Beatissimo Padre
Beatissimo Padre
Il pessimo governo de’ ministri vostri ha vinta la sofferenza di tutti. Se oggi lo Stato non fu teatro di politici commovimenti, sappiatene grado alla prudenza dei più, che accorti dei danni di una invasione straniera male seppero risolversi a secondare V impeto di una gioventù, per altro generosa, che volle chiedere colle
armi un ristoro ai mali che ci premono. Ma la pazienza quando è offesa diventa furore. E sarà offesa altamente se durano più a lungo le infami commissioni militari composte d’ uomini peggiori delle fiere, poiché vita e libertà de’ cittadini sono per essi cose da giuoco. SANTITÀ’ I finirono i tempi di quella bestiale ignoranza che diede un indefinito potere ai Reggitori. Oggi il popolo sa quanto debba al Principe, e quanto a lui sia dovuto dal
Principe; né rassegnato patisce a lungo ingiuria ai più sacri diritti.
Provvedete che il risentimento non passi in disperazione. Cacciate da Voi coloro cui ambizione ed avarizia muovono ai più scellerati e dannosi consigli. Non vi confidate de’ gregarii vostri. Pensate ancora che è sacrilega opera accendere i cittadini contro ai cittadini. Ogni stilla del sangue loro sarebbe per Voi colpa gravissima dinanzi agli uomini, dinanzi a Dio. Noi non intendiamo sottrarci al dominio della S. V. Il Richiamo ai Principi d’Europa vi istruisce delle leggi che ci bisognano. Chiediamo che non siano più oltre vilipese la religione, la ragione, la giustizia, l’umanità: chiediamo istituzioni che si convengano alla civiltà del secolo. E il Capo visibile della Chiesa, il Custode dei mansueti dettati del Vangelo, comanderà forse per così oneste domande lo sterminio del popolo che i principi commisero alla
sua temporale autorità?
Dagli Stati Pontificii l’Ottobre del 1845.