi e Toscani perchè
ogni buon Italiano, anzicchè encomiarlo, debba al solo
suo nome inorridire.
Finalmente ravvedetevi voi, signora Unità e signora
Gazzetta, dì essere gli eterni difensori del Papato e del-
le dinastie dei Re, di essere in Bologna i soli banditori
d’ idee retrograde o moderate, fomentatori di questi due
partili fatali alla libertà e indipendenza, i quali due par-
titi forse verrebbero meno in Bologna, se non vi fosse-
ro le Unità e le Gazzette che li fomentassero e confor-
tassero. 3Sè donno le nostre parole sembrarvi ingiuste od
acerbe, avvegnacchè perfino molti giornali dello stato
Romano abbiano da lungo tempo protestato contro la
Gazzetta di Bologna, e di recente contro 1′ Unità
forte meravigliati che si tolleri ancora, per non dir
altro, tanto impudente ancronismo, ora poi assolutamen-
te incompatibile colla Repubblica Romana. Che se in
Francia e in altre Nazioni si tollerano i giornali realisti,
colà può lasciarsi cotale libertà, perchè Nazioni formate,
ma non così nell’ Italia, parie ancora preda del Tedesco,
con sette Principi che gli stanno sopra come sette avvol-
toj, dove chi fomenta colla stampa anzi fa ogni opera
perchè nasca la reazione, e ritorni 1′ antica lue dei Papi
e dei Re può a poco a poco formare inciampo alla in-
dipendenza d’Italia, quindi è ribelle, è traditore della
Patria. Se voi signora Unità e signora Gazzetta, ama-
ste veramente la libertà e l’indipendenza d’Italia, come
vi vantate, ora che il principio Democratico in Italia, e
che le due Repubbliche di Roma e di Toscana non pos-
sono più ritornare indietro, né si possono richiamare in
Italia il Pontefice ed i Re, senza far preda la Nazione
delle armale tedesche, e senza insanguinarla dall’ Alpi
fino al Mare di sangue italiano, se voi signora Gazzetta
e signora Unità amaste veramente la vostra Patria, v* a-
cquetereste ai fatti già compili, e al destino che la ma-
no di Dio ha già segnato all’ Italia.
Seguono le fiimc a centinaja dei soci del Circolo, e
della Scolaresca ommesse per brevità ed ostensibili nelle
sale del Circolo.
Dolt. Federico Venturini ? Carlo Zanardi ? Marziale
Luca Sotto-Tenente ? Giovanni Monari Capitano Aiutante Mag-
giore ? Francesco Cicconi Ufficiale e antico Emigrato ? Annibale
Facchinetti Tenente ? Doli. Giacomo Rivetti ? L. Menarini
? Abate Fellinì ? Dolt. Luigi Chierici Capitano Aiutante Mag-
giore Ufficiale sanitario civico ? Eduardo Gessi Tenente ? Ca-
millo Gasperi ? Doti. Giuseppe Bellentani ? Minarelli Gia-
como Architetto Meccanico ? Dolt. Carlo Salvanini ? Pietro
Donini Capitano ? Luigi Boli Capitano ? Dolt. Agamen-
none Zappoli ? Luigi Gualtieri Segretario ? Gaetano falcinelli
? De-Masini Pi erotti ni Napoleone Capitano—-Antonio Maz-
zetti Negoziante ? Gommi Orazio ? Gilli Giuseppe Pittore ?
Lorenzo Bacilieri ? Alessandrini Carlo Sotto-tenente ? Ruinettì
Aiutante sotto-Ufficiale ? Federico Costantini Capitano ? Giovanni
Ergovaz ? Doti. Gaetano Todescld ? Dott. Carlo Marescotti.
Bologna 4 Marzo 1849 TIPI delle muse

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Estremi cronologici: 1849 marzo 04
Segnatura definitiva: MRI0451
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 59X45 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Tipografia delle Muse
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione. Si possiede una seconda copia con collocazione 0815.
Descrizione del contenuto: Incipit: Per mostrare la mala fede dì questi due Giornali ripeteremo la nostra Lettera quale fu pubblicata...
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