Cile 1973

Da Allende alla dittatura nei documenti di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Cronologia generale

1908

Salvador Allende Gossens nasce a Valparaiso, in Cile, il 26 giugno 1908 da una famiglia benestante. Studia e si laurea in medicina e sin da giovane prende intensamente parte alla vita politica del suo paese. Esercita dapprima la professione di medico, è massone, ma anche appassionato marxista ed acuto critico del sistema capitalista, tanto da dedicarsi sia alla professione di medico che all'attività politica.

1933

Nel 1933 è tra i fondatori del Partito Socialista Cileno; nel 1938 viene eletto deputato e successivamente nel 1942 ministro della Sanità; nel 1945 diventa senatore poi Presidente del Senato. Nel 1952, Allende si candida per la prima volta alla carica di presidente della Repubblica con l’appoggio del Partito Socialista e del Partito Comunista, arrivando quarto su quattro candidati.

Nel 1958 corre di nuovo per palazzo de La Moneda ma, pur avendo triplicato i voti rispetto alla tornata precedente, viene sconfitto dal candidato conservatore, Jorge Alessandri Rodríguez. Stessa cosa avviene alle presidenziali del 1964, quando a conquistare la carica di presidente è Eduardo Frei Montalva, esponente del Partito Democratico Cristiano del Cile.

Nel 1968 Allende si adoperò per salvare i sopravvissuti della spedizione fallita di Ernesto Che Guevara in Bolivia, consentendo loro di tornare a Cuba; inoltre venne in possesso del diario personale di Guevara, redatto nei giorni precedenti alla sua morte, e lo spedì a L'Avana.

1970

Nel 1970 Allende si candida per la terza volta alle presidenziali Cilene come leader della coalizione Unidad Popular, formata nel dicembre 1969 per rimpiazzare il Frente de Acción Popular e comprendente tutti i partiti della sinistra: socialisti, comunisti, radicali e cattolici di sinistra. Comprendeva la maggior parte dei partiti di sinistra e di centro-sinistra cileni come il Partito Socialista Cileno, il Partito Comunista del Cile, il Partito Radicale e il Movimento d'Azione Popolare Unitario (quest'ultimo generatosi dalla fuoriuscita dei componenti dell'ala sinistra della Democrazia Cristiana cilena). Tuttavia ottenne l'appoggio anche dalla Federazione dei Sindacati Nazionali e dalla CUT (Central Única de Trabajadores).

Il 4 settembre del 1970, Allende vinse con il 36,3% dei voti, superando di soli 40 mila voti Jorge Alessandri, l’esponente della destra, e lasciando a distanza quello democristiano, Radomiro Tomic.

Tuttavia, la Costituzione prevedeva che, in assenza di maggioranza assoluta, fosse il Parlamento – dove Unidad Popular era in minoranza – a scegliere tra i due candidati più votati. Fu in questa fase che si inserì il tentativo della destra politica e del governo statunitense di impedire in tutti i modi la sua ascesa alla presidenza.

La morte del Capo di Stato Maggiore dell’esercito, René Schneider, ad opera di cospiratori di destra sostenuti dalla CIA, suscitò grande emozione in tutto il paese e spinse il Partido Demócrata Cristiano (PDC) di Eduardo Frei Montalva (alla guida del governo uscente) ad abbandonare ogni riserva sulla nomina del leader socialista.

Il 4 novembre del 1970 Allende fu proclamato Capo dello Stato.

Appena presedente sottoscrive l'accordo UP CUT il quale stabilisce la partecipazione dei lavoratori in tutta la sfera della società civile. Comincia, quindi, ad applicare un piano economico redistributivo e prepara