Chi tira e chi allenta
Chi TIRA E CHI ALLENTA
Se si vuole che l’azione d’una macchina ottenga il
suo effetto , bisogna che le molle, le ruote, od altri or-
digni da cui è composta , e la potenza degli uomini che
ne regolano i movimenti coincidano tutti ad uu sol punto,
alla unità dell’ azione medesima. Ma se uaa ruota, se uua
molla rimane inattiva , e non fa il suo officio, se tra le
persone incaricate di dirigerla, uno fa il suo dovere, 1′ al-
tro lo trascura ; e peggio ancora , se come suol dirsi, u-
no tira, mentre che V altro allenta, allora la macchina
non da più nessun risultamento, e forse anche segue di
peggio, poiché consumando in sé stessa le proprie forze,
corre incontro ad una totale distruzione.
Quel che accade fisicamente, accade eziandio alla mac-
china morale dell’ edificio sociale. Se tutti i congegni ond’ è
composta la macchina dello stato non vanno unisoni, non
procedono di pieuo accordo, se mentre una ruota si muo-
ve 1′ altra sta ferma, lutto rimane arrestato, tutto si rende
stazionario, ed anzi si può riputarsi ancor fortunati se la
cosa si riduce ad un semplice arenamento, poiché d’ ordi-
nario son anzi ben più tristi le conseguenze.
Crediamo che nessuno negherà queste verità incontestabi-
li j e ciò ritenuto , se esaminiamo imparzialmente in qual
modo agisce in giornata la macchina morale dello stato Pon-
tificio , ci è pur forza di confessare che trovasi in pieno
disordine, per difetto di concorso di tutti gli ordigni desti-
nati a farla muovere regolarmente e che perciò si può dire
con tutta ragione chi tira chi allenta»
Vi sono quelli che vogliono la guerra e guerra attiva
onde sostenere il santo principio della indipendenza, e della
nazionalità d’Italia, e costoro a buon diritto sostengono
che questi beni preziosi non sono ottenibili, se non colla
cacciata degli Austriaci oltre ile Alpi che sono i naturali
confini della bella penisola. Vi sono altri i quali sono di
opinione che ognuno pensi per sé, e perciò sostengono
non doversi attendere che ad una guerra difensiva dello
Stato. Altri vi sono i quali teneri dell’ Austriaco, perchè
all’ ombra della sua protezione si mantengono nell’ eserci-
zio del Potere , degli abusi, degli arbitrj, abboriscono che
gli sia falla guerra qualunque sia. In questo conflitto , 1′ Au-
striaco invade le frontiere dello Stato, vi esercita violenze,
vessazioni, rapine, devastazioni, con danno gravissimo di
quelle popolazioni. Prontissimi ed energici provvedimenti
sarebbero necessari per allontanare dal nostro territorio ,
chi si è apertamente dichiarato nostro nemico; né ciò
basterebbe poiché per ottenere la sicurezza avvenire dello
Stato Pontificio, non devesi combattere 1′ Austriaco in ri-
va al Pò, ma sibbene sui campi Lombardi, e su quelli
della Venezia. Ciò lo riteniamo di tutta necessità, ma il
fatale chi tira chi allenta , fa che tardivi, e molli sono i
provvedimenti, che inutili si rendono le energiche misure
che vengono decretate , poiché se con queste si tira non
si ottiene il voluto effetto , attesa l’inazione di coloro che
devono eseguire, i quali invece allentano- Frattanto ne
profitta l’Austriaco, che sempre più insolentisce.
Tirano coloro i quali gemono sulle piaghe dello Stato ;
che conoscono il baratro delle nostre finanze , le dilapida-
zioni che ingojano la fortuna pubblica; che anelano d’in-
trodurre le tanto aspettate, e sospirate riforme; che vor-
rebbero poter soccorrere alla ognora più incalzante miseria
del Popolo. Allentano a gara i subalterni, che profittarono
e profittano dell’ oscurità del disordine del caos nelle am-
ministrazioni ) quindi frappongono intoppi , dilazioni, pre-
testi per impedite la luce che scuoprirebbe i loro turpi ma-
neggi : e così la migliore volontà resta inceppata j le cose
procedono sullo stesso piede, nessun miglioramento è in-
trodotto , e quei tali se la godano in santa pace come per
lo passato.
Tirano coloro che vorrebbero col fatto attivate le nuove
liberali politiche inslituzioni ; che aspirerebbero a qualche
utile allargamento di esse in quelle parti che ne sono su-
scettibili , per conseguire lo scopo cui sono dirette ‘, che
bramano vederne emergere il bene che dovrebbero produr-
re. Allentano quelli che per la loro posizione dovrebbero
in ciò concorrere, ma invece nascostamente le contrariano,
opponendo, se altro pur non facessero di peggio, una ri-
provevole inerzia, perchè in quelle istituzioni vedono la
caduta del loro regno. Con ciò fanno in modo che il tutto
finora consiste in belle parole e niente più.
Tirano coloro che vorrebbero vedere finalmente riordi-
nata 1′ amministrazione della giustizia distributiva, sempli-
ficata , e reso più facile il regolare corso di essa ; diminui-
tone l3 eccessivo ributtante dispendio ; fatta imparziale pel
ricco, e pel povero. Allentano coloro che nell’ ordinamen-
to tuttora vigente ebbero sempre campo d’opprimere il
debole, di provocare le ingiustizie, o se non altro pro-
trarre ali9 eternità nei casi evidenti la giustizia onde cosi
stancare Y onesto litigante. Allentano coloro che ingrassa-
no nelle esorbitanti tariffe, negli abusi negli arbitrj che si
commettono all’ ombra del santuario di T^mi. E per con-
seguenza le cose restano sempre quali erano, ed invano
si invoca il promesso, lo sperato ordine migliore.
Tirano coloro che aspirano a veder fiorente il commer-
cio, protetta l’industria, promossa l’agricoltura, favorito
il ben essere del popolo ne’ suoi giornalieri bisogni alien”
tono coloro, che del commercio dell’ industria ne fanno
un monopolio riservato ai ricchi capitalisti ; coloro che non
vogliono vedere ripartita la proprietà , ma amano che sia
sempre vincolata , e ristretta in pochi possidenti d’immense
tenute ; coloro che immuni da ogni sorveglianza arricchi-
scono con nefandi soprusi sul minuto popolo 5 coloro che
esercitano impunemente la più sfacciata usura. Perciò men-
tre da una parte si tira e dall’ altra si allenta, tutto cam-
mina sul piede di prima, ed il Popolo soffre orribilmenlèj
non ben si comprende chi comanda, chi ubbidisce, l’anar-
chia s’ introduce dovunque.
Sembra che sarebbe ormai tempo che cessasse questo
stato di cose ; sembra che si dovrebbe oramai essere pene-
trati dalla massima che nuove istituzioni esigono indispen-
sabilmente uomini nuovi. E inutile il credere di potersi af-
fidare negli addetti all’ antico sistema. Fintanto che costoro
rimarranno in carica, continuerà il funesto chi tira chi
allenta : allora soltanto si riuscirà a vedere che le nuove
istituzioni non sono un vano giuoco di parole, allora sol-
tanto se ne corrano i benefizi, quando tutti gli incaricati
di far muovere la macchina morale dello stato intenderai
no all’ unità di azione, e tutti concorreranno a farla cam-
minare regolarmente, operando ognuno di buona volontà
all’ esecuzione dell’ assegnatogli officio.
Tip. Tioechi.