Foglio aggiunto al Contemporaneo

FOGLIO AGGIUNTO AL CONTEMPORANEO
ROMA 5 DECEMBRE 1848.
La Dieta Italiana, di Bologna ci fa seriamente il viso dell’armi perchè
ardimmo asserire essere colà il Gen. Zucchi per dar mano alla reazione,
e che ne faceva documento una lettera di lui al Ministro Rossi.
Questa lettera non venne fin qu’i publicata perchè il Generale che non
poteva impugnare un fatto proprio qual’ era la lettera, sperammo, fosse
per darci francamente^spiegazioni siffatte donde risultasse essere stato il
Li accio inconsapevole, anziché un collaboratore dell’ altro Ministro: era
nostra speranza, abbiam detto, perche non è certo una gioja agl’Italiani il
veder .perire le loro più illusili rinomanze ; e nel silenzio fummo confermati
dall’aver sapulo che ZUCCHI AVEVA DATA PIENA ADESIONE
AL MINISTERO DEL 16. NOVEMBRE. Ma poiché egli distrugge quest’ ultimo suo fatto,
e sembra voler capitanare V opposizione di alquanti
Bolognesi, e si dubita dell’esistenza dell’accennalo documento, è tempo
di rompere ogni riguardo. Egli scriveva al suo carissimo collega ed amico
queste precise parole: « Non so dirvi gl’infami maneggi e cosa si ordisse
per fare insorgere Bologna, e tutta la Romagna all’ arrivo di Garibaldi,
ma tutti i loro progetti sono sconcertati. Avendo ordinalo che la ciurma
di Garibaldi non entrasse in Bologna , egli solo vi entrò accompagnato
dal P. Gavazzi, e due suoi compagni schiamazzando, strascinandosi dietro
poca canaglia , cosicché né la presenza del Garibaldi, né le prediche
produssero l’effetto che se ne promettevano, ordinai al Garibaldi di tosto
partire e mettersi alla testa de’ suoi seguaci , e di andare senza esitare
a Ravenna ad imbarcarsi , ciò che promise di fare e tenersi tranquillo.
Egli desiderava d’ avere seco il Gavazzi, e questi pure mi fece
domanda di seguirlo , ma non avendolo permesso), avendo anzi messo in
luogo sicuro il santissimo a fare meditazione perì poi mandarlo ancora a
meditare in luogo ove non abbia distrazione… ( anche uu poco di lepidezza )
Era infame il divisamento di ajutar Garibaldi? I Seguaci del generoso che avevano
varcato tanto mare con Lui per combattere e morire
qui, per noi , per l’Italia, erano una ciurma ? era canaglia di popolo
Bolognese che lo acclamava? e l’entusiasmo dell’ammirazione era schiamazzo?
e 1′ imprigionamento del P. Gavazzi perchè voleva legarsi al destino di quel
magnanimo, era un’alto costituzionale? se amare la patria
è delitto fragrante, egli ne era colpevole, e noi insieme, e tutti, fuorché
il cessato Ministero ! . . . . ma perchè non si creda ciò fatto senza intelligenza
del Collega, la lettera viene a dirci poco appresso:
Spero di potere ottenere anche V arresto d’ una persona, che preme
a eoi pure , avendo mandato sulle sue ìraccie , il quale avendo seco una
trentina d’uomini a cavallo , sta meditando iniqui progetti. Un distaccamento
di 150 Dragoni uniti con trenta Carabinieri da una parte e
100 Svizzeri dall’ altra onde impedirle la giunzione a Ravenna con Garibaldi:
siccome come ho saputo di positivo, tali erano i loro concerti ,
per poi fermarsi in terra ferma, ho ordinato al Comandante del distaccamento
di ordinarle d’ arrendersi, e seco venire a Bologna, e nel caso
che non volesse obbedire , e mostrare di resistere , che le faczia fuoco sopra.
Per Dio , se non sì prendono misure energiche i ribaldi finiranno
per comandare e far la legge. Voi sapete ch’io non sono uomo a transazioni ,
sarò felice quando vedrò quieto e tranquillo lo Stato del nostro
Santo Padre, ciò che influirà non poco alta tranquillità degli altri Stati.
