Seconda protesta fatta da S.S. papa Pio IX in Gaeta, pubblicata in Roma il 26 Dicembre

SECONDA PROTESTA
fatta da S. S. PAPA PIO IX. in Gaeta 9
pubblicata in Roma il 26 Dicembre.
PROTESTA.
Per divina disposizione in un modo quasi mirabile
assunti Noi , sebbene immeritevoli al Pontificato,
una delle Nostre prime cure fu quella di promuovere
l’unione fra i sudditi dello Stato temporale della Chiesa ,
di rassodare la pace tra le famiglie, di beneficarle in
ogni maniera possibile e di rendere lo Stato florido e
tranquillo per quanto da Noi si potesse.
Ma i beneficii che procurammo d’ impartire ai
nostri sudditi, e le più larghe istituzioni con le quali
fu da noi condisceso alle loro brame, pur troppo,
lo diciamo francamente, anziché procurarci quella
gratitudine e riconoscenza che avevamo tutto il diritto
di aspettarci, hanno prodotto invece replicate
amarezze e dispiaceri al Nostro cuore per parte degli
ingrati, qualunque sia il loro numero, che il
Nostro occhio paterno vorrebbe vedere sempre ristretto.
Oramai tutto il mondo conosce in quale guisa
siamo stati Noi contraccambiati, quale abuso siasi
fatto delle Nostre concessioni fomentandone l’indole,
e travisando il senso delle Nostre parole per ingannare
la moltitudine, e come di quelli stessi beneficii
ed istituzioni siansi taluni fatto un’ arma di
più violenti eccessi contro la Nostra Sovrana Autorità
e contro i diritti temporali della Santa Sede.
Rifugge il nostro animo dal dovere qui rammentare
gì’ ultimi avvenimenti incominciando dal
giorno i5 del passato Novembre in cui un Ministro
di Nostra fiducia fu barbaramente ucciso in pieno
meriggio dalla mano dell’assassino, e più barbaramente
ancora venne quella mano applaudita da una
classe di forsennati nemici d’ Iddio , e degli uomini,
della Chiesa non meno che di una onesta politica istituzione.
Questo primo delitto apri la serie degli altri che
con sacrilega sfrontatezza si commisero nel giorno
seguente ; e poiché questi hanno già incontrata l’esecrazione
di quanti sono gli uomini onesti nel Nostro Stato, nell’Italia,
nell’Europa, e la incontreranno nelle altre parti del Mondo ;
così noi risparmiamo al Nostro cuore 1′ enorme dolore di qui
ripeterli.
Fummo costretti di sottrarci dal luogo ove furono commessi ,
da quel luogo ove la violenza ci impediva di arrecarvi rimedio,
ridotti solo a lacrimare coi buoni, e a deplorare con loro i tristi casi
ai quali il più tristo ancora si aggiungeva di vedere isterilito
ogni atto di giustizia , contro gli autori
degli abominevoli delitti.
La Provvidenza Ci condusse in questa città di
Bologna, Tipi della Colomba.
Gaeta, ove trovandoci nella Nostra piena libertà furono
da Noi contro i suddetti violenti attentati solennemente
ripetute le proteste, che in Roma stessa
fin da principio avevamo già fatto innanzi ai Rappresentanti
presso di Noi accreditati dalle Corti di
Europa e di altre lontane Nazioni.
Nello stesso Atto non tralasciammo di dare
temporaneamente ai Nostri Stati una legittima Rappresentanza
governativa, senza derogare alle istituzioni da Noi fatte,
aftinché nella Capitale, e nello
Stato rimanesse provveduto al regolare ordinario andamento
dei pubblici affari, alla tutela delle persone e delle proprietà
dei Nostri sudditi* Fu da noi
altresì prorogata la Sessione dell’ Alto Consiglio e
del Consiglio dei Deputati, i quali erano stati recentemente
chiamati a riprendere le interrotte sedute.
Ma queste Nostre determinazioni lungi dal far
rientrare nella via del dovere i perturbatori, e autori
delle predette sacrileghe violenze, gli hanno anzi spinti
ad attentati maggiori, arrogandosi quei sovrani diritti
che a Noi solo appartengono con avere
essi nella Capitale istituita per mezzo di dne Consigli
una illegittima Rappresentanza governativa sotto il titolo
di provvisoria e suprema Giunta di Stato, e pubblicato
ciò con atto del 12 di questo mese. Le obbligazioni indeclinabili
della Nostra sovranità , ed i giuramenti solenni con cui abbiamo al
cospetto del Signore promesso di conservare il Patrimonio della
Santa Sede , e trasmetterlo integro ai
nostri successori, Ci costringono a levare alto la
voce ed a protestare avanti Dio ed in faccia di tutto il Mondo
contro questo cotanto grave e sacrilego attentato.
Dichiaro pertanto nulli, di nessun vigore e di
nessuna legalità tutti gli atti emanati in seguito delle inferiteci
violenze, ripetendo altresì che quella
Giunta di Stato istituita in Roma non è altro che
una occupazione dei Nostri Sovrani poteri, e che
la medesima non ha, nè può avere in verun modo
alcuna autorità. Sappiano quindi tutti i Nostri sudditi
di qualunque grado e condizione, che in Roma
e in tutto lo Stato Pontificio non vi è, né può esservi
alcun potere legittimo che non derivi espressamente da Noi
5 e che avendo Noi col predetto So-
vrano Motu-proprio del 27 Novembre istituita una
temporanea Commissione governativa, a questa sola
esclusivamente appartiene il reggimento della cosa
pubblica durante la Nostra assenza, finché non venga
diversamente da Noi disposto.
Datum Cajectae die XVII Decembris 1843.
P1US PAPA NONUS.
Bologna Tipi della Colomba

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Estremi cronologici: 1848 dicembre 17
Segnatura definitiva: MRI0209
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 26X19,5 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Pio IX, papa
Tipografo (ente): Tipografia della Colomba, Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Protesta. Per divina disposizione in un modo quasi mirabile assunti Noi , sebbene immeritevoli al Pontificato...
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