Che farà il papa?

CHE FARÀ IL PAPA?
Che farà il Papa tornando al governo del suo Stato? Non piglieremmo spontaneamente una tal questione, fidati nella sapienza di lui e del sacro Collegio, e convinti che
le quistioni più ardue sulla forma del pubblico reggimento debbonsi guardare dall’ alto e
in tutta la loro estensione, e non già solo nell’ augusta sfera d’ una scrittura. Tuttavia, poi-
ché molli vi han posto la mano, noi pure diremo la nostra sentenza.
La libertà è il dogma civile delle nazioni, ma i suoi limiti e le sue forme debbono
variare secondo le qualità dei tempi e delle popolazioni. Or chi direbbe che lo Statuto,
tal quale in fretta ed in un snbbollimento rivoluzionario fu per necessità conceduto da Pio
IX. sia la forma più bella e più sicura della libertà civile? Ma ancorché fosse, chi direb-
be che dopo una catastrofe che ha svelto i fondamenti del governo papale e creata una ti-
rannide, non siansi rivelati nuovi pericoli e nuove tlighe da oppone al torrente rivoluzio-
nario ? Salvare il popolo, salvare lo Stato da questo torrente rivoluzionario, e per conse^
guenza la libertà minacciata, è il primo dovere del principato. Badale che sarebbe crudel-
tà il dare agi’ infermi od ai convalescenti i robusti e sugosi cibi thei sani.
Ci pare dunque una inconsideratezza quel pretendere che Pio IX. debba restituire il go*
verno di Róma su quel piede in cui trovavasi nelle giornale del i5 e del 16 Novembre, quasi nul-
la fosse accaduto e a nulla dovesse giovare la fatale esperienza.
Pio IX. da due debiti: il primo, come Papa, è di ritenere l* indipendenza temporale
a difesa della spirituale ; il secondo, ctonie Principe è di tutelare la libertà del suo popolo
contro la fazione usurpatrice che è Vinta ma non spenta , e si travaglierà di nuovo nelle
tenebre per tornare più feroce all’ assalto. Guai al principe, guai al pontefice, se si ripo-
sasse sicuro nella calma ! Sarebbe più tremendo a lui ed al popolo un nuovo naufragio ;
sarebbe inghiottita la libertà e instaurata più fiera la tirannide. Userà dunque la compres-
sione ? Non la compressione, ma una moderata e legittima repressione. Contro di chi?
Contro la stampa rivoluzionaria che da Roma fu la prima ad infiammare l’Italia, e con-
tro gli errori e gli allentati dei barbari che hanno giurato lo sterminio dei troni e dei
popoli italiani. Questa repressione la deve il Papa alla libertà del vero popolo romano fino-
ra usurpata e straziata.
La temporale indipendenza del Papa da ogni potere interno od esterno è un princi-
pio universale che emerse più fulgido dalle discussioni attuali : e per conseguenza la so-
vranità popolare potrà radicarsi meno a Roma che altrove, come avvertivano or ora il Times
e il Débats. Che servirebbe al Ponlefice la sua indipendenza dalle corti strauiere, se egli
dipende da un potere creato nel suo Stato ? Tutto il mondo cattolico ha nn supremo in-
teresse a ciò che il maestro di tutte le coscienze conservi intatta, dentro e fuori dello Sta-
to, questa sua indipendenza. Tal verità è proclamala da lutti gli assennati cattolici , e fu
nellas eduta del 20 Luglio confessala nella Camera dei Lord in Inghilterra dal marchese di
Lansdowne : v> La condizione della sovranità del Papà, egli dice, ha questo di particolare,
che nel suo potere temporale è semplicemente monarca di quarta 0 di quinta classe, men-
tre nel potere spirituale gode di una signoria in tutto il mondo senza pari. Siccome tutti
i paesi hanno sudditi cattolici romani, così tulli i paesi hanno interessi nella condizione de-
gli Stali romani, debbono vegliare affinchè il Papa eserciti l’autorità sua senza che uu’ in-
fluenza temporale possa diminuire 0 aiterare la sua podeslà spirituale. 11 Niuna influenza ,
ripetiamo, né interna né esterna, dee dunque poter comprimere l’indipendenza temporale
del Papa. E ciò dal lato della sua libertà religiosa.
Dal verso strettamente politico, è poi una strana pretesa quella di affermare che la li-
bertà non abbia che una sola forma di esistere, quella cioè di una Camera legislativa, ab-
bandonata al caso 0 per meglio dire all’ ignoranza, ai raggiri e alle frodi dei partiti. Sono
forse più civili i popoli quando una fazione ha raccolto in una Camera i più incivili e i più
perturbatori? Quando in questa Camera trovano nn eco ed una rappresentanza legale tutte
le passioni? Che fa ciò alla libertà dei cittadini, sulla cui testa e sulle cui famiglie pesa
una congrega di despoti ? ? Sono gli uomini della loro scelta. ? Si, gli hanno scelti ; ma
ignoranti 0 delusi, hanno scelto i loro tiranni.
Si dice: sono difetti; bisogna emendarli.
