Non solo storia – Calendario Civile \ #24aprile1921
Discorso alla camera / Leggi il testo completo in PDF
Testo del discorso pronunciato nella tornata del 21 giugno 1921 mentre si discuteva su l’indirizzo di risposta al discorso della Corona. Due i temi del discorso: 1) posizione del Fascismo di fronte agli altri Partiti; 2) critica alla politica italiana nell’Alto Adige e alla politica estera del Conte Sforza. Le citazioni carducciane sono dall’ode: «Alla città di Ferrara» (in Rime e Ritmi) dall’ode «Per Eduardo Corazzini» e da quella «Per Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti» (in Giambi ed Epodi).
Non mi dispiace onorevoli colleghi di iniziare il mio discorso da quei banchi dell’estrema destra dove nei tempi in cui lo spaccio della Bestia trionfante aveva le sue porte spalancate ed un commercio avviatissimo nessuno osava più sedere.
Vi dichiaro subito con quel sovrano disprezzo che ho di tutti i nominalismi che sosterrò nel mio discorso tesi reazionarie.
Sarà quindi il mio discorso non so quanto parlamentare nella forma ma nettamente antidemocratico e antisocialista nella sostanza (approvazioni all’estrema destra) e quando dico antisocialista intendo dire anche anti-giolittiano (ilarità) perché non mai come in questi giorni fu assidua la corrispondenza d’amorosi sensi tra l’onorevole Giolitti e il gruppo parlamentare socialista. Oso dire che fra di essi esiste il broncio effimero degli innamorati non già l’irriconciliabilità irreparabile dei nemici.
Ciò non ostante ho la immodestia di affermare che il mio discorso può essere ascoltato con qualche utilità da tutti i settori della Camera. In primo luogo dal Governo il quale si renderà conto del nostro atteggiamento verso di lui; in secondo luogo dai socialisti i quali dopo sette anni di fortunose vicende vedono innanzi a sé nell’atteggiamento orgoglioso dell’eretico l’uomo che essi espulsero dalla loro chiesa ortodossa. D’altra parte essi mi ascolteranno perché avendo io tenuto nel pugno le vicende del loro movimento per due anni forse nel loro cuore ci sono anche delle segrete nostalgie. (Commenti).
Potrò essere ascoltato con interesse anche dai popolari e da tutti gli altri gruppi e partiti. Infine poiché io mi riprometto di precisare alcune posizioni politiche e oserei dire storiche di quel movimento così complesso e così forte che si chiama fascismo può darsi che il mio discorso provochi conseguenze politiche degne di qualche rilievi.
Vi prego di non interrompermi perché io non interromperò mai nessuno e aggiungo fin da questo momento che farò un uso assai parco in questo ambiente della mia libertà di parola.
vengo all’argomento.
Nel discorso della Camera voi onorevole Giolitti avete fatto dire al Sovrano che la barriera alpina è tutta in nostro potere. Io vi contesto l’esattezza geografica e politica di questa affermazione. A pochi chilometri da Milano noi non abbiamo ancora a difesa della Lombardia e di tutta la valle del Po la barriera alpina. Tocco un tasto molto delicato; ma d’altra parte in questa Camera e fuori tutti sanno che nel Canton Ticino che si sta tedeschizzando e imbastardendo affiora un movimento di avanguardie nazionali che io segnalo e che noi fascisti seguiamo con viva simpatia.
Che cosa fa il Governo presente per difendere la barriera alpina al Brennero e al Nevoso? La politica seguita da questo Governo per ciò che riguarda l’Alto Adige è quanto di più lacrimevole si possa immaginare.
L’onorevole Credaro avrà i numeri per governare un asilo infantile (ilarità) ma io nego recisamente che abbia le qualità necessarie e sufficienti per governare una regione mistilingue dove il contrasto delle razze è antico e acerbissimo.
Altro responsabile della situazione difficile che gli italiani hanno nell’Alto Adige è il signor Salata. Egli ha regalato il Collegio di Gorizia agli sloveni e ha regalato quattro deputati tedeschi alla Camera italiana.
Del resto l’onorevole Credaro appartiene a quella categoria di personaggi più o meno rispettabili che sono schiavi dei cosiddetti immortali principi i quali consistono nel ritenere che ci sia un solo Governo buono in questo mondo che esso sia applicabile a tutti i popoli in tutti i tempi in tutte le parti del mondo.
Mi permetto di esporre alla Camera i risultati di una mia inchiesta personale sulla situazione dell’Alto Adige.
Il movimento politico antitaliano nell’Alto Adige è monopolizzato dal «Deutscher Verband» il quale è la emanazione dell’«Andreas Hoferbund» che ha sede a Monaco e che rivendica quale confine tedesco non già la stretta di Salorno ma la «Bern Clause» o Chiusa di Verona.
Ora il signor Credaro è responsabile della propaganda pangermanista nell’Alto Adige perché ha avallato prefazionandolo un libro dove si dice che il confine naturale della Germania è ai piedi delle Alpi verso la valle del Po.
Nei primi tempi immediatamente dopo l’armistizio della occupazione militare il movimento italofobo non fu possibile ma da quando per somma sventura sulla seggiola di governatore si pose l’onorevole Credaro i rapporti cambiarono immediatamente; e alla sottomissione sorniona si sostituì l’insolente arroganza di gente che negava la disfatta austriaca e covava nell’animo le ardenti nostalgie degli Absburgo. La fiera campionaria fu voluta dalla Camera di Commercio di Bolzano nido di pangermanisti con esclusione di ditte italiane tanto vero che gl’inviti furono fatti solo in lingua tedesca e durante il periodo della fiera una banda bavarese in costume suonò continuamente.
Vengo ai fatti del 24 aprile quando una bomba fascista giustamente collocata a scopo di rappresaglia e per la quale rivendico la mia parte di responsabilità morale segnò il limite al di là del quale il fascismo non intende che vada l’elemento tedesco.
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