Appello a tutte le classi dei cittadini
APPELLO
A TUTTE LE CLASSI DEI CITTADINI
Ed ora ci rivolgiamo a voi tutti che componete la famiglia
sociale di questa Roma non solo , ma di tutto lo
Stato : le nostre parole non vi sono sospette, perchè
questo giornale parlò sempre il medesimo linguaggio, cercando
il tiene (iella patria e pensando che questo
può trovarsi solo nei principi moderati e liberali , nel!’
affezione al Principe , nella concordia cittadina : ed io
qui parlo a nome de’ mie compagni collaboratori , perchè uno
è il pensiero che ci anima, uno il desiderio che ci tormenta ,
la pace e la gloria del nostro paese . Noi vi parlammo dei
motivi che abbiamo di rallegrarci nel presente , delle
belle speranze per I’ avvenire ; ma l’avvenire principalmente
sta nelle nostre mani . Ci tenga svegliati ed
attivi la rimembranza della lotta che sostenemmo, essa non
è ancora terminata , può rinnovarsi ad ogn’ istante e più
terribile ancora. Se osiamo darvi consigli dovete credere
che noi siamo oggi I’ eco fedele di quanto si ripete in
ogni luogo dai buoni, pronti a sacrificare ogni
loro privato interesse per il bene comune .
Noi diremo ai governanti: è tempo questo di
verità e di buona fede. La pubblica discussione è troppo estesa,
troppo vivo e penetrante ? I’ ingegno di questi popoli per poterli
ingannare impunemente. Riesce più accetto un linguaggio franco ma
che abbia I’ impronta della sincerità , abbenchè non suoni
troppo grato alle moltitudini , di quel linguaggio misterioso
a doppio senso che fa supporre il desiderio di
ritrattarsi se 1′ occasione propizia si presenta .
Quando un Governo si acquistò in tal modo la
fiducia dell’ universale, può credersi forte , ed
ogni Governo dev’ essere forte se vuole che
siano rispettate le leggi: ma si rifletta che i popoli accordano
la loro fiducia provvisoriamente alle persone, ma stabilmente ai
fatti soltanto . Né il Governo tema desideri immoderati
io questo popolo. Che domanda esso mai f
buone leggi, retta amministrazione , e publicita degli atti governativi .
E perchè conosciamo questo popolo docile e
moderato non cesseremo mai di ripetere ad esso: abbiate fiducia nelle
ottime intenzioni del Principe , non vi dividete ascoltando i
consigli dei nostri eterni nemici; le piccole differenze nell’opinione
non devono separarci quando si tratta di formare un corpo unito destinato
a sostenere il Sovrano , ad aiutare il Governo a ricostruire la machia» sociale.
Alle provincie sono in particolar modo dirette le nostre parole , perchè vorremo
che imitando Roma , e abbandonando ogni questione
municipale, ogni gara personale , lutti si trovassero uniti nei giorni di pericolo .
Noi fummo uniti , e conservammo 1′ ordine
pubblico : siano rese grazie a tutti i ceti , a
tutte le classi . Bell’ esempio diedero i patrizi!
e sarà imitato altrove , lo speriamo .
Abbandonato ogni orgoglio di casta, confusi
nei ranghi dei popolani , non per questo perdettero niente di quel rispetto ,
che il popolo
era solito a tributar loro: che anzi il solo mezzo è questo per conservare oggi il primato,
oggi che ogni prestigio è caduto, oggi the non
si onora altra cosa che la virtù e il coraggio
civile .
Ma la speranza del paese , 1′ ordine pubblico, il rispetto alle leggi, 1′
indipendenza patria , la forza del Principato tutto si appoggia
alla guardia civica . INon risparmiare né denaro né fatiche per armarsi ,
per istruirsi nei militari esercizi, ecco il dovere di tutti, e alla gioveutu
più che ad altri sono dirette le
nostre parole .
Quelle ore del giorno che donavate all’ ozio
e ai divertimenti siano da voi impiegate per
divenire veri soldati ; rinasca in voi 1′ orgoglio
che fece forti e temuti i padri vostri ; che se
il tempo delle guerre di conquiste , delle guerre dinastiche è finito, non è
già finito il tempo delie guerre civili e delle invasioni.
Ad evitare questi due mali terribili , e distruttori
di ogni bene sociale, d’ ogni grandezza patria,
d’ ogni progresso, il solo rimedio è 1′ addestrarsi alle armi che da mani
cittadine trattate non possono essere rivolte mai che alla difesa dell’
ordine e della patria .
Eterna gratitudine al Sovrano , che con una
sola concessione assicurò il nostro bene presente e futuro . Roma ne raccolse
un immenso beneficio nei primi giorni stessi in cui la guardia civica comparve
nelle sue vie . Allontani il Cielo i tempi di altre prove più serie , ma
se il destino avesse disposto altrimenti ogni
cittadino armato deve pensare a conquistare
quella corona , che i nostri padri davano «
chi salvava dai nemici le mura della sua patria.
PIETRO STERBINI
Estratto dal Contemporaneo di Roma
24 Luglio N. 3o del 1847.