Pius P.P. IX.
PIVS PP. IX
Romani ! Ai desideri! rostri, ai vostri timori ,
non è sordo il Pontefice che in ormai due anni
ha da voi ricevuto tanti segni di amore e di fede.
Noi non Ci ristiamo dal continuo meditare
come possano più utilmente svolgersi e perfezionarsi,
salvi i Nostri doveri verso la Chiesa ,
quelle civili (-istituzioni che abbiam poste non
da alcuna necessità costretti , ma persuasi dal
desiderio della felicità dei Nostri popoli e dalla
Stima delle loro nobili qualità . Abbiamo volti
altresì i Nostri pensieri al riordinamento della
milizia prima ancora che la voce pubblica lo
richedesse ; e abbiamo cercato matto di avere
di fuori Ufficiali che venissero in aiuto a quelli
che onoratamente servono il Governo Pontificio .
Per meglio allargare la sfera di quelli che
possano con 1′ ingegno e con 1′ esperienza Concorrere
ai pubblici miglioramenti, avevamo pur
provveduto ad aWreSceve nel Nostro Consiglio
de’ Ministri la parte laicale. Se la concorde
volontà dei Principi da cui V Italia riconosce
le nuove riforme è una sicurezza della conservazione
di questi beni con tanto plauso e con
tanta gratitudine accolti , Noi la coltiviamo serbando
e confermando con Essi le più amichevoli relazioni .
Nessuna cosa insomma che giovar possa alla tranquillità
e alla dignità dello ?tato sarà mai negletta , o
Romani e sudditi Pontificii , dal vostro Padre , e
Sovranno’, che dalla sua sollecitudine per voi
ri ha date le prove più certe , ed è pronto a
darvene ancora , se sarà fatto degno di ottenere da DIO
che infonda nei cuori vostri e degl’ Italiani tutti Io
spirito pacifico della sua sapienza : ma è
pronto altresì a resistere con la virtù delle già
date istituzioni agi’ ìmpeti disordinati t come
aarebbe pronto a resistere a domande non conformi ai
doveri Suoi e alla felicità vostra .
Ascoltate adunque la voce Paterna che
v’ assicura : e non vi commuova questo grido
che esce da ignote bocche ad agitare i popoli
d’ Italia con Io spavento di una guerra straniera
aiutata e preparata da interne congiure
o da malevola inerzia de’ governanti. Questo
si è inganno : spingervi ! col terrore a cercare’
la pubblica salvezza nel disordine : confondere
col tumulto i consigli di chi vi governa: e con.
la confusione apparecchiare pretesti ad una
guerra che con nessun altro motivo si potrebbe
rompere contro di Noi . Qual pericolo infatti può
sovrastare all’ Italia finché un vincolo di
gratitudine e di fiducia , non corrotto
da nessuna violenza, congiunga insieme la forza
dei popoli con la sapienza dei Principi ,
con la santità del diritto? Ma Noi massimamente ,
Noi Capo e Pontefice Supremo della
santissima Cattolica Religione % forsechè non
avremmo a Nostra difesa , quando fossimo
ingiustamente assaliti, innumerevoli Figliuoli che
sosterrebbero come la casa del Padre il centro
della Cattolica unità ? Gran dono del Cielo
è questo fra tanti doni con cui ha prediletto
l’Italia: che tre milioni appena di sudditi
Nostri abbiano dugento milioni di fratelli
d’ ogni nazione e d’ ogni lingua. Questa fu in
ben altri tempi , e nello scompiglio di lutto il
mondo romano, la salute di Roma . Per questo non
fu mai intera la rovina dell’ Italia.
Questa sarà sempre la sua tutela, finché nel
suo centro starà quest’ Apostolica fSede. Oh,
perciò benedite GRAN DIO 1′ Italia , e conservatele
sempre questo dono di tutti preziosissimo , la fede !
Beneditela con la Benedizione che umilmente vi domanda ,
posta la fronte per terra, il vostro Vicario . Beneditela con
la Benedizione che per lei vi domandano i
Santi a cui diede la vita , la Regina dei Santi
che la protegge, gli Apostoli di cui serba le
gloriose reliquie , il vostro Figlio Umanato,
che in questa Roma mandò a risiedete il suo
Rappresentante sopra la terra.
Datum Romae apud Sanctam Mariam Majorem die x Februarii Anni MDCCCXLVIII
Pontificatus Nostri Anno Secundo
PIVS PP IX
DALLA TirOGRAFIA DI ANGELO AjANI