Appunto; bisogna emendarli; ma quando? Quando siano disfalle le nazione? Emende-
rete i vizj della nave dopo il naufragio? Proponete adunque gli emendamenti che rendano
sicuramente buone le elezioni : ma non riuscirete finché non aviele escluse le passioni dal
volo degli elettori. Non vedete qual maggioranza è uscita dalle urne di Roma, di Napoli,
ai Firenze , di Torino ? Torino ha ora la sua terza Camera , la quale rinnova nella sua
maggioranza la fatai Camera democratica ; e ben vi fu rieletto ( sebbene non accollo ) quel
Costantino Reta che in Marzo con altri deputati passava dalla Camera a capitanare la Re-
pubblica in Genova , ed ora è condannalo a morte per tradimento di Stalo. Con queste
elezioni non insultasi sfacciatamente e ferocemente al re ed alla nazione? Or venite a con-
tarci che tali vizj sono accidentali, Il volgo è volgo, e sarà sempre la vii preda di chi
lo compra ; e lo compreranno i trisli, a cui non ripugna verun mezzo che torni vantaggioso»
Aspetterete i rimedi dal tempo ?
Meschini, vi lascereste strozzare sulla speranza di risorgere ! Yedete la Francia : il suo
suolo è Coperto di ruine. Sono pochi mesi, e la sua Costituente contava appena sessanta
socialisti, ed ora la sua Assemblea legislativa oltrepassa i ducentocinquanta. Un abbietto, un
perfido giornalismo, là come in Italia, ha guaste le città e le campagne: il popolo non farà
senno, se non lo fanno per lui i suoi conduttori. Voi dite che il rimedio verrà dal tempo.
Siete ben semplici : il torrente che ha superato 1′ argine continuerà a demolirlo. Dunque
rifaremo 1′ argine. Sì, rifatelo ; ma non lo rifarete se non rifacendo le Sostituzioni
Imperlante, se noi fossimo il popolo romano, non domanderemmo lo Statuto, quale fu.
improvvisato sulle basi viziale di tutti gli Statuii moderni, non vorremmo 1′ inceutramento
di tutte le libertà individuali in un parlamento prepotente, che d’un piede calpesta il po-
polo, e coli’altro il sovrano: brameremmo all’ incontro libero il popolo e forte il sovrano
a govenarlo e proteggerlo. Libero V individuo nella qualità di cittadino, coli’ egua-
glianza al cospetto della legge ; libera la famiglia contro chiunque si attenti di
violarne la religione od il costume’, libera la vita contra le aggressioni e te dif-
famazioni ; libero il municipio, aggregato di famiglie , e libera la provincia, ag-
gregato di municipii nelle cose rigorosamente spettanti allaprooria amministrazione
e nel rimanente dipendenti per l unità dello Stalo da un consiglio superiore. Que^
sta è la libertà vera e frutti fera che fa circolare la vita nelle parti del corpo so-
ciale, e non già quella burocrazia, che nei governi attuali divora la finanza e com-
prime le forte attive e vitali dello Stato-
Questo sistema che inchiude la libertà delle cose, e non sol delle parole, conviene
particolarmente al governo papale. E un fatto che le Camere elettive e legislative furono
sempre in Francia, e sono per lo più una permanente rivoluzione: or conviene a Roma
Un governo sempre ondeggiante e tumultuoso ? Ha il Papa nel suo piccolo Stato e dis-
sangualo dal latrocinio repubblicano^ quell’enorme finanza, che assorbono i ministri schia-
vi d’ una maggioranza per comprarsi degli amici e puntellarsi? Qual mezzo ha egli da op-
porre ad una fazione che in ventiqualtr’ore corre i limiti dello Stato, sorprende gli eletto-
ri e invade la Camere? E finalmente non vorremo persuaderci che non tutti i popoli tro-
vano la libertà nella stessa forma di reggimento? e che la pessima dì tutte le forme è quel-
la che toglie ad un tratto la libertà al popolo ed al sovrano?
A queste considerazioni strilleranno i repubblicani nel vedersi restringere 1′ adito alla loro
dominazione ; ma i popoli debbono avviarsi a quella libertà sincera che non otterranno mai
dai governi impotenti verso i cospiratori. Del resto, come tanti altri, ahbiam dello la no-
stra parola, convinti che il Papa non ha bisogno di consigli né di ammonimenti.
Conciliare la libertà civile dei popoli colla indispensabile libertà e solidità dei governi,
è il problema che nìuno ha sciolto finora, che non sciolgono le presenti istituzioni, la crii
solnzione sarà ritardata dalle demagogiche insurrezioni, e che desidera tuttavia d’essere stu-
diato dai più profondi ordinatori della cosa pubblica.
Dall’ Armonia*

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Estremi cronologici: [1849 aprile 20 dopo]
Segnatura definitiva: MRI0449
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 42X31 cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Note: Estratto dall'Armonia. Stampato su una unica carta con altro articolo.
Descrizione del contenuto: Incipit: Che farà il Papa tornando al governo del suo Stato?...
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