Alla Guardia civica di Bologna

ALIA GUARDIA CIVICA DI BOLOGNA
Fino dai primi giorni del corrente anno aveva io pregato il signor Pro-Legato di questa Città di accogliere la mia rinuncia al Comando di questa Guardia Civica. La sua divisata partenza però e il ritiro dì questa Magistratura rendendo inopportuno l’abbandono del mio posto mi
persuasero a dichiarare al nuovo Preside di riguardare come non avvenuta la mia rinuncia, deciso a cooperare con luì all’ ordine e alla tranquillità della Città nostra. Successivamente il Preside stesso mi preveniva creder bene di affidare il Comando della Guardia Civica al Colonnello Bìgnami, conservandogli in pari tempo il Comando della Mobile che per tal modo avrebbe
avuta una sola direzione, non senza graziosamente dichiararmi che avrei continuato nel grado e
nelle funzioni di Capo dello Stato Maggiore. E diffatti con decreto del 25 corrente eoa disponeva, e con suo Dispaccio N. 878 m’invitava nella predetta qualità a coadiuvarlo. Certamente la nomina non poteva cadere sopra soggetto più degno e meglio accetto per non
andare orgoglioso di essere destinato a stargli a fianco. Ma questa posizione per quanto lusinghiera non era esente secondo il mio modo dì vedere da incagli e collisioni. Perche, una volta concentrato in un solo il Comando della Civica Mobile e della Sedentaria, mentre quella si tiene dipendente dal Comando divisionario e questa dal Preside potrebbe di leggeri intervenire nel servizio pratico qualche divergenza. Oltre di ciò la voce che fosse per formarsi un nuovo Battaglione di Guardia Mobile dava a intravedere nuovi cambiamenti e ulteriore ritardo alla organizzazione delle Compagnie. Di che tutto la non improbabile conseguenza che la Guardia Civica
Sedentaria per sua originaria destinazione, ordinamento principale a tutela dell’ ordine interno, non andasse a finire subordinata e dipendente dalla Mobile.
Per le quali considerazioni, e anche nel possibile conflitto delle mie convinzioni col dovere del grado che continuassi a coprire, cessando colla, nomina del nuovo Capo della Civica quei riguardi che l’ ordine e la tranquillità esigevano perche ogni buon cittadino restasse al suo posto , ho credulo dover persistere nel mio proposilo, e ho dato la mia definitiva dimissione da Capo dello Stato Maggiore.
Avrei però stimato mancare alla affezione e riconoscenza che vi debbo, se nell’ alto di ritirarmi non ne facessi noti i motivi a voi, la cui assidua e zelante cooperazione ha valso a rendermi leggero e dolce un peso a cui le mie forze avrebbero difettato. Abbiatevi le mie più sincere azioni di grazie insieme alla assicurazione che la memoria del tempo che mi sono onorato di comandarvi sarà sempre la più cara della mia vita. Un solo voto avrei pure voluto ancora adempiere, ed era la completa organizzazione vostra, ma quanti ne avete meco diviso il pensiero, tanti ancora sapete come le sempre succedentisi nuove circostanze l’abbiano attraversata. Anche una parola prima di lasciarci. Siate uniti, e sia la vostra divìsa che la Guardia Civica è istituzione di Popolo eminentemente civile, e dalla dignità del vostro contegno dipende la quiete e l’ ordine dei cittadini.
Bologna 30 Gennaio 1849.
FILIPPO AGUCCHI.

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Estremi cronologici: 1849 gennaio 30
Segnatura definitiva: MRI0237
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 21X27,5 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Agucchi Filippo
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Fino dai primi giorni del corrente anno aveva io pregato il signor Pro-Legato di questa Città di accogliere la mia rinuncia...
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