Supplemento al N. 66 del Diario di Roma
SUPPLEMENTOAL N. 66 DIL DIARIO DI ROMA
ROMA 17 Agosto 1847
Nell’articolo 103 del Congresso di Vienna fu riservato ti
S. M. I. R. A. il diritto di guarnigione nelle Piazze
di Ferrara e di Comacchio. Nella considerazione peraltro,
che siffatta riserva oltre all’ essere del tutto contraria
alla libera ed indipendente Sovranità della Santa Sede
ed alla sua neutralità, poteva esporla a spiacevoli conseguenze,
portando pregiudizio a’suoi diritti ed intralciandone P esercizio,
il Cardinal Consalvi si vide obbligalo di protestare formalmente
come su queir articolo, cosi contro simili altre disposizioni
contrarie agi’ interessi del dominio temporale dei Papi, che
furono stabilite 0 conservate nel suddetto Trattato. Si richiese altresì
dal medesimo Cardinal Consalvi, che questa protesta
emessa in nome della Sa. Me. di Papa Pio VII e della
Santa Sede Apostolica sotto data del 12 giugno 1815,
venisse inserita nel Protocollo degli Atti del Congresso.
Ma la stessa riserva limitala precisamente alle sole
Piazze, e perciò esclusiva dell’ interno delle Città e di
qualunque altro luogo, con aperta lesione della Sovranità
Pontificia, si è voluta, anche in altre epoche, eStendere
dai Comandanti delle divisale piazze alla occupazione di
posti affatto separati e lontani dalle due
Fortezze e quindi non compresi nei limiti come sopra stabiliti.
La Santa Sede peraltro, senza abbandonare giammai
la speranza di vedere rimosse dalle due Fortezze le
guarnigioni austriache, ha sempre insistito perchè queste
si astenessero almeno dall’ oltrepassare i confini
della riserva fatta a favore dell’ Austria nel Congresso
di Vienna; e tornando inutili le sue giuste insistenze,
ha credulo suo debito di rinnovare, quante volte una
dura necessità ve la costrinse, i suoi antichi reclami,
onde conseguire, se non altro, che dal suo silenzio
non si traesse argomento di acquiescenza. E ciò faceva
la Santa Sede forte nel significato naturale della parola
Place, che coarta alla Cittadella e non estende alla Cillà
il soggiorno ed il servizio della guarnigione austriaca ;
come ancora, e mollo più, nella spiegazione in tutto
conforme al prefalo senso restrittivo, che fu data in
Vienna al Cardinal Consalvi da chi per la sua Rappresentanza
poteva autorevolmente a Lui darla, e di cui
si conserva documento autografo dello slesso Porporato,
il quale non dubitò di valersi della suddetta spiegazione
in una Nota che diresse nel 1817 al sig. Cav. Gennolle
in allora Incaricato d’ Affari della 1. e R. Corte di Austria
presso la Santa Sede.
Ed era bene a rallegrarsi, che da parecchi anni a
questa parte non si fosse apprestata dalla guarnigione
austriaca nuova occasione a somiglianti doglianze, e che
perciò corrispondesse il fatto Loro al senso restrittivo
sovrindicato. Ma da ciò stesso è facile il comprendere
quanto disgustosa sorpresa abbia recato alla Santità, di
Nostro Signore l’inatteso annunzio di un numeroso rinforzo
di truppe austriache spedilo a Ferrara, e colà introdottosi
il giorno 17 del decorso mese con apparenze
del lutto ostili. E tanto più se ne afflisse il Santo Padre
in quanto che siffatto ingresso, del quale l’Emo
Preside fu prevenuto soltanto il giorno innanzi dal Comandante
la guarnigione colà stanziala, poteva esser
fecondo di spiacevoli e eompromillenti risultati. La quiete
peraltro mantenuta al primo mostrarsi delle truppe di
rinforzo non liberava il nostro Governo da ogni apprensione
per 1′ avvenire. Quindi 1′ Emo Segretario di Stalo
fece pregare istantemente il sig. Generale Radetzky a dare
le disposizioni opportune, perchè tutta la guarnigione si
tenesse almeno concentrata nella fortezza.
Ma pur troppo siffatte insinuazioni rimasero prive di
effetto. Poiché sulla semplice relazione di un Capitano
austriaco, riportala nel Supplemento al num. 64- del Diario di Roma,
ebbe luogo l’attivazione arbitraria ed illegale delle pattuglie
nell’interno della Città, a fronte ancora delle assicurazioni
date dall’ Emo Preside che sarebbesi proceduto alla verifica
del fatto narrato per provvedervi come di legge, e che si andavano
in un tempo ad adottare le misure opportune, onde impedire la
rinnovazione di simili inconvenienti. Fu allora che 1′ Emo
Preside emise la protesta testualmente inserita nel suddetto
Supplemento : e Sua Santità , dopo averla pienamente approvata,
ne ordinò all’ Emo Segretario di Stato la conferma e la pubblicazione.
