Nel 1960, due anni dopo l’edizione italiana, Collins e Pantheon Books pubblicano l’edizione in lingua inglese del Gattopardo, nella traduzione di Archibald Colquhoun. Il riscontro è immediato: contestualmente si vocifera anche di una trasposizione cinematografica, poi realizzata nel 1963 da Luchino Visconti con una memorabile pellicola, vincitrice della Palma d’oro a Cannes, interpretata da Burt Lancaster, Claudia Cardinale e Alain Delon.
Alcuni aspetti anche curiosi di questa vicenda vengono alla luce grazie ai documenti conservati nell’archivio storico di Giangiacomo Feltrinelli Editore.
Mentre Collins distribuisce The Leopard in Gran Bretagna e nel Commonwealth, è Pantheon a occuparsi del mercato statunitense, e dalla corrispondenza qui pubblicata emerge la grande soddisfazione per la risposta dei lettori, che spingono nel giugno 1960 il volume in testa alle classifiche. L’effetto dell’entusiastica ricezione dell’opera diventa tangibile nella vita quotidiana (è il libro che hanno tra le mani i pendolari a New York), nel dibattito innescato dai periodici – dalla Sunday Review all’Harper’s Bazaar – e persino nelle richieste che giungono dalle associazioni dei ciechi per la pubblicazione in audiolibro e in braille del capolavoro di Tomasi di Lampedusa. Come scrive il presidente della Best selling Books for the Blind, «anche i ciechi avranno l’opportunità di leggere un libro così rimarchevole».
È solo l’inizio di una serie infinita di traduzioni, delle quali si dà un piccolo saggio nella gallery in calce, a testimonianza che il primo bestseller italiano, in grado di raggiungere in breve tempo 100.000 copie, era destinato a non esaurire la propria fortuna nei confini del paese d’origine, ma a diffondersi a livello planetario.
Vittore Armanni
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli