Proponiamo qui di seguito un estratto da Il tempo e l’acqua di Andri Snær Magnason, Iperborea, Milano 2019. Ringraziamo la casa editrice per la gentile concessione.
Quando un sistema crolla, il linguaggio perde ogni presa sul reale. Le parole, invece di catturare cose e concetti come dovrebbero, restano sospese nel vuoto, inapplicabili. Da un giorno all’altro i libri di testo si fanno obsoleti e ogni gerarchia si deforma. Di colpo non sappiamo più trovare termini e concetti che corrispondano alla realtà.
Tra Höfði e la sede della banca c’è un prato con un gruppetto di alberi malconci, sei abeti e un salice lanoso deforme. Sdraiato sotto quegli alberi tra i due edifici a guardare il cielo, mi sono chiesto quale sistema sarebbe stato il prossimo a crollare e quale sarebbe stata la nuova grande ideologia.
Gli scienziati hanno messo in rilievo che il sistema Terra, il fondamento stesso di ogni forma di vita, è prossimo al collasso. Le principali ideologie del XX secolo erano basate sul presupposto che la natura fosse un giacimento inesauribile di materie prime a basso costo.
Ci siamo comportati come se l’atmosfera potesse assorbire all’infinito le nostre emissioni, come se il mare potesse inghiottire tutti i nostri rifiuti, come se il suolo potesse produrre sempre di più grazie a dosi crescenti di fertilizzante, come se le specie animali potessero spostarsi un po’ più in là ogni volta che gli esseri umani occupavano nuovi spazi.
Se le previsioni degli scienziati sul futuro del mare, dell’atmosfera, del clima, dei ghiacciai e degli ecosistemi costieri di tutto il mondo si riveleranno esatte, mi chiedo con quali parole potremo descrivere una questione di tale portata. Quale ideologia potrebbe abbracciare eventi come questi?
Che cosa dovrò leggere? Milton Friedman, Confucio, Karl Marx, l’Apocalisse, il Corano, i Veda? Come potremo dominare i nostri desideri e ridurre il nostro consumismo, che secondo ogni previsione sembrano destinati a mettere in crisi il sistema Terra?
Questo libro è sul «tempo e l’acqua» perché nei prossimi cent’anni si verificheranno dei cambiamenti fondamentali nelle caratteristiche dell’acqua del nostro pianeta. Molti ghiacciai al di fuori delle calotte polari si scioglieranno vistosamente, il livello degli oceani si innalzerà, la temperatura della Terra salirà causando periodi di siccità e inondazioni, e il grado di acidità dei mari cambierà più di quanto sia avvenuto negli ultimi cinquanta milioni di anni. E tutto succederà nell’arco della vita di un bambino che nasca oggi e arrivi ai novantacinque anni, l’età che ha adesso mia nonna.
Gli elementi fondamentali della Terra non seguono più i tempi geologici, ma si stanno modificando al ritmo dell’uomo: ormai si verificano in un secolo evoluzioni che prima avvenivano in centinaia di migliaia di anni. È una velocità che ha la forza del mito: non solo coinvolge ogni forma di vita sulla Terra, ma è il fondamento stesso di ciò che pensiamo, scegliamo, produciamo e crediamo. Riguarda tutte le persone che conosciamo e amiamo.
I cambiamenti che abbiamo davanti sono molto più grandi di quelli cui la nostra mente è abituata, più impegnativi di qualsiasi nostra esperienza precedente, più complessi del nostro linguaggio e delle metafore che utilizziamo per orientarci nella realtà.
Succede qualcosa di simile quando proviamo a registrare i suoni prodotti da un’eruzione vulcanica. Oltre un certo livello, quasi tutte le apparecchiature non distinguono più i singoli suoni e non registrano altro che un ronzio. Ecco, per molti di noi l’espressione «cambiamenti climatici» è come quel ronzio, rumore bianco. È più facile farsi un’opinione su questioni di minore portata, per esempio quando si rompe qualcosa che vale milioni, quando qualcuno spara a un animale o quando un’iniziativa si rivela troppo costosa. Ma quando si tratta di qualcosa di infinitamente grande, di sacro e che oltretutto è il fondamento della nostra esistenza, non abbiamo una reazione proporzionata. È come se il cervello non riuscisse a comprenderne le dimensioni.
È il ronzio che ci inganna. Sui giornali leggiamo espressioni come «scioglimento dei ghiacciai», «temperature record», «acidificazione degli oceani», «aumento delle emissioni» e crediamo di capirle.
Ma se gli scienziati hanno ragione, queste parole dicono qualcosa di più grave di tutto quello che è accaduto fino a oggi nella storia dell’uomo. Se le capissimo fino in fondo, dovrebbero avere un impatto immediato sul nostro comportamento e sulle nostre decisioni. È probabile invece che il 99 per cento del loro significato si perda in un ronzio.
Foto di Annie Spratt su Unsplash.
Foto dell’autore di Bengt Oberger.