Milano Unplugged. Inchiesta di una generazione è un progetto (da marzo a ottobre 2022) promosso da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli con Gruppo CAP. Il progetto ha invitato i giovani con età compresa tra i 18 e i 25 anni a far emergere le aspirazioni e a dare voce e slancio alle energie inespresse del loro territorio, quello compreso tra Piazza 24 Maggio e Romolo-Morivione fino ai quartieri della Barona, Abbiategrasso, Stadera, Chiesa Rossa e San Cristoforo. In questo quartiere, in via Rimini 38, sta sorgendo la nuova sede del Gruppo CAP, un luogo che ospita iniziative di coinvolgimento e partecipazione per il quartiere. Milano Unplugged – rivolta attraverso una call for participation a ragazze e ragazzi della zona Sud-Ovest di Milano – è finalizzata alla realizzazione di un racconto audio-visivo sul campo, dando voce a una generazione molto spesso sottorappresentata e poco ascoltata, fornendo gli strumenti necessari per farlo nel migliore dei modi.

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Il progetto

Il progetto – proposto gratuitamente a 15 partecipanti – ha offerto molteplici opportunità. Si è trattato innanzitutto di un’occasione di apprendimento, che ha previsto un periodo laboratoriale di formazione e una successiva esperienza sul campo, attraverso la quale i partecipanti hanno realizzato concretamente un’inchiesta audiovisiva. Durante tutte le fasi del progetto, i partecipanti sono stati affiancati da ricercatori sociali, professionisti nella realizzazione di inchieste ed esperti dell’audiovisivo, acquisendo così nuove competenze in questi ambiti per portare alla luce quelle che considerano le questioni più urgenti e rilevanti delle loro comunità di appartenenza. 

Il percorso formativo ha previsto l’acquisizione sia di hard skill riguardanti le competenze di ricerca sociale e videomaking sia di soft skill, in termini di capacità relazionali e contatti con professionisti del settore. “Milano Unplugged” è stata infatti un’occasione per espandere il network di conoscenze, aprendosi al confronto e al dibattito con altri ragazzi, dando l’opportunità di mettere a fattor comune le idee. Il progetto inoltre, ha offerto la possibilità di portare il punto di vista di giovani che vivono quotidianamente le zone oggetto dell’intervento all’attenzione delle istituzioni locali, rendendo le nuove generazioni protagoniste di un’istanza un cambiamento

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Piano formativo

La fase operativa del progetto si è svolta tra aprile e giugno e in queste principali tappe:

Break out session (marzo): incontro di presentazione delle attività e del cronoprogramma, presso la sede di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

Bootcamp (aprile): laboratori formativi intensivi di tre tipologie propedeutici alla realizzazione del lavoro finale per:

  • comprendere come condurre un’inchiesta sul campo e con quali finalità;  
  • definire le domande di ricerca e il campione a cui saranno sottoposte le interviste;
  • apprendere strumenti e tecniche per la conduzione di inchieste audio-visive.

Realizzazione sul campo: durante il mese di maggio i partecipanti sono stati supportati dagli esperti di cui sopra nella conduzione delle inchieste sul territorio e nella produzione dell’elaborato. I ragazzi hanno intervistato i soggetti prescelti, andando a scavare nelle vite delle persone che abitano il territorio, portando alla luce la loro quotidianità, i loro sogni e le loro fragilità.

Percorso di restituzione: luglio-ottobre. Al termine del percorso le inchieste realizzate verranno presentate alla comunità e alla città, con l’idea di creare un ponte con le istituzioni. L’intenzione è quella di portare i punti di vista dei ragazzi all’attenzione delle autorità, sollecitando un cambiamento attraverso il protagonismo dei più giovani. 

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Con chi

Ester Castano, giornalista professionista, già direttrice di Stampoantimafioso.it, è consigliera dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia con deleghe Giovani, nuovi giornalismi e pari opportunità. Si occupa prevalentemente di cronaca nazionale, con particolare riguardo al tema della criminalità organizzata al Nord. Inizia giovanissima, tra precariato e querele pretestuose, a scrivere di ‘ndrangheta su testate locali, realizzando inchieste nell’hinterland Milanese. Per il suo lavoro ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il premio dedicato al direttore de I Siciliani, Pippo Fava, nel trentennale della scomparsa.

Jacopo Lareno, urbanista progettista, consulente e ricercatore nel campo delle politiche territoriali. È esperto di politiche abitative e di approcci partecipativi alla rigenerazione urbana, accompagnando e sostenendo le reti locali nei processi di attivazione territoriale. È socio di Codici Ricerca e Intervento per cui si occupa di azione locale, ricerca territoriale e sviluppo urbano in contesti marginali. Collabora con il Politecnico di Milano, per cui nell’ambito della ricerca per il programma lacittàintorno di Fondazione Cariplo è autore di “Periferie del cambiamento” insieme a F. Cognetti e D. Gambino. Il suo ultimo libro è “L’ultima Milano – Cronache dai margini di una città” scritto insieme a A. Ranzini per Fondazione Feltrinelli.

Anais Poirot-Gorse, E’ una documentarista francese. Ha collaborato con Radio Popolare e con la radio francese Radio Campus Paris. Mescolando linguaggi come il suono e l’immagine, ha realizzato diversi documentari con il fotografo italiano Nicola Bertasi tra cui Voix de la mer e Api, apicoltori e altre piccole cose importanti. Nel 2014 ha realizzato diversi documentari per la RSI (radio svizzera italiana).

Filippo Romano, fotografo e documentarista di architettura, da anni porta avanti progetti a livello internazionale con attenzione e profonda sensibilità alle città e a chi ci abita. Dopo esser stato anche in Francia, ha deciso di andar via dall’Italia e si é trasferito negli Stati Uniti dove ha studiato fotografia all’ICP di New York e ha iniziato in maniera più sistematica a lavorare in termini documentaristici.

 

Le sessioni di lavoro sono state coordinate con la collaborazione di CoopZero5, sotto il coordinamento di Francesca Tonelli.


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Guarda le due inchieste audiovisive

Di seguito, le due inchieste audiovisive dei ragazzi che hanno partecipato al progetto; la prima, La casa degli altri, riflette sulla qualità dell’abitare in una città che ha fama di essere per molti versi escludente; la seconda, Giorno dopo giorno. Un mondo altro, parte dagli spazi verdi per concentrarsi su un modello di sviluppo più attento all’ambiente, che possa ricucire le fratture tra tempi di vita e di lavoro.