Dalla sezione libri antichi della biblioteca della Fondazione Feltrinelli, descritta nel catalogo I libri antichi alla Fondazione Feltrinelli (XVI-XVII secolo), a cura di Aldo Coletto, 1995, che elenca oltre 200 titoli, emerge per particolarità la Città del sole di Tommaso Campanella, ovvero la Civitas solis poetica, pubblicata nel 1643. Si tratta di un volume molto più piccolo di un moderno tascabile – in 8°, 12 centimetri sul lato lungo – impreziosito da una legatura in pelle marrone con decorazioni in oro lungo il bordo dei piatti e sul dorso. Nel corso della sua vita editoriale è stato oggetto di restauro e probabilmente è parte delle acquisizioni iniziali della biblioteca Feltrinelli. Non si tratta del testo italiano, compilato durante la prigionia, ma della traduzione latina derivata dall’edizione francofortese del 1623, ben impressa in righe serrate ma con un ampio ed elegante margine.
Il frate domenicano Tommaso Campanella immagina e descrive, come è universalmente noto, una città ideale governata da un Metafisico o Sole assistito da tre magistrati in forma di dialogo sull’esempio della Repubblica di Platone e, in tempi più vicini all’autore, all’Utopia di Tommaso Moro. Nella repubblica di Campanella ogni comportamento è regolato, e la città rispecchia, nella sua razionalità e regolarità, un disegno che rinvia alla divinità, ma anche all’idea che il benessere comune possa essere raggiunto solo con la diversificazione delle singole parti che convergono in un tutto armonico. Divenuto un classico del pensiero utopistico, la Città del sole immagina durante la reazione postridentina una civitas dove trionfano la giustizia e la religione, la saggezza e l’istruzione: è come un messaggio in bottiglia scritto da un filosofo in carcere che auspica una società solidale e governata dalla concordia. In questa tensione verso l’utopia che sembra redimerci da un presente ostile, l’operetta di Campanella non ha perso di attualità e di pregnanza, e anzi ci stimola alla riflessione sul futuro possibile in una società più giusta.
Vittore Armanni
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
04/12/2015