L’ultima voce del leone tutto è perduto!!!
L’ ULTIMA VOCE DEL LEONE
TUTTO È PERDUTO ! ! !
Questo è l’urlo tremendo col quale il morente leone ha fatto rimbombar la foresta
colla speranza di spaventare gli agnelli, e i conigli, che vivean tranquilli fra i pertugi delle
screpolate montagne, e che pascolavan tacenti negli ampli prati delle sovraposte colline. Ma
a codesto urlo non penetrò nelle orrecchie dei .timidi animali, o fatti arditi e temerarj con-
tro loro natura , 1′ ascoltarono e lo derisero. Invano il Re del bosco scuote irato la giubba,
indarno imbava la terra con la rabbiosa spuma , che dalle fauci gli cola; tutto gli è inutile
gli è forza morire: non ha più artigli per isbranar colle zanne; non ha più fiato onde at-
terrir coltuon della voce : non ha più speme, non ha più risorsa: tutto è perduto; tutto è perduto.
Le belve feroci che nella tana intorno lui si sono radunate a consiglio sono al pari
di lui frementi, e 1′ uno contro dell’ altro digrignando e i denti rodendo stanno per avventarsi
contro rampognandosi a vicenda dell’ esito infelice che riportarono 1′ insidie loro tramate
e fuor di tempo, e senza efficacia.
Chi morder vorrebbe quel!’ angue che trasse lontano il Leone dal covile in cui si vivea So-
vrano : chi vorrebbe sbranar quella tigre, che gli fece vomitare inutilmente il primo rug-
gito minacciante i Padri e i figli della da lui abbandonata famiglia : chi avventarsi vorreb-
be alle zanne di quella Jena, che gli fé rinnovare il secondo ed il terzo ulutato senz’ utile
alcuno , e senz’ alcun giovamento : chi finalmente vorrebbe in brani ridurre quegli orsi di
rossi velli coperti, che il consigliarono e quasi dirò il forzarono a dar fiato a quell’ ulti-
mo grido, in cui solo ogni speranza era riposta, e per coi tenevasi certa ed immancabile
la vittoria. Ora non avendo più nulla da porre in opra, chi guarda in cagneseo nel grugno
sparuto dell’ altro, chi si strappa i capelli, chi il terreno calpesta, chi si straccia le vesti, chi si
morde le dita, e chi la lingua si va coJ denti mordendo. A tale spettacolo che fa il Leone ?
Tutto è perduto, esclama, tutto è perduto ! ! ! Scellerati ! Per voi, per voi soli non ho più
armi d’ offesa, né di difesa. Per voi, per voi detti fuoco all’ unico cannone, che m’ era ri-
masto a far breccia ne’cuori, che ancor sarieno i miei: per voi, per voi mi cadde di ma-
no quel fulmine, che mai doveva in tempi così innopportuni sul popol mio scagliare: per
voi, per voi tenni immobil la destra, che alzare soltanto doveva contro quei lupi che
profanando i miei ovili, bruttarouo di sangue i recinti più rispettabili, e innalzando agli
Dei infernali sacrileghi altari scannarono in essi le vittime più innocenti, e offersero olocau-
sti che innorridir fecero e cielo e terra. Chi, chi se non voi perder mi fece Y ovile e il
gregge ? Chi, chi se non voi in odio 1′ amor suo cangiommi ? Chi, chi se non voi mi ren-
deste zimbello al piano, al monte, al bosco, al prato, ai fiumi, ai mari, al mondo intie-
ro ? Voi foste i miei traditori : non ho più amici : perdetti i buoni, non guadagnai i tristi ;
perdetti nome e fama; non ho più nulla; tutto è perduto ; son disperato ….
Ove sono le Aquile grifagne, delle quali m’ assicuraste l’aiuto de’ loro adunchi rostri,
e dei loro rapaci artigli ?
Ove sono gli astuti Unicorni, che accorrer dovevano in mio socorso?
Dove, dove le torme tutte di quelle arpie feroci, che dovean proteggermi, difendermi,
e ricondurmi al trionfo ?
Ah ! che 1′ Aquile hanno abbassate le teste : ahi che gli unicornj hanno’ spezzata la pun-
ta , ed ahi che le belve hanno perduti i denti. Lor non rimati che la lingua per minaccia-
re ma i loro gridi, saranno, come furono i miei, derisi a scherno e ludibrio. Oh, voi tra
poco sarete tutti con me. Abbandonati dai buoni, derisi dagli empj sarete costretti a di-
sertar dalle tane dorate, e pagar per inospiti lidi, mendicar mano che vi soccorra ; ma non
troverete al par di me dito che vi sostenga, lingua che v’animi, speranza che vi lusinga.
Il nostro tempo è finito. Col mio il vostro crollo è certo. Tentate adunque di far 1′ ulti-
mo sforzo ; unitevi tutti, rannate le vostre forze, spargete i vostri tesori, e se ancora vi
credete in tempo …. ma ohimè che temo vi si ripeta quel troppo tardi, che pur troppo
si è già fatto più e più volte sentire. Temo … ma ogni timore ornai è certezza. Non v’ è
più a Insingarsi, non v’ è, no, non v’è più nulla a illudersi. Altro non vi rimane che unirvi
meco, ed emettere con me 1′ ultimo grido – tutto è perduto, tutto è perduto W
Tip. Tiocchi.