Erano ribaldi i trenta uomini a cavallo che voleano giungersi a Garibaldi?
contro costoro si doveva far fuoco? dalla distruzione della parte più
valorosa , e ardente di patria doveva dunque dipendere la quiete del nostro
Stato, e la quiete degli altri Stati? che cosa deve intendersi per
questa quiete ? … oh ! Spezziamo dunque le nostre Spade; perchè pensare
all’Italia? è forse la nostra patria? ed anche la patria ha dritto
forse sul nostro sangue ? ma non può esser felice sotto il bastone tedesco ? . .
ma si, si: Bologna fu rea quel giorno che cacciò a furia di popolo gli Austriaci:
Non sono fratelli ? perchè non dobbiamo accettarli al
nostro Convito ? e che dritto aveva Bologna pili di Garibaldi a cacciare
gli Austriaci? Oh ! ci rispondono, che gli Austriaci erano in atto d’ invasione ,
e però si doveva respingerli. Avete ragione. L’ italia è in Bologna : gli Austriaci
debbono star sempre dove stanno , e cos’i io Stato Romano e gli altri Slati Italiani
saranno quieti e tranquilli ! Sono stato avvertito quasi officialmente che Garibaldi
non si voglia ricévere a Venezia , ma questo rifiuto stato fatto ad arte , e combinato
col medesimo per
avere un pretesto dopo di essere stato un giorno in mare tentare di sbarcare ed
unirsi a coloro che spera d’incontrare , ed unirsi seco , cosi ho
subito ordinato a ducento Svizzeri di portarsi subito a Ravenna con due
pezzi di cannone ben provisti di munizione coli’ ordine d’intimare a
chiunque si presentasse armato o in grossa ciurma di proibirglielo, e nel
caso d’ opposizione , mitragliarli . , . nel momento che stava per chiudere
la lettera ho ricevuto il rapporto per staffetta , che Garibaldi si è fermalo
a Faenza sotto pretesto di riposarvi i soldati, ma invece per aspettare gente ,
e per combinare con emissari movimenti, e fare proseliti avendo stampati ed affissi
proclami : ho ordinato subito al Gen. Latour
uomo di esecuzione di partire onde intimare al Garibaldi di proseguire
la sua marcia accompagnarlo a Ravenna , farlo imbarcare , e nel caso
di opposizione , farlo arrestare . . . Io tengo mano ferma , e mi rido
di coloro che dicono che sono un traditore e partigiano dei tedeschi, infatti ho
gran motivi di amarli.
Quest’ ultima frase siamo ben luugi dal volerla prendere in «rio ,
essa è una frase ironica; No, noi non crediamo ch’egli sia partigiano de*
Tedeschi scientemente, ma crederemo ch’egli avesse da Rossi il mandato
di distruggere l’entusiasmo delle Romagne contro l’oppressione austriaca.
Forsechè Garibaldi, e i suoi seguaci , e i giovani Romagnoli che ne avrebbero
seguito la bandiera , erano forse là per far guerra al governo di
Roma, o non invece all’oppressione straniera? e se contro l’Austria avrebbero
mosso le loro armi, non doveva un Generale italiano, che si
professò italianissimo sempre, che aveva giurato dì propugnare l’indipendenza
della patria, Ministro d’uno stato bisognoso di combattenti, e di
capitani, non doveva piuttosto venire ad accordi, e vedere come tanto tesoro
di coraggio si fosse potuto spendere a prò della patria comune? e
doveva invece ordinare l’arresto d’un prode, e farlo segno alla mitraglia,
come se la salvezza d’Italia dovesse dipendere dallo slerminiode’più eletti
fra i suoi figli ? Quando si fosse saputo che Garibaldi era stato trucidato
dalle armi italiane, dalle Romane, avrebbe creduto il general Zucchi
di aver reso un grande servigio all’onore alla dignità del governo, o non
ci avrebbe invece infamalo per sempre innanzi a tutti i fratelli d’ Italia?
mitragliare! ma dunque il petto d’un Generale che palpitò tanti anni per
la patria, onorato di gloriose cicatrici non debb’essere agli occhi d’un’altro
generale qualche cosa di più rispettabile, che il petto d’un’assassino ?
