Ազատություն. È libertà in armeno. Difficile dire se in questa lingua sia un parola che abbia avuto un’occasione.
Libertà si può dire e scrivere in molti modi. Ne elenco alcuni.
Libertà, liberté, Freiheit, Freedom, libertad, 自由, 자유, sloboda, חופש, свобода, özgürlük, حرية
In italiano, francese, tedesco, inglese, cinese, coreano, bosniaco, ebraico, russo, turco, arabo la parola libertà esiste.
Non sempre si può dire. Per molto tempo non si è potuto viverla. In alcuni casi, va e viene. In altri è attualmente latitante. Per alcuni non c’è mai stata, o se c’è stata, non ne conservano memoria. Altri l’hanno trovata solo andando in esilio, avendo dietro di sé il rumore dei passi dei propri inseguitori.
Libertà è la parola intorno a cui si è costruita una parte del linguaggio moderno: dalla orazione di Benjamin Constant, tenutasi a Parigi nel 1819 sulla libertà degli antichi e dei moderni, al saggio sulla libertà di John Stuart Mill, pubblicato nel 1859, passando per la lezione di Isaiah Berlin nel 1959 su Due concetti di libertà.
Sono questi alcuni dei testi che abbiamo scelto per riflettere insieme al mondo della ricerca e alla cittadinanza venerdì prossimo, sul far della sera, intorno alla vicenda di Giulio Regeni. Un rito che vogliamo laico.
Al centro metteremo quante e quali opportunità si presentano per vivere per davvero la libertà, consapevoli che quella parola non basta dirla o evocarla, ma occorra praticarla.
Anni fa Salvatore Veca, ha proposto di considerare la parola libertà e di riflettere sui diversi significati che a quella parola si possono far risalire o che dalla sua evocazione si dipartono. Cito testualmente: “Se ci chiediamo com’è fatto un discorso a proposito della libertà, possiamo rispondere così: ogni discorso sulla libertà connette a suo modo la libertà con qualche altra cosa. Connette la libertà con l’eguaglianza, con l’efficienza, con la sicurezza, con la solidarietà, con la giustizia. Ogni discorso a proposito della libertà identifica un particolare concetto di libertà, distinguendolo da altri. Libertà positiva e negativa, libertà come autonomia e autorealizzazione delle persone, libertà dalla paura e dal bisogno, libertà come indipendenza individuale, e così via”. Salvatore Veca, Dizionario Minimo.
In questi giorni di forti emozioni in cui la parola libertà è tornata a premere con urgenza la vita di donne e uomini a molte latitudini, ci siamo chiesti che cosa volesse dire diritto alla possibilità di fare ricerca e ci siamo detti come questo fosse un terreno irrinunciabile per l’affermazione del diritto a essere e vivere liberi. Per chiunque, dovunque.
La battaglia per la libertà, a lungo ci è sembrata propria di un altro tempo. Non è così. Per questo abbiamo pensato che fosse opportuno riprendere e ripetere le parole dei moderni e dei contemporanei dedicate alla libertà, ma che non fosse sufficiente. E che, insieme, occorresse accogliere la lezione di un maestro come Giorgio Gaber, quando invitava a riflettere sul fatto che “libertà è partecipazione”. Anche per questo abbiamo ritenuto che pensarsi come spazio di cittadinanza, volesse dire dare modo di accogliere molte voci disposte a dare, ciascuna con la propria passione, e le proprie emozioni, opportunità alla libertà.
David Bidussa
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Approfondimenti
eBook: Libertà è Ricerca
Lettura pubblica collettiva in onore di Giulio Regeni
A cura di Massimiliano Tarantino
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