La Spagna al popolo romano
LA SPAGNA AL POPOLO ROMANO
Popolo ingrato, tu passeresti alla posterità
come il più nero, il più infame di tutti gl’ingrati,
se la storia non conservasse la memoria
del popolo delle palme, e degli Osanna divenuto
tre giorni dopo, il popolo del Calvario.
Sì, il popolo romano, e il popolo ebreo
sono al presente i più ingrati della terra. Bisognerebbe
che a Roma non fosse più rimasto vivo un solo cittadino,
un solo cittadino cattolico ed onorato; bisognerebbe che
le madri avessero veduto perire tutti i loro figli f e
che non fosse rimasta nella città santa pietra
sopra pietra, affinchè Roma alzar potesse la
sua fronte senza macchia innanzi alle nazioni
cristiane, le quali le dimanderanno con quella
voce terribile che riempì Caino di spavento :
Dov’ è tuo Padre?
Dov’ è tuo Padre ? Diranno a Roma la
Spagna, la Francia, l’Austria, l’Europa, il
mondo intiero. Tu l’hai veduto attorniato da un
orda di selvaggi, tu hai udito le loro grida
spaventevoli, e tu ti sei rimasta tranquilla al
tuo focolare! (*)… Perchè ci sorprenderemo
della tua mancanza di fede, dell’ amara tua
ingratitudine, della tua codardia, se il vento
pestilenziale della demagogia ha agghiacciato
il tuo cuore, snervato il tuo braccio, curvata
la tua fronte ? …
Intendetela, o popoli romani! non vi fidate
più alla vostra fede, non allegate più i vostri
titoli alla fama di cattolici. Ciò che non
poterono ottenere Ario, Attila, Maometto, Lutero e
Voltaire , il Ministero della demagogia Mamiani,
Galletti l’ha raggiunto.
Se questi fatti non vi scuotono, neppur noi
vi parleremo altro. Tutto sarebbe inutile . .
La Spagna cattolica così dice a Pio IX. «Venite, o
Sovrano Pontefice, venite, venite o sacro
fuggitivo , venite sul nostro suolo nella patria
dei Pelagi,dei Beccaredi, dei Ferdinandi5 noi
siamo poveri, le nostre chiese cadono in mina,
e noi nulla abbiamo per rialzarle, il nostro
clero muore di fame e di miseria ; ma voi
troverete la fede ardente nel cuore di tutti gli
Spagnuoli. Sopra qualunque punto del nostro
suolo vi presentiate, voi troverete l’accoglienza
del cuore ; voi sarete ricevuto qual Yicario di
Gesù Cristo e nostro padre comune. Il più
miserabile, il più povero dei nostri sacerdoti,
il più umile, il più bisognoso dei nostri paesani
vi offriranno le loro persone, la loro vita ,
tutto ciò che sono , tutto ciò che possono.
Felice la Spagna se avesse la ventura
di darvi un asilo aspettando che passi l’orribile
tempesta , che si è scatenata sopra
Roma!
(*) Sì, queste recriminazioni sono aspre, sono veementi, e
immoderate , se si consideri l’abbandono dei principii ed il
torpore universale dei caratteri al giorno d’oggi : ma cessano
d’esser tali, anzi diventano di’ una rara moderazione per chi
pensi all’ articolo nefando di Costantino Reta inserito nel
Mondo illustrato del 16 Dicembre, n. 5o, e ad altre italiane
pubblicazioni di tal fatta. Dove imparzialmente si pratica il
principio della stampa libera per tutti, si comprende la possibilità ,
quantunque infelice, di simili pubblicazioni. Ma che
tali infamie abbiano pubblica circolazione dove d’altra parte ,
con astio e soperchieria incivile si vorrebbe dallo spirito
di parte interdetta la libertà della parola a chi ria la coscienza
certa di difendere i cardini della società propngnande i doveri del
cristiano , questa è tolleranza che si confondo colla licenza, e coll’anarchia.