Concittadini!

CONCITTADINI !
In sul ripartire pel campo ho la soddisfazione di aver potuto compiere in mezzo di
Voi ad una doppia missione: la difilata dei Napoletani, la quiete e la legalità di Bologna.
Godo quindi non essere stato inutile alla gran causa d’Italia, e alla mia Patria.
Ma io non mi sono risoluto a parlare fra Voi contro l’immaturità e la fatalità di una
pseudo-repubblica minacciatavi, se non perchè io non saprei transigere coi miei principii.
Partito indipendente da Roma, e col solo incarico di predicare l’indipendenza Italiana, io
ho sempre, e dovunque, fulminata la petulanza di coloro, che trasnaturavano i termini
della grande quistione per impicciolirli in Gestioni secondarie, le quali non possono aver
merito e titolo, che a guerra vinta. Io ho sempre inculcato di aver prima un’ Italia, poi si
penserebbe alla forma dell’ italico reggimento-, e non mi sono mai trascurato di gridare ai
fanciulli, ogniqualvolta ho trovato italiani intesi a deliberare sul modo di essere , prima di
essere realmente.
CONCITTADINI! Voi mi conoscete, e ad ogni evento io vi avrò a testimonio della mia
italiana predicazione. No, io non avrei mai profanate le orecchie de’ miei fratelli sui nuovi
ordinamenti d’ Italia in un tempo che 1′ Italia è anche contaminata dallo straniero, se prima
di me gli oziosi dei nostri crocchi non avessero profanati i cuori italiani tentandoli a
decidersi, e subito, per la finalità di una parte degli italici reggimenti. Ma quando io ho
visto co’ miei occhi, e toccato colle mie mani il danno immenso, che cagionava negli eserciti
questo favellar degli imbelli, allor io ho manifestato a Voi, come altrove, più potentemente
che mai, i miei liberi sensi, nemico egualmente a nuovi regni, che a nuove repubbliche. –
BOLOGNESI ! io Vi chiamo in testimonio di questa mia indipendenza, indipendenza
con che partimmo da Roma, e colla quale io ho fiducia di egualmente ritornarvi: Vi chiamo
in testimonio , che io ho parlato gli eserciti , i popoli, le città , perchè si conservino
aiproprii governamenti fino a guerra finita, quella essendo T unica via per riuscire a libere
discussioni. Vi chiamo in testimonio, che.io sono sempre stato di PIO, che ho sempre mantenuto
a PIO il cuore della Crociata , contento di essermi nel dì del cimento trovato in
mezzo ai fratelli, che non combattevano che nel nome di PIO. Vi chiamo in testimonio del
mio rispetto portato a tutti, che non fossero patentemente traditori della Nazione, e che
io non dichiarai tali se non coloro, che parteggiavano per lo straniero.
CONCITTADINI! grato al vostro affetto per me, e alla fedeltà da voi giurata l’altrieri
per lo mio mezzo al nostro angelico PIO , oggi io’Vi chieggo di nuovo favore ; certo che
non mei vorrete ricusare. Vi ricorda ciò che in altro tempo io vi dissi ? morte a nessuno,
fuorché all’ Austriaco ; né a costui , che nel solo caso persistesse a contaminare questa sacra
terra italiana. – Non fate dunque, che altri oda, o legga fra Voi,? morte ai fautori della
repubblica ? quandoché con tal nome i malevoli e i venduti potrebbero designare delle
vittime innocenti. Non è da generosi T insultare ad un partito vinto prima anche di manifestarsi.
Voi sapete, che io parlo sempre dal mio solo cuore, e non da altrui o convinzione o
lusinga. Ma il mio cuore a Voi si prega , affinchè vogliate consentire la quiete del cittadino
a chi tra Voi non oserà punto sturbare la pace della patria. Spero che questa parola di
perdono e di moderanza non Vi suonerà discara, perchè Vi conosco capaci di comprenderla e
di eseguirla. Così quelli che volevano disturbare 1′ ordine delle nostre leggi , e forse
minare le speranze ornai mature della causa italiana, impareranno dal Vostro contegno, che
se è impossibile vincere un popolo di PIO da’suoi doveri civili, è altrettanto difficile l’alienarlo
dai sentimenti gentili e generosi del Papa Amnistiatore.
BOLOGNESI! io mi ringrazio a Voi di avermi meglio conosciuto, che altri. Io mi ringrazio a Voi
di avere onorato coi fatti la mia missione cristianamente italiana. Non meraviglio che altri
la rida, e la trasnaturi: mi conforta il pensiero, che Cristo per compenso a
tanta sua divina predicazione, fu trattato presso il Sinedrio ed i Giudici da bestemmiatore e
da ribelle. Ciò basti ad ogni mia scusa. Ma Voi che mi sapete, Voi (anche morto io
coi prodi Crociati) ricorderete ai vostri figliuoli, che io non predicai d’ altro i popoli y cW
della indipendenza d’Italia, e della pace delle patrie: con tai sentimenti nel cuore non mi
spaventa l’idea della morte: MI TROVERÀ’ SEMPRE ITALIANO.
Bologna 4- Giugno 1848.
ALESSANDRO GAVAZZI
Barnabita Bolognese, Cappellano Maggiore della Crociata Italiana.
N.B. il prodotto del presente Indirizzo , detratta la pura spesa di stampa, verrà erogato da S.
E. il Signor Senatore a benefizio di qualche famiglia miserabile avente un Crociato nel’ Esercito
Pontificio. ? Si vende alla Tipografia Sassi nelle Spaderie, e al Negozio Librario Rocchi
sotto il Portico del Pavaglione, al prezzo di Baiocchi 3.
TIP. SASSI

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Estremi cronologici: 1848 giugno 04
Segnatura definitiva: MRI0139
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 40X27 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Gavazzi Alessandro
Tipografo (ente): Sassi, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione. Timbro di possesso Patrizio Antolini.
Descrizione del contenuto: Incipit: In sul ripartire pel campo ho la soddisfazione di aver potuto compiere in mezzo di Voi ad una doppia missione...
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