Dopo ciò si riteneva che il Comando Austriaco avrebbe fatto buon
diritto a si giuste rimostranze; ma invece nuovo motivo di amarezza
oggi si appresta al cuore di Sua Santità , ed al Suo Governo altra
forte ragione di reclamo. Dappoiché il Signor Tenente Maresciallo
Àuersperg avendo manifestalo con apposito indirizzo,
in data del giorno 8 corrente mese, all’ Eminenlissimo
Preside la sua sorpresa perchè si era affidata ai cittadini la
custodia delle carceri, gli espresse eziandio l’intendimento di
protestare non solo, ma di munire ancora colle sue truppe la
gran-guardia della Piazza e le
porte della Città se questi posti venissero coperti dalla
Guardia Civica. Non mancò Sua Effiza Rma con risposta del successivo
giorno di rammentargli anche in lale
circostanza i diritti incontestabili dalla Santa Sede nel
libero esercizio della sua temporale Sovranità ; aggiunse esser
vera la disposizione da lui data intorno al servizio delle carceri,
e concluse che ove si fossero occupati gli altri posti nel modo
succennalo, non trovava egli motivo a proleste e molto meno all’ effetto delle
minacciale occupazioni per parte del Comando Austriaco. A malgrado però
di tali osservazioni il signor Tenente Maresciallo, per comando
avutone dal Signor Maresciallo in capo Conte Radetzky, fece
occupare militarmente i posti della gran guardia e delle quattro
porle della Città.
N’ era giunto poco prima P avviso al Preside Emo
col mezzo del Maggiore Comandante il battaglione de’
Cacciatori, accompagnato dall’ Ajutante del comando
della Fortezza, che all’ ingresso del Castello lasciarono
altro Ajutanle con tre militi, oltre i cavalli e le carozze a
loro disposizione. Ed anche innanzi che se ne desse
in tal foggia I’ avviso tenevansi diffilale le truppe a
piedi ed a cavallo, con artiglieria sulla spianala della
Fortezza. Si adoperò, ma invano, l’illustre Porporato
perchè almeno la occupazione si portasse all’ alba
dell’ indimane, onde non eccitare d’ avvantaggio gli
animi dei cittadini già per i fatti antecedenti gravemente
commossi. Si volle eseguire la occupazione
un’ ora circa dopo il mezzogiorno, al cospetto di
grande moltitudine, che col suo nobile e dignitoso contegno
non sembrava apprestare minor garanzia per la
conservazione dell’ordine e della pace di quello stesso
militare apparalo. 11 Santo Padre ha saputo bene apprezzare
nella vasta Sua mente e nel Suo cuore impareggiabile la
condotta del popolo di Ferrara, e con una
lagrima di paterna riconoscenza ne lo benedice. Deh !
non avvenga giammai, che abbia Egli a versare altre
lagrime per un conlegno men ponderato e prudente de’
Suoi sudditi e figli, oltre quelle espresse dalla gratitudine
e dall’ amore. Noi le vedemmo già scorrere in abbondanza queste
preziose lagrime, allorché si accese nel
petto di lulti una nobile gara, unica al mondo, di attestargli
per mille modi i teneri sensi, che il nostro petto
era incapace di contenere. Ora sia nuovo argomento
della nostra filiale tenerezza il contracambiare con altrettanta
fiducia quella che in noi ripose illimitata il
migliore dei Sovrani. Corrispondiamo a questa slessa fiducia
colla moderazione dei desiderj e colla pazienza,
per vedere sviluppali i semi delle convenienti riforme,
che sono state gettate, e che esiggono tempo pel compiuto
sviluppo. Non eccitiamo 1′ odio di alcuno, rispettiamo le
Nazioni tutte ; e ricordandoci di essere sudditi
del Vicario di un Dio, non dimentichiamo che le armi
più sicure per vincere sono la carità e la preghiera.
Stringiamoci come una sola famiglia intorno al comun
Padre-, ascoltiamone con animo deciso a seguirli i consigli
di moderazione e di calma; ed affidiamoci nel resto all’ ajuto
del Cielo invocato da quel Santo, alla giustizia della nostra
causa, ed alla simpatia, che quella
riscuote da ogni animo onesto e gentile.
Frattanto 1′ Effio Legato di Ferrara è slato sollecito
di emettere una seconda prolesta contro 1′ ultimo fatto
testé menzionato, ed il Superiore Governo ne ha già
indirizzato i suoi reclami a Chi spetta.
FERRARA TIPOGRAFIA TADDEI