Per la solenne incoronazione della venerata immagine di Maria Santissima di sotto gli organi nei giorni 13, 14 e 15 dell’agosto 1847.

PER LA SOLENNE INCORONAZIONE DELLA VENERATA IMMAGINE
DI MARIA SANTISSIMA
DI SOTTO GLI ORGANI
NEI GIORNI 13 14 E 15 DELL’AGOSTO 1847.
CANZONE
Quando il ciel niega agli assetali campi
Soavi piogge o mito aura feconda:
Quando al sanguigno folgorar de’ lampi
S’apre tonando il polo,
E rotto argine e sponda
Gonfio torrente i pingui colti inonda:
Quando agitato il suolo
Dalla secreta guerra ‘
Bell’occulto furor, ch’entro lo preme,
Or s’avvalla, or s’innalza, e mugge, e freme,
E dì subiti danni, e di vicina
Morte le genti pavide minaccia,
À TE, dell’universo alma reina,’
La folla umìl s’atterra,
E con pallida faccia
Alleggiata di pianto e di terrore
A le scioglie devoto inno d’amore.
E tu gli occhi pietosi
Volgi alla turba lagrimosa e pia,
E i venti avversi e le procelle affieni:
E col sorriso, al cui raggiar s’india
Innamorato il cielo,
L’ira e il tumulto della terra acqueti,
E di molli rugiade
E di tepidi soli il mondo allieti.
Caldo priego mortale
A vuoto mai non cade,
Se a te, dolce Maria, dispiega l’ale:
Nè merce indarno grida
Chi a tua pietade sue speranze affida.
Trema il terrei!: dallo squarcialo grembo
Con fragor cupo rumoreggia e tuona ;
E simile a mugghiatile onda marina
Cresce il cieco furore,
E capanne e villaggi urta e travolve.
Una slessa ni ina
Mille viventi in un sol punto involve;
E di sassi e di polve
In allo ondeggia vorticoso nembo.
Confuso intorno suona
Lungo grido d’angoscia e di dolore,
Qua tremante la moglie il suo diletto
Chiama nel pianto, e muore:
Là, quasi fior succiso, un fanciullelto
Spira, dicendo, o padre,
Deh! perchè non m’ajuti?
Qui la misera madre
Si vede i figli innanzi ai piò caduti;
Ed invan colle braccia, invan col petto
Fa lor difesa al minar del tetto.
Ahi quanto allor vid’ io
Vario forme di morte e di paura!
Quanti sospiri e quanti
Umili prieghi ed amorosi pianti
Portar gli angioli eletti innanzi a Dio!
Ma in mezzo a tanto duol soave e pura
Per le dal Paradiso
In noi cara di speme aura scendea:
E mentre a te porgea
Lagrime e voti l’affannata gente,
A un cenno tuo repente
Della terra e del ciel Tira Iacea:
Così nell’aria senza tempo oscura
Surse alla voce dell’eterno il giorno;
E luminose e bello
Al chiaro sole intorno
I lieti balli incominciar le stelle.
Qua! sul verde cespuglio ai nuovi albori
La rosa verginella,
E i venti e l’acque e gli auge!letti e i rami
Levano in lor favella
Alle beate sfere
Concento alto di lode;
Tale a te, che ne’tremuli folgori
Fiammeggi e ridi della mente eterna ,
Di canti e di preghiere
Sciolgon le turbe allerna
In dolcissimo suon santa melode.
Odi festosi cori
Gridar tuo nome, e denso
Mira dentro una nuvola di fiori
Levarsi all’aura il fumo dell’incenso:
Né, perchè intorno al crine
In quella parte più del ciel superna,
Che solo amore e luce ha per confine,
Ti fanno astri immortali aurea corona,
Sdegnar questa, che umile,
Siccome il cor lo sprona,
Votivo serio il popol tuo ti dona.
E-le luci pietose *
Soavemente affisa, o benedetta,
In questo sacro almo giardin del mondo.
Che vai se al soffio di leggiera auretla
Qui ogni piaggia si veste
Di viole e di rose,
Se di lume giocondo
Disfavilla la volta ampia celeste?
Lassa! che vai se qui del bello eterno
L’increato splendore
Prima alla terra fiammeggiò per noi,
Se accesa brama di virtù, d’ onore
Già d’ogni spirto qui Iacea governo?
E all’uno e all’altro polo
D’Italia il nome allo spiegando il volo
Ardì l’uman pensiero,
Spezzati i lacci suoi,
A tulli aprir liberamente il vero?
Al cornuti bene ed al saver nemica,
Anzi nemica a Dio.
Vive una gente nubilosa e trista,
Che alla faccia del sol limpida e pura
Mai non s’allenta d’innalzar la vìsla.
Ogni eccelso desìo,
Ogni alto amor di nostra gloria antica
Tosto ammorza nel core,
Che d’ignavia e d’ error pasce e nutrica:
E con farti maligne
Del parlar falso e de’mentiti affetti
Le nuove menti in ciechi lacci implica.
Per lei fraterne mani
Spinsero, ahi crude! entro a’ fraterni polli
Le scellerate spade,
E di sangue civil torbido un rio
In rosso tinse i nostri dolci piani.
Da lei non s’ assedira
s Qual, nunzio al mondo di novella elade,
Per benigne virlù, per santo zelo
Tra noi veracemente a Dio s’agguaglia;
Che ad aver palma nella rea battaglia
Osa costei di muover guerra al cielo.
Deh! tu, che il puoi, col lampeggiar d’un riso
L’empia torba disperdi, e della negra
Nebbia, che il chiaro lume involve e adombra
Il nostro aere disgombra:
E là nel Paradiso
Dì noi parlando a Chi del mondo ha il freno
Pace, senno, valor, forza ne impetra.
Questo vago d’Italia almo paese
È a te sacro terreno :
Il gran cigno dell’Arno
Qui al vivo fuoco del tao amor s’accese,
Allor che presso a Dio lieto sciogliea
Sulla dorala cetra
A te devoti gf inspirati carmi.
Qui menti eccelse, in cui non scese indarno
La diva luce dell’eterna idea,
Rilrasser te, qua! sei lassù neif eira,
Quando gli Angioli santi
Fallo un velo dell’ali a te d* binanti,
Che il tuo fulgor gli occhi immortali appanna,
A te in dolce armonìa cantano Osanna.
Già tua mercè, Maria, dal Valicano
A noi spira novella aura di vita:
Già fiammeggia serena
Al dolce aere Toscano
Di giustizia e d’amor candida stella.
Deli! ognor pietosa ne sorridi: aiTrena
Qua Tè che lascia il volo
Libero troppo alla speranza ardita.
Di pudico splendore
Alle vergini caste il volto abbella;
Volgi il cor delle madri a nobil segno;
E il giovanile ingegno
Al bel raggio del vero apri e disserra.
Accendi in tulli i petti
Santa fé, santo zelo e santo sdegno.
Deh! fa che un sol pensiero, un desir solo
Dall’alpe estrema alla marina proda
La guerra acqueti de’ contrari affolli:
Fa che per l’aura s’oda
In ogni parte dell’Ausonia terra
Echeggiar lietamente in suon commisto
D’ Italia il nome e il gran nome di Cristo.
Caterina Franceschi Ferrucci.
PISA, TIPOGRAFIA NISTRI.

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Estremi cronologici: [1847 agosto]
Segnatura definitiva: MRI0020
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 42,5X32 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Franceschi Ferrucci Caterina
Tipografo (ente): Nistri, tipografia. Pisa
Lingua della documentazione: italiano
Descrizione del contenuto: Incipit: Quando il ciel niega agli assetati campi...
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