La ricerca scientifica può oggi aprire a nuove opportunità contribuendo al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, a patto che le conoscenze prodotte non restino confinate ai luoghi della ricerca, ma siano valorizzate e condivise all’interno di un ecosistema sensibile all’innovazione e in grado di costruire fiducia nei progressi della ricerca. Se le infrastrutture di ricerca sono importanti, altrettanto lo è il dialogo tra chi vi opera quotidianamente, le attività produttive, la cittadinanza e la sfera politica. Science for All. Come la ricerca scientifica può migliorare il viaggio della vita, percorso di ricerca e divulgazione dedicato alla scienza, affronta – attraverso tre workshop che coinvolgono esponenti della comunità accademica e scientifica, privata e del terzo settore, istituzionale e finanziaria – i temi centrali del rapporto tra scienza e società.
Tre incontri
La salute dei cittadini | Open data | Città e salute |
Ricerca e innovazione per la salute dei cittadini
Il primo incontro si focalizza in particolare su due aspetti. In primo luogo, il miglioramento della comunicazione scientifica attraverso la creazione di piattaforme di divulgazione e disseminazione che possano generare conoscenza diffusa tra la popolazione.
In secondo luogo, la rilevanza del concetto di trasferimento tecnologico. Le scoperte scientifiche da sole non bastano: perché la filiera possa dirsi completa, occorre chiedersi come la scienza della vita possa concretamente migliorare la vita dei cittadini, passando da una trasmissione e una condivisione efficace delle conoscenze scientifiche.
Con l’obiettivo di interrogarsi su una via italiana innovativa alla ricerca scientifica per contribuire al miglioramento della qualità di vita dei cittadini, l’incontro affronta su alcune questioni cruciali, tra cui:
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Quali misure sono presenti in Italia e in contesti nazionali comparabili, volte a far convergere gli interessi della ricerca e i più ampi interessi della società?
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Come creare piattaforme di condivisione del sapere scientifico accessibili a tutti e quali precauzioni adottare per evitare che l’accesso diretto al sapere scientifico produca scetticismo a causa di malinterpretazioni?
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Come governare il trasferimento tecnologico per consentire ad attori economici e sociali di avere aspettative stabili rispetto alla ricerca e favorire percorsi di riforma e ammodernamento sia in ambito pubblico che privato? Quale il ruolo dell’attore pubblico?
Open data e politiche pubbliche
Il secondo incontro, invece, propone una riflessione sulle modalità di accesso, utilizzo e interpretazione dei dati e sul ruolo che questi possono avere, tra impatti e opportunità, nello sviluppo di politiche pubbliche attente alla tutela dell’interesse collettivo.
Come regolare l’accesso e la condivisione di informazioni preziose ma anche altamente sensibili? In una società dove i dati sono sempre più presenti, ma non sempre vengono usati “bene”, come trasmettere ai cittadini la cultura dei dati e altresì promuovere l’educazione al dato in ottica di citizen science? Quanto il decisore pubblico deve orientare le sue scelte in base alle evidenze scientifiche?
Mens sana in urbe sana. Qualità di vita dei cittadini e qualità della città
Le università e le infrastrutture di ricerca delle scienze della vita, stimolate dalle enormi opportunità connesse alla condivisione di dati a livello internazionale e dagli investimenti del settore privato, sono il bacino di produzione dell’innovazione scientifica sul territorio. In che modo è possibile favorire la traduzione di questa innovazione nel contesto cittadino? Un primo nodo da sciogliere sarà dunque sulla capacità della dimensione urbana di recepire l’eccellenza della ricerca e del progresso scientifico, mettendolo a sistema a favore dei cittadini.
Una città sana è una città caratterizzata da un ambiente sociale, naturale e culturale accessibile, nella quale sono oggetto di strategie chiare gli obiettivi di salute, prevenzione e benessere per i cittadini. Se la diffusione di una cultura della salute in tutte le componenti della società viene riconosciuta come una priorità, allora in che modo la pianificazione dello sviluppo urbano potrà integrare i principi di equità nell’accesso ai sevizi di salute e prevenzione? Quali strategie dovranno essere adottate sul lungo periodo nei contesti urbani in grado di fornire risposte resilienti sui temi della salute anche a fronte di shock esogeni?
Di fronte a questo quadro e con l’obiettivo di favorire il dibattito sulla necessità di promuovere lo sviluppo di città sane, nelle quali la ricerca scientifica trova il giusto spazio per contribuire al benessere dei cittadini, ci chiediamo:
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Quale spazio possono trovare le infrastrutture di ricerca delle scienze della vita nella governance locale della salute?
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Quali elementi il decisore pubblico, valorizzando anche gli attori della ricerca, deve tenere in conto nella pianificazione di politiche urbane finalizzate alla tutela della salute e alla prevenzione?
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Quali attori coinvolgere, e a quali condizioni, nella pianificazione di politiche urbane finalizzate alla creazione di un contesto urbano sano e salutare?
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Quali spazi della città possono diventare strategici per una pianificazione urbana attenta alla dimensione della salute, della sua tutela e della prevenzione?