La vicenda della fabbrica GKN di Firenze, la multinazionale britannica specializzata in componentistica auto, inizia ufficialmente il 9 luglio 2021. Pochi mesi prima, il governo Draghi aveva trovato l’accordo per la fine del blocco dei licenziamenti, introdotto dal governo Conte II in risposta alla crisi economica che si era inasprita a seguito della pandemia da Covid-19.
Il 9 luglio 2021 il sito di Firenze chiude all’improvviso con un licenziamento collettivo notificato via e-mail ai 430 lavoratrici e lavoratori. Il giorno stesso gli operai varcano i cancelli e costituiscono un presidio permanente.
Dalle incognite nate in questi mesi, lavoratrici e lavoratori maturano l’idea di riappropriarsi, dal punto di vista operaio, della capacità di proporre e praticare una soluzione alternativa al licenziamento, attraverso un piano di reindustrializzazione dell’ex-GKN che miri alla transizione ecologica dell’automotive e alla integrazione della fabbrica con il territorio.
L’episodio dell’ex-GKN si svolge quindi all’intersezione tra la deindustrializzazione che colpisce le economie a capitalismo maturo e le trasformazioni globali che investono il settore dell’automotive, di fronte al cambiamento tecnologico e alla crisi ambientale e climatica.
Prefazione di Valeria Cirillo
Postfazione di Lorenzo Feltrin e Emanuele Leonardi
Con un intervento di Dario Salvetti
Hanno contribuito il collettivo GKN, Stefano Laszlo Capitani, Armanda Cetrulo, Lorenzo Cresti, Giovanni Dosi, Francesca Gabbriellini, Giacomo Gabbuti, Sara Marullo, Simone Marullo, Angelo Moro, Andrea Roventini, Bruno Settis e Maria Enrica Virgillito
A cura dei docenti, ricercatori e ricercatrici dell’Istituto di Economia della Scuola Superiore Sant’Anna e del gruppo di ricercatori e ricercatrici solidali.