Osservazioni di un cittadino bolognese sul progetto proditorio e pericoloso di domandare riforma a Roma sotto la protezione degli stranieri

OSSERVAZIONI
DI UN CITTADINO BOLOGNÉSE Stìt PROGETTÒ PEODITORIO E PERICOLOSO
DI DOMANDARE RIFORMA A ROMA SOTTO LA PROTEZIONE DEGLI STRANIERI
c.
Gli avvenimenti Politici di recente accaduti in Parigi ed in Londra sforzano tutti i Gabinetti d’Europa a cambiare di sistema3 e di condotta* Roma.» che fìi
sorda alle nòstre replicate domande speravi! nel trionfo dei Toris; e nei torbidi
dei Gài Visti. Queste risorse essendo scomparse^ Rorrià non piiò più reggersi senza
lina, riforma. Se la dasse Spontanea; non ci sarebbe già il Suo decoro dopo tanta
pertinacia nel negarla.* e dovrebbe rispettarla. Per togliercela a suo piacimento
La ordito che i Popoli insorgendo di nuovo la dimandino colta minacciai ed i
stranieri Ja secondino per ingannarci.
D’altronde quali miglioramenti sperare dà Roma anche in questa per lèi si-
nistra posizione di cose? Poco per i bidoni veri del popolo, abbastanza però per
contentare gli Uomini del giusto mezzoj e pei’ separarli dalla causa generale.
Roma noti sa fòrsoi e no ri conosce i bisogni nòstri? Quanti indirizzi notile
sono stati fatti? Là lettera del Generale Patuzzi all’Emiru ntissimo Cardinale Se-
gretàrio di Stato non è a tutti palese? l/opuseolo stilla vera caiisa della Rivolu-
zione nello Stato Pontifìcio noii ne è egli uri sacro documento? e così senza ri-
chiamare alla memoria di tutti tutto quello che è statò scrittoi e che tutti san-
no,, dico che Roma, le Potenzei l’Europa, il Mondo intero sanno; e eotìoscono
essere i sudditi Pontiflcj sènza Leggi, sen/.a Governo^ che a fronte di tutto ciò
Roma non cedette ^ anzi più altera di prima alzò là fronte^ e caricandoci d’ im-
postè-i e non mantenendo nemmeno li ultimi patti deifEminéntièsimo Albani fat-
ti in Forlì; cioè che il fatto di Cesena si riterebbe dome neri avvenuto; Roma
Srìvede vuole à modo siio; e li Stranieri, invece di abbandonarla ili balìa del sud
destino col lasciare ai Popoli là facoltà di poter porre quella Città (sorgente di
tutti i mali) in istato di cedere, li Stranieri dico^ sono quelli che la diiTendoìiO; che
sempre più ci opprimono;, che ci vogliono Schiàvii perchè è del lord interesse il tener-
ci soggetti al Tirantìdi giadchè costoro o agiscono per insinuazione di Roma> e lo
fàndo per dividerci ed ingannarci con apparenza di miglioramento% o lo fanno
senza intelligenza di quella Cortei ed in alìdra ad altro ndn mirand che a dive-
nire i nostri Padroni;
Se li Anconitani hanno fatte le rimostranze del 3. Giugno, li Anconitani e-
ràno in uno Stato assai più inferiore del nostro. Là irl quelle parti hdh aveva-
no ancora avuto il campo di esprimere i loro bisógni cerne è stato fatto da noi,
e di fu epoca che in Roma si propendeva ad accordare alle Legazioni insorte dei
miglioramenti che poi si negarono alle altre Provincie dello Stato. Li Anconi-
tani inoltre hanno deposte le lord istanze presso uri Generale Francese è diman-
dato rajtrtOj d Protezione ad una Armata che professa i principi che noi invo-
chiamo, laddove dggi noi meriteressimo il biàsimo del Mondo intéro sottometten-
doci alla protezione dei nostri oppressore e di quella Nazione che è il centro de-
gli sforzi del dispotismo Europeo^ che ha tanto interesse di opporsi a ciò che sen-
te di Liberale in Italia. Infine se le dimando delli Anconitani saranno coronate
di buon successo (il che non credo perora) presentate con raccomandazioni sin-
cere ai Generale Francese; queste si estenderanno anche sópra di noi, e se sarà
un profitto rie parteciperemo anche noi senza viltà.
Sovvengaci che la nostra cautela nei non accettare i Consigli, e nel rifiutare
l’emblema della Schiavitù, siccome ci veniva suggerito dalli Stranieri, è tuttora
soggetto di elogio per nei presso le altre Città delle Stato. Non cadiamo dunque
oggi in una bassezza che potrebbe essere fìttale alle opinioni che godiamo,, e
ài nostri veri interessi.
Rammentiamoci d’essere Italiani, e che la causa nostra è ormai vinta. Dun-
que* riiuna transazione cori Itomaj Dunque nitin legame collo Straniero.
Unione; Religione* e fermezza siano la nostra divisa.
.Bologna io. Giugno iÈSu.

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Estremi cronologici: 1832 giugno 10
Segnatura definitiva: MRI0314
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 39X23 cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Gli avvenimenti Politici di recente accaduti in Parigi ed in Londra sforzano tutti i Gabinetti d'Europa...
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