Dunque la condotta di Zucchi non può spiegarsi che per due modi :
La spiegazione obbrobriosa noi la rifiuteremo; e diremo invece, che il
suo collega ed amico, il quale dovea conoscerne l’indole e le abitudini ,
e che non lo avrebbe chiamato al Ministero se non avesse creduto di farne
cosa tutta sua , lo inviasse a Bologna per ristabilirvi 1′ ordine contro i
perturbatori delle vile e delle proprietà dei cittadini, e fin qui la missione
non poteva esser meglio affidata perciocché stando alle relazioni de’
Periodici Bolognesi, e a ciò stesso che ne scrive Zucchi nella medesima
lettera , fu in grado di rendere grandi servigi : ma siccome al collega premeva
principalmente la compressione dello slancio patriottico, o almeno
che il patriottismo non si organizzasse sotto le bandiere di Garibaldi, il
quale avrebbe ridestata la guerra contro dell’Austria, che d’altronde si
voleva tranquilla e sicura dalla politica de’gabinetti Italiani, crediamo,
che dasse a credere al general Zucchi che la causa di Garibaldi e de’ Patriotti
non tendesse ad ahro che a mantenere il disordine interno, e che
perciò dovessero esser considerati siccome ospiti infesti , e da distruggere.
Come spiegare altrimenti, che Zucchi sperava di rendere la tranquillità e
la quiete ai stali Italiani colla distruzione di Garibaldi, e suoi partigiani?
che rapporto vi aveva fra la guerra all’Austriaco, e la quiete dei stati
Italiani? certo è, che durante una guerra contro gli Austriaci, i stati italiani
non potrebbero esser tranquilli di quella tranquillità che si soffre in
tempo di abbandono, o che si gode dopo la vittoria; guai a quel popolo
che credesse far guerra con una beatitudine d’ animo incuriosa ed arcadica.
Qual pace adunque si voleva mantenere fra noi ? parliamoci francamente si
voleva che si estinguesse l’entusiasmo nazionale; ecco la pace italiana,
collaborata dalle trattative Piemontesi: dalle bombe Napoletane,
dalla compressione violenta divisala dal cessato Ministero. Sapeva o nò il
general Zucchi di servire a questo divisamento? La sua lettera persuade
all’affermativa più che al contrario; era del suo onore il dichiarare e
spiegare i propii fatti.
Ora però che fa fronte agli ordini del Ministero dopo aver dichiarato
di riconoscerne la legalità, e prima di sapere la diffidazione, quantunque
incostituzionale, del Papa, che dovrem dire di lui? diremo che come erasi
posto a’servigi di Rossi, oggi siasi posto in servizio dell’Opposizione
dichiarala da pochi Bolognesi alla Capitale? S’egli è italiano, se la sua
coscienza è pura ed incontaminata , la più luminosa prova ei può darne
se dirà a quelli ingenerosi che vogliono sollevare la illustre Bologna contro
di Roma: ,, Sciagurati ! che potete sperare da questa reazione? che
il sacro camauro venga a collocarsi all’ ombra della Garisenda ? oh ! seppure
ciò fosse , non comprendete che il trionfo di questo egoismo sarebbe
breve, e che la vostra ignominia sarebbe eterna? avete cacciati gli Austriaci
per gittare poscia la sfida della guerra civile? e non sarete allora
perduti per sempre? Considerate a sangue freddo la condotta del popol
di Roma; e che vi troverete di malvagio? Ha distrutto un Ministero il
quale aveva osato di voler contaminare la mia spada, e la mia fama; ha
ridestato il grido di Nazionalità; e alla Nazionalità non si arriva, per dio,
colle reazioni , e colle discordie! ,,
La lettera del Gen. Zucchi polrà farsi visibile a chiunque dubitasse,
e specialmente a coloro che disertarono la causa dell’unità del nostro Stato
fidenli di poler contare sulla spada d’un Generale , che si faccia il sostegno
dell’opposizione. Ma il General Zucchi vorrà, speriamo, esser convinto che
questo è tempo di dissipare con una patriottica condotta i dubbi del passato,
e non di addensarne altri sulla sua canizie che vorremmo
incontaminata.
È la prima volta che il Contemporaneo degna di risposta i vili sospetti ;
noi non avremmo aspettalo altra volta di esser condotti alla necessità di
difendere la nostra fede dagli attacchi di un Giornale, qual già
era, la Dieta Italiana; e né vorremmo oggi alimentare una lotta, se quel
Giornale non tendesse a far complice delle opinioni sue la generosa Bologna ,
la fida amica de’nostri destini.
Tip. Tiocchi.

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Estremi cronologici: 1848 dicembre 05
Segnatura definitiva: MRI0187
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 38X25,5 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Tiocchi, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: La Dieta Italiana, di Bologna ci fa seriamente il viso dell'armi...
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