Notificazione

I.R. GOVERNO CIVILE MILITARE
NOTIFICAZIONE
I. Verso le ore 11 della notte 12 dicembre 1853 il possidente
Pier Paolo Musiani di S. Donino fu svegliato dal forte latrare de’suoi
cani, ed affacciatosi alla finestra vide diversi individui dirigersi alla
sua casa ed appiattarsi intorno alla medesima. Alla dimanda fatta dal
Musiani a coloro cosa volessero, risposero che avevano fame e volevano
da lui 500 scudi. Essendosi il Musiani ricusato a tale inchiesta,
1 malandrini, previa minaccia, portarono presso la porta di casa dello
. strame e degli stecchi e vi appiccarono fuoco, onde così costringere
il Musiani medesimo di aderire alla loro dimanda. ? In quel frattempo
affacciatosi alla finestra Giuseppe figlio del Musiani, gli fu dai
malandrini esplosa contro un’arma da fuoco, che fortunatamente non
io colpì. Allora vedendo i malandrini che non riescivano nel loro intento ,
attaccarono fuoco ad un vicino fienile di ragione del Musiani,
e si diederb alla fuga. Rimasero preda delle fiamme: tutto il coperto
del fienile stesso, 55,000 libbre di fieno, 8 caria di legna e diversi
attrezzi rurali così che il Musiani ebbe a soffrire un danno di scudi
500 circa.
II. Dalla casa del Musiani si portarono i malandrini a quella del
villico Michele Garulli, sita in parrocchia di Marano, ove giunti bussarono
alla porla di casa e qualificandosi per la pubblica Forza chiesero venisse
loro aperta la porta. ? Vincenzo, nipote del Garulli, si affacciò alla finestra,
e quei malandrini gli chiesero danaro colla minaccia
di voler incendiare il tienile come poco prima avevano altrove praticato.
A tale minaccia Vincenzo Garulli si armò di un forcale por opporre
resistenza a que’ tristi, ma vedendo che dessi si accingevano a forzare
la porla con una trave, e che continuavano nelle loro minacce, si fece
dare dal suo zio Michele 10scudi e li buttò ai malandrini dalla finestra.
Kcm contenti coloro a tale somma, fu il Garulli costretto di dargli
altri 10 scudi, ed allora si allontanarono.
Ili Sulle ore 10 pomeridiane del 19 dicembre 1853, mentre la
famiglia del villico Giovanni Gabellali della parrocchia di Quarto Superiore
se ne stava parte nell’abitazione e parte nella vicina stalla, si
sentì un forte latrare dei cani. Onde conoscerne la causa escirono
dalla stalla Giuseppe nipote del Gubellini e l’operaio Gaetano Lipparini;
ma non appena furono arrivali alla metà del cortile che si videro attorniati
da diversi individui armati, i quali con urli gì’imposero di chiamare quelli
di casa, perche ne aprissero la porla, mentre
volevano colà entrare essendo essi banditi. In tale incontro Giuseppe
Gubellini riportò una ferita alla testa e Gaetano Lipparim diverse contusioni.
Per tal modo costretto Giuseppe Gubellini, chiamò il suo zio
Giovanni, il quale, affacciatosi alla finestra, ebbe dai malandrini l’ordine
di aprire la porta. Nel frattanto riesci a Giuseppe Gubellini ed
a Gaetano Lipparini di evadere dalle mani dei malandrini e di saltare
iil casa, ove, unitamente al resto della famiglia, si adoperarono a viva
forza onde impedirne ai malandrini l’ingresso. In eguai tempo essendosi
Petronio Gubellini posto a gridare soccorso da una finestra, gli
fu esplosa contro da uno dei malandrini un’arma da fuoco, dalla quale
però rimase illeso. Insistevano i malfattori con minacce d’incendio
onde loro venisse aperto , ma sentendosi a suonare la campana della
vicina Chiesa dovettero fuggirsene ed abbandonare l’impresa.
IV. Circa le ore 9 della sera 11 febbraio 1854 diversi malandrini
armati penetrarono nella stalla del villico Luigi Galli in parrocchia
degli Alemanni. Si fecero coloro condurre nella camera ove dormiva
il Galli stesso reggitore della famiglia , al quale ingiunsero di alzarsi
dal letto e di dar loro 500 scudi. Ad onta che il Galli facesse ad essi
conoscere di non aver danaro , a forza di minacce e sevizie si vide
costretto di dargli 80 scudi, dopo di che i malandrini si allontanarono.
V. Verso le ore 7 e mezzo della sera del 18 febbraio 1854 un
individuo bussò alla bottega del salsamentario Cammillo Calori di Sant’
Antonio di Savena chiedendo dei sigari. La Luigia moglie dì Angelo
Brini , suocero del Calori , andò ad aprire la botlega e vide entrare
quattro individui armati e coperti in volto con dei fazzo.elti , i quali
presero in mezzo la delta Luigia e la trascinarono in cucina. Alle sue
grida accorse il marito Angelo Brini , ma questi venne fermato dai
malandrini, i quali, mettendogli una pistola al petto, gì* ingiunsero di
condurli dal reggitore, dal quale volevano danari. Cammillo Calori,
il reggitore, sopraggiunse armato di una mannaia, colla quale voleva
difendersi; visto però dai malandrini, fu costretto di ritirarsi
precipitosamente nella sua camera , da dove si mise a gridare soccorso. ?
In quel mentre caddero da uno scaldaletto diverse bragie sopra un
mobile della cucina, per la quale circostanza, presi i malandrini dalla
paura di un incendio, se ne fuggirono, rubando soltanto alcuni cottichini
ed alquanti baiocchi nel complessivo valore di cinque paoli circa
VI. Sull’alba del giorno 4 marzo 1854 il mugnaio Domenico Sabbioni
fuori di Porta Saragozza di questa città , precisamente al così
detto ? Meloncello?, venne sulla strada fermalo da tre malandrini,
i quali gli chiesero del danaro, minacciandolo di dargli una coltellata
se non islava zitto. A tale minaccia il Sabbioni si lasciò frugare
dai malandrini , uno dei quali, armato di coltello, gli tagliò la saccoccia
del gilet e ne tolse fuori 9 scudi e 50 baiocchi. Gli tolsero
pure un piccolo coltello e la frusta che teneva in mano; indi
gl’ingiunsero di proseguire il suo viaggio.
VII Verso l’alba del 16 marzo 1854 sulla strada di San Vitale,
lungi li miglia circa da questa città, in prossimità della Chicsina di
Sant’Anna, il birocciaio Giovanni Baroncini e lo straccialo Buonafede
Bonseggi, ambidue di Lugo, vennero fermali da diversi malandrini
armati, e rapinali il primo di 15 paoli e l’altro di baiocchi 50.
Vili Poco dopo l’Ave Maria della sera 19 marzo 1854, mentre
Cammillo Moutebugnoli, figlio del Medico di Calamosco, si recava per
la strada maestra di S. Donato verso Calamosco slesso, fu fermato da
diversi malandrini armati d’armi da fuoco e da taglio, ed a forza di
minacce e sevizie rapinalo di 9 svanziche, di un baiocco e di una
medaglia di metallo.
IX. Nella notte del 25 marzo 1854 diversi malandrini si portarono alla
casa del villico Angelo Musiani di S. Giovanni di Calamorosco dove si misero
a scagliar sassi contro le finestre e denunciandosi
per 20 banditi, che avevano fame, pretendevano pane e presciutto.
A tale dimanda il Musiani gli allungò dalla finestra del pane ed un
presciutto. Non contenti di questo i malandrini significarono al Musiani
che essendo dessi in numero di 20 volevano da lui 20 scudi.
Invano tentò il Musiani di persuaderli che non avea tale somma mentre
coloro minacciavano di appiccare fuoco al fienile, ed a tale minaccia
fu costretto di buttargli dalla finestra 5 scudi, de’quali non
paghi proseguendo nelle minacele d’ incendio chiesero altro denaro,
così che il Musiani dovette dar loro altri 40 scudi e 50 baiocchi ed
allora si allontanarono.
X. Dalla casa del Musiani si condussero i malandrini a quella del
conladino Giuseppe Bortolotti di S. Donino, ove giunti scagliarono
sassi contro le finestre. Affacciatosi il Bortolotti alla finestra i
malandrini con minaccia di ucciderlo se non islava zitto gli domandarono
del pane e della carne, ciò che tosto gli venne dato dal Bortolotti.
Di questo non conlenti pretendevano coloro anche del denaro minacciando
di mettere tutto in cenere. E poiché il Bortolotti vedeva che
realmente i malandrini si disponevano a porre in effetto tale minaccia
coll’avvicinarsi al fienile muniti di fosforici accesi bullo loro in
Ire riprese 25 scudi, al che si allontanarono.
XI. Nella notte del 17 marzo 1854 il villico Sante Dina della
Parrocchia della Croce del Biacco sentiva aggirarsi intorno alla propria
casa diverse persone. Nell’atto che esciva per vedere chi fosse
entrarono in casa quattro individui armali e coperti in volto, i quali
inumarono allo stesso Sanie Dina ed agli altri della famìglia di star
zitti e dar loro lutto il denaro che avevano. Tre di quei malandrina
condussero il Sante Dina nella camera del suo padre Antonio e gli
chiesero prima 400, poscia 200 e finalmente 4000 scudi; forzarono
lutti i mobili e ne tolsero 5 scudi. Non contenti di questi volevano
dal Sante Dina altro denaro con minaccia di scannarlo. Da tale minaccia
intimorito il Dina consegnò ai malandrini altri 75 scudi. Sentendosi intanto
suonare la campana della vicina chiesa di S. Maggiore i malandrini presero la fuga.
XII. Verso le ore 9 1|2 della sera 17 marzo 1854 diversi malandrini recaronsi
alla casa del contadino Marco Ben a zzi in Quarto inferiore. Non appena questi
erasi affacciato alla finestra che coloro si
fecero a chiedergli pane e presciutto, ciò che gli venne dal medesimo
somministrato. Non soddisfatti a ciò i malandrini chiesero anche del
denaro, ed a forza di minacele d’incendio costrinsero il Benazzi di
dar loro 44 scudi in due iprese. Siccome poi neppure con questi si
mostravano contenti il Benazzi diedesi a gridare soccorso, ed i malandrini ,
per timore di essere sorpresi, fuggirono.
XIII. Diversi malandrini divisarono di aggredire e derubare un
Signore che con 4 000 scudi doveva partire da Bologna per recarsi a
Ferrara. Questo progetto non fu però eseguito.
XIV. All’occasione della perquisizione domiciliare praticata in casa
dell’ infranominando inquislo Luigi Papa li 27 dicembre 1855 si trovarono
nella camera del medesimo solto un mattone del piancilo due
pistole cariche di polvere solfurea, palline e piombo spezzato, non
che alcune palline di piombo sciolte.
XV. Dalle rispettive indagini praticale sul conto dell’ inquisito
Paulo Borsari si ebbe che in casa di quest’ultimo si riunivano i malandrini,
e che iì Borsari li serviva nelle patrazione dei delitti.
XVL All’occasione della perquisizione praticala nella casa del suddetto
Borsari, li 5 aprile 1854, fu ritrovato dietro di un quadro un
coltello proibito alla ritenzione.
Come responsabili di tali delitti furono in diverse epoche
arrestati
1. Salmi Cesare del vivo Antonio, nato a S. Buffillo, domiciliato
nella Parrocchia della Misericordia fuori di Porta S. Mamolo, d’ anni
25, scapolo, calzolaio, mai inquisito.
2. Checchi Raffaele dello ? Barbazza ? del vivo Sante, nato in
Minerbio, domiciliato nella Parrocchia di Chiesa Nuova, d’anni 28,
ammoglialo con due figli, calzolaio, altra volta inquisito per rapina
e dimesso per mancanza di prove.
3. Girotti Cesare detto ? Giarella ? del fu Vincenzo , nato in
Parrocchia di S. Maria di Pizzocalvo, domiciliato in quella degli Alemanni,
d’anni 49, scapolo, muratore e calzolaio, altra volta inquisito per furto e
minaccio, e punito col sofferto carcere.
4. Lorenzini Gaetano del vivo Giuseppe nato e domiciliato in Sant’Antonio
di Savena, d’anni 22, scapolo, muratore e canapino, mai
inquisito.
5. Piroti Vincenzo detto ? lo Schiccio ? del vivo Pietro, nato
e domiciliato nella Parrocchia degli Alemanni’, d’ anni 27, scapolo,
molatore e canapino, mai inquisito,
6. Musiani Germano detto ? Germanetto ? del fu Giacomo, nato
nella l’arrocchia di S. Buffillo, domiciliato in Bologna^ scapolo,
birocciaio, altra volta inquisito per rapina e dimesso per mancanza di
prove.
7. Rizzoli Cesare delto ? Cesarone ? del vivo Gaetano, nato e
domicilialo in S Silverio, d’anni 22, scapolo, calzolaio, mai inquisito.
8. Beghelli Sebastiano del vivo Luigi, nato nella parrocchia di
S. Giovanni in Calamosco, domicilialo in quella degli Alemanni, di
anni 2:2, scapolo, muratore, altra volta condannato per delazione d’arma.
9. Gamberini Cesare detto — Nicolotto – del fu Michele, nato e
domicilialo in Budrio, d’anni 52, ammogliato con due figli, muratore,
altra volta condannato per rapina.
10. Mignani Claudio del vivo Mariano, sopracchiamato -Pesce –
nato e domiciliato in Budrio, d’anni 45, ammogliato con sei figli,
muratore e calzolaio, altre volle condannato per furto e ferita.
11. Poli Francesco detto ? Natalino ? del vivo Davide, nato e
domicilialo in Budrio, d’anni 50, ammogliato con due figli, bracciante,
altra volla condannato per rapina.
12. Gaiba Gaetano del vivo Antonio, nato e domiciliato in Budrio,
d’anni 28, ammogliato senza prole, canapino, altre volte condannato
per rapina, furto e ferita.
13. Fontana Antonio del fu Domenico, nato in Vedretta, domiciliato
in Budrio, d’anni 42, ammogliato senza prole, segantino, altre
volte inquisito e condannato per rapina, furto ed altri titoli.
14. Borsari Paolo detto ** il Zoppo — del fu Domenico, nato a
Calderara, domicilialo in Sant’Antonio di Savena , d’anni 57, ammogliato
senza prole, calzolaio, mai inquisito.
15. Papa Luigi detto ? Giovaino – del fu Abramo, nato nella parrocchia
di Ozzano, domiciliato in quella di S. Egidio, d’anni 52,%
scapolo, contadino, mai inquisito.
16. Poli Romano del vivo Paolo, nato nella parrocchia di S.Giovanni
in Calamosco, domiciliato in quella di S. Egidio, d’anni 28,
‘scapolo, muratole, vincolato da precetto politico.
17. Ghedini Nicodemo del vivo Pietro, nato nella parrocchia di
S. Nicolò fuori di questa città, domicilialo in S. Egidio, scapolo, di
anni 25, muratore e segantino, altra volla inquisito per rapina e
condannato per grave ferimento.
18. Pierini Cesare detto – Mortaletto – del fu Giacomo, nato e
domiciliato nella parrocchia degli Alemanni, d’anni 21 scapolo,
muratore , mai inquisito.
19. Cermasi Cesare detto – Cesini – del fu Michele, nato e domiciliato
nella parrocchia di Chiesa Nuova, d’anni 25, scapolo, lavandaio, mai inquisito.
20. Nanni Ercole dello – Ercolino – dei vivo Carlo, nato a Bologna,
domicilialo nella parrocchia di Chiesa Nuova, danni 24 scapolo,
lavandaio, mai inquisito.
21. Marchioni Paolo del fu Domenico, nato e domiciliato a Bologna,
d’anni 50, ammoglialo senza prole, caricatore della Dogana
in questa città , altre volte inquisito per rapina.
22. Foresti Giuseppe dello – Pandalino – del fu Vincenzo, nato
alla Pieve di Budrio, domicilialo in Vedrana, d’anni 57 , ammogliato
con due figli, bracciante, altra volta condannalo per rapina.
Assuntasi la relativa procedura emersero legalmente constatati in
genere i titoli di rapina armata-mano ? rapina ai mala-mano con incendio
? rapina ? conato di rapina ? ricetto e favore prestalo ai
malandrini ? possesso vietato d’armi e munizione.
In ispecie rimasero rei convinti mediante il concorso degli indizi
Salmi Cesare di rapina armata mano IV, VII, Vili, IX, X e XI.
Checchi Raffaele di rapina armala mano IV, VII, Vili, IX, X; XI e XII.
Girotti Cesare di rapina armata mano Vili, IX, X e XII.
Lorenzi ni Gaetano di rapina armata mano VII, Vili e X1L
Piroli Vincenzo di rapina armata mano Vili e XII.
Musiani Germano di rapina armala mano XI.
Rizzoli Cesare di rapina armala mano Vili e XII.
Beghelli Sebastiano di rapina armata mano VIII, IX, X e XI.
Gamberini Cesare di rapina armata mano III.
Mignani Claudio di rapina armata mano III.
Poli Francesco di rapina armata mano aggravata da incendio I, II e III.
Gaiba Gaetano di rapina armala mano aggravata da incendio I, II e HI.
Fontana Antonio , di rapina armala mano aggravata da incendio I. e II.
Borsari Paolo , di ricelto e favore prestato ai malandrini aggravato da vietato possesso
d’ arma XV. e XVI.
Papi Luigi, di vietalo possesso d’armi e munizione XIV.
In quanto a Poli Romano ? Ghedini Nicodemo ? Pierini Cesare ?
Cermasi Cesare ? Nanni Ercole ? Marchioni Paolo e Foresti Giuseppe
le prove risultarono equivoche ed inefficaci e rimasero.
Poli Romano, remotamente indiziato di rapina armata mano con
incendio I.
Ghedini Nicodemo , remotamente indiziato armata mano con in-
cendio I.
Pierini Cesare, remotamente indiziato di rapina armata mano IV.
Cermasi Cestire, indiziato da vicino di rapina armata mano IV. e V.
Nanni Ercole, indiziato da vicino di rapina armala mano IV. e V.
.Marchioni Paolo, remotamente indiziato di conato di rapina XIII.
Foresti Giuseppe, nonché il sopranomiualo Papa Luigi remotamente
indiziati di rapina armala mano con incendio; il perche il Consiglio
di Guerra in base delle Nol.ficazioni dell’I. H Governo Civile e Militare
di Bologna 2 luglio 1850; 5 giugno 1849 e 16 ottobre 1849
condannò :
Salmi Cesare, ad anni venti di galera.
Checchi Raffaele, ad anni venti di galera.
Girotti Cesare, ad anni dieci di galera.
Lorenzini Gaetano, ad anni dodici di galera.
Piroli Vincenzo, ad anni dodici di galera.
Musiani Germano, ad anni dieci di galera.
Rizzoli Cesare, ad anni olio di galera.
Beghelli Sebastiano, ad anni quattordici di galera.
Gamberini Cesare, ad anni cinque di galera.
Mignani Claudio, ad anni dieci di galera.
Poli Francesco, ad anni otto di galera.
Gaiba Gaetano , ad anni otto di galera.
Fontana Antonio, ad anni cinque di galera.
Borsari Paolo, ad anni dieci di galera.
Papa Luigi, ad un anno di opera pubblica.
Dichiarò poi doversi dimettere per mancanza di sufficienti prove
Poli Romano ? Ghedini Nicodemo ? Pierini Cesare ? Cermasi Cesare?
Nanni Ercole ? Marchioni Paolo ~ Foresti Giuseppe e Papà Luigi quest’ultimo
pél titolo di rapina armala mano con incendio I. salva la in-
flittagli pena per Paltro titolo di vietalo possesso d’armi e munizio-
ne XIX. riservata P azione civile ai danneggiati ed ordinata la confisca
delle armi e munizioni.
Rassegnatasi tale sentenza al sottoscritto, che la confermò piena-
mente, venne intimata e mandata in esecuzione.
Bologna 10 dicembre 1854,
L’I.R. TENENTE MARESCIALLO GOVERNATORE CIVILE-M1LITARE
COMANDANTE L’OTTAVO CORPO D’ARMATA
Conte DEGEnFELD-SCHONBURG.
Bologna tipografia Governativa alla Volpe

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Estremi cronologici: 1854 dicembre 10
Segnatura definitiva: MRI0050
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 64x45 cm
Colore: bianco e nero
Immagine: stemma
Autore: Degenfeld-Schonburg, conte
Tipografo (ente): Alla Volpe, tipografia. Bologna
Lingua della documentazione: italiano
Note: Il titolo è preceduto dalla indicazione di responsabilità. Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Verso le ore 11 della notte 12 dicembre 1853 il possidente Pier Paolo Musiani...
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