ESTRATTO
Dall’ Alba N. 29. del 18 Agosto 1847.
Perugia. É stato pubblicato il seguente Manifesto.
Anco gli Ordini regolari a Perugia sentono di essere Cittadini;
e intendono bene il grave debito che loro incombe di giovare il meglio
che possono alla Patria comune . Che se a loro non è concesso cingere
al fianco la daga, e vestire il capo dell’ elmo, sanno che non è loro
disdetto salire all’ Orebbo a sorreggere le braccia al gran
Sacerdote ove fosse duopo implorare aiuti dal Cielo a sterminio dei
nuovi Amaleciti che osassero contendere la via ai figli d’ Israello .
Ricordano che le preghiere sollevate , e i Crocifissi inalberati dai
Cappuccini nella gran giornata di Lepanto giovarono a rintuzzare
]a musulmana ferocia, è non ignorano che il grande esercito dei
Frali non fu di picco! prò al Paoli, e che a Legnano e a Genova
il clero secolare e regolare non fu spettatore ozioso in quelle segnalate
vittorie . A un grido del magnanimo PIO non saranno meno
pronti e solleciti a salvare le belle contrade , e al suono del tamburo
mesceranno i rintocchi delle campane , e canteranno il salmo
delle vittorie ; mostrando al mondo che fu una solenne calunnia il
sospettarli poco amici di PIO , e della Patria .
Iddio ierrà di certo lontano per sempre il giorno del conflitto, e
siano dette queste cose sol per mostrare che anche i Regolari hanno
cuore in petto che palpita per la gloria della FEDE, della PATRIA,
di PIO. Oggi basta il pacifico ulivo, e lo stringersi in santa alleanza :
ma perché le parole non si mostrino sterili di fatti, tutte le Comunità
religiose vogliono che del loro denaro sia provveduto in parte
all’ armamento della gloriosa guardia, e confidano che questi leali
loro sentimenti , più che la tenue obblazione, siano ricevuti come
picciola arra del loro buon volere, e del caldo zelo per l’ ordine, e
la universale tutela.