Pubblichiamo qui di seguito un estratto dal volume Profezie verdi, Fondazione Feltrinelli, Milano 2021, pp. 214-216.
Poiché i Verdi si oppongono a ogni tipo di sfruttamento, sono profondamente coscienti della posizione delle donne nelle società patriarcali. Il ruolo decisivo svolto dalle donne negli organi di rappresentanza a tutti i livelli è segno del radicale abbandono del tradizionale atteggiamento sessista in politica ed è un elemento fondamentale dell’immagine del partito. Tuttavia, nelle analisi che il programma federale fa di settori come il militarismo, l’economia, l’istruzione, la prospettiva femminista è pressoché assente. Tra i Verdi gli uomini ammettono questa carenza e rispondono affermando che stanno estendendo in tutti i comitati eletti e in tutte le liste il principio del 50% a ciascun sesso. Ma questa ci è sembrata una soluzione piuttosto meccanica e non adeguata. Le donne elette sono circa un terzo del totale degli eletti, ma nel 1983 la commissione nazionale contava solo due donne su quaranta membri. C’è poi una scarsa disponibilità da parte delle donne a candidarsi. Ci hanno detto che il motivo di questa resistenza dipende dal fatto che c’è, anche nella politica dei Verdi, qualcosa che rimane all’interno di uno stile aggressivo e competitivo.
Le donne, intervistate, rispondono che gli uomini votano le donne negli organi di rappresentanza per una questione numerica e non legata alle loro specifiche capacità. Per farsi rispettare e assegnare incarichi politici le donne devono “lavorare come uomini”, adottare uno stile di argomentazione aggressivo ed escludere ogni emozione dalle discussioni.
Per questo molte donne nemmeno si iscrivono al partito. La maggior parte di esse non sono interessate al vecchio stile politico che considerano estraneo agli ideali verdi.
Molti uomini concordano ma non sanno suggerire un cambiamento e dicono che il vecchio stile è a volte necessario per una situazione in cui un piccolo partito si trova ad affrontare compiti immensi.
Petra Kelly dice che in particolare “le donne del gruppo verde al Bundestag devono lottare duramente per far prendere in esame questioni fondamentali, riguardanti per esempio l’aborto, o legislazioni di difesa della donna. Una figura maschile forte che operi nel gruppo riesce a trascinare gli altri. Le donne ci cascano meno, mantengono maggiore spontaneità e distacco”.
Un’altra donna, Gabi Potthast, anch’essa in parlamento, dice che “la struttura patriarcale e i ritmi molto intensi fanno sì che i contatti interpersonali siano molto superficiali. Questo fa sentire gli uomini più sicuri. Le donne invece sentono il conflitto e devono cercare di capire fino a qual punto ciascuno degli altri sia coinvolto in questo conflitto. Per questo nelle istituzioni patriarcali accade spesso che donne e uomini si comprendano meglio che le donne tra loro”.
Un’altra parlamentare, Waltraud Schoppe, richiama l’attenzione sul senso di competizione che, tra i Verdi, gli uomini mettono in atto quando devono rispondere a uomini di altri partiti. “Rispondendo colpo su colpo, attraggono su di sé l’attenzione. Come donne, noi preferiamo invece lasciar cadere questo tipo di sfide”.
Marie Luise Beck-Oberdorf parla di un ritardo culturale. “Noi ci portiamo dietro una storia che sa- rebbe stupido cercare di ignorare. È anche difficile “valutare quanto sia forte lo sciovinismo maschile. Anche uomini tranquilli sono spesso sciovinisti, benché non osino manifestarlo nel nostro ambiente. Ci sono certo uomini che vogliono trovare una nuova impostazione ma penso che rimangano sempre combattuti dal fatto di vedere una donna in posizione di primo piano”.
Nonostante queste difficoltà i Verdi sono stati molto attivi nel proporre leggi in favore delle donne, molto più di quanto non abbiano fatto finora gli altri partiti.
“Un femminismo di vasta portata” si va facendo strada tra i Verdi.
La Kelly aggiunge che si stupisce quando sente dire che il femminismo non ha niente a che fare con l’ecologia: “Per me femminismo ed ecologia sono la stessa cosa, un modo olistico di vedere il mondo”.
Foto di copertina di Joe Flood da Flickr.
Profezie verdi è un’antologia di testi che esplora le voci dei primi movimenti ambientalisti e le connette alle ipotesi più avanzate di riformulazione dei modelli economici oggi ancora dominanti.