Assegnista di Ricerca presso l'Università di Napoli federico II

Il caso di Podemos sembra nascere al momento giusto, non solo da un punto di vista politico, per la Spagna e l’Europa, ma anche per la comunità scientifica che ormai da qualche tempo si affanna per coniare e dare nuove etichette a pressoché ogni fenomeno. Questo, però, spesso produce confusione e si finisce per definire tutto allo stesso modo, seguendo l’etichetta più in voga al momento. Sull’onda della crisi di legittimità delle istituzioni e dei partiti tradizionali e di quella economico-finanziaria sono nati nuovi soggetti politici, variamente definiti come anti-politici, anti-establishment, populisti, partiti-movimento, anti-sistema. Grande è la confusione sotto il cielo: mettere nello stesso calderone tra gli altri Syriza, il Movimento Cinque Stelle, il Front National, l’Alternative für Deutschland e Podemos crea non pochi fraintendimenti per due ragioni: una cosa è l’organizzazione che un soggetto politico può darsi e che ne definisce il contenitore e la forma, altra cosa sono i contenuti con cui si riempie questo contenitore, i principi ideali ai quali si ispira e i programmi che propone.foto_madrid_spagna_manifestazione_podemos_getty_03

Podemos, nato in Spagna nel gennaio 2014 come progetto politico per compiere il salto istituzionale e rompere il confine tra sociale e politico ancora ben saldo dopo le mobilitazioni del 2011, ci aiuta a fare chiarezza perché è un caso paradigmatico di partito-movimento orientato a un populismo di sinistra. Perché partito-movimento? Podemos al suo primo congresso nell’autunno 2014 si dà una struttura formale che contempla l’esistenza di organi di vertice e di base. Tra i primi il Segretario generale, il Consiglio di coordinazione (una sorta di segreteria esecutiva composta da 10-15 membri proposti dal Segretario generale ed eletti dal Consiglio cittadino) e il Consiglio cittadino formato da 81 membri (il Segretario generale, i 17 Segretari delle comunità autonome, 62 membri eletti direttamente dagli iscritti). Per quanto riguarda gli organi di base, si istituiscono un’Assemblea cittadina costituita dall’insieme degli iscritti online a Podemos e i Circoli tematici e territoriali. Se i vertici della piramide fanno assimilare Podemos ai partiti di tipo tradizionale, gli organi di base lo rendono più vicino alla forma politica del movimento, nella quale si possono rintracciare le radici stesse di Podemos, nato dalle ceneri del movimento 15M, al quale Podemos è legato da un fil rouge senza però aspirare a essere il suo partito.

La categoria di partito-movimento è utile perché spiega la combinazione di elementi di verticalità e di orizzontalità che in Podemos esistono in continua tensione interna, sebbene – viste le continue contingenze elettorali e la necessità di misurarsi con le istituzioni – a prevalere sembrino i primi. E perché populista di sinistra? La retorica, lo stile comunicativo, il discorso politico, le scelte elettorali e i riferimenti ideali di Podemos sono il frutto di un mix di populismo à la Laclau e di riferimenti all’universo valoriale di sinistra. La costruzione di un nuovo popolo e di una nuova maggioranza sociale rispondono all’esigenza di riarticolare le domande eterogenee e trasversali provenienti dalla società civile delusa dalle tradizionali rappresentanze. Sinistra e destra, sostiene Podemos, in Spagna come in Europa e probabilmente nel mondo, hanno perso la loro salienza e il loro senso, pertanto rimanere attaccati a un asse ideale lungo il quale si organizzava il consenso della società non ha senso, anzi è controproducente per un soggetto politico nuovo che sfida i vecchi. La costruzione di un nuovo senso comune deve partire da questo dato di fatto e mirare a occupare la centralità dello scacchiere politico. La nuova contrapposizione proposta per articolarlo è quindi quella del basso verso l’alto, del 99% della gente comune contro l’1% della casta: abajo-arriba. Il populismo è, in quest’ottica, un modo di costruzione del politico, come suggerisce il pensiero di Laclau. Questa etichetta lungi dall’avere un senso denigratorio rappresenta, invece, una nuova possibilità di creazione di unità e di rivincita dei subalterni. Qui, così come nelle misure a favore dell’istruzione pubblica, del reddito minimo, della casa per tutti, di audit del debito e di maggiore partecipazione della società civile, si scorge il gene di sinistra di Podemos, sapientemente abbinato a una vocazione maggioritaria trasversale.

Dunque, Podemos è ascrivibile alla categoria di partito-movimento sul versante organizzativo e a quella di populismo di sinistra per quanto riguarda la sua cultura e strategia politica. A fare da comune denominatore è quindi il suo carattere ibrido, la sua capacità di combinare elementi di due forme di azione e pensiero politico per raggiungere lo scopo di governo. Ed è in questo che, per ora, risiede il suo successo.

Raffaella Fittipaldi
Università degli Studi di Firenze

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