Venerdì 27 GENNAIO
ORE 20.00, SALA POLIFUNZIONALE
A lungo memoria ha voluto dire sapere e ricordare e trasmettere. Sempre più spesso “memoria” ha voluto dire raccontare una propria versione dei fatti.
In quell’esercizio è importante cosa si tace e cosa si dice. E quando si racconta, le parole che si usano per raccontare, ma anche il momento in cui si sceglie di parlare.
Solo apparentemente la memoria è accumulativa. In realtà chi decide di presentare la sua versione dei fatti non ha intenzione di mettere la sua parole accanto ad altre, ma chiede che le sue parole siano prese in considerazione perché convinto che esse modifichino ciò che già si sa e quindi consapevole che esse hanno valore perché modificano il giudizio.
Chi prende la parola Inizia a parlare perché ritiene che la sua versione dei fatti “rimetta a posto le cose” che già si sanno.
La memoria è sempre un atto pensato per dare un volto nuovo a ciò che si sapeva prima. La voce che parla inizia a raccontare perché la persona che intraprende quella pratica è convinta che con le proprie parole si possa marcare un prima e un dopo, per ricollocare se stessi dentro una storia, ma anche per dare un ordine al tempo passato.
C’è la memoria delle vittime, quella dei carnefici, quella degli spettatori, di chi non ha deciso deliberatamente di fare, ma con il suo “non fare” ha consentito che la storia accadesse e che andasse come è andata.
PROGRAMMA
La terza e ultima serata di ‘Memoria / Memoriae. Declinare il presente’ ospita la proiezione di ‘A German Life‘, la vita di Brunhilde Pomsel, la segretaria e stenografa di Joseph Goebbels, presentato in anteprima al Trieste Film Festival 2017, dal 20 al 29 gennaio.
Il film è introdotto da alcune letture tratte da ‘I luoghi della memoria‘ di Pierre Nora, e dagli interventi di David Bidussa, storico e responsabile editoriale della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, e di Christian Krönes, uno dei quattro registi di ‘A German Life’.
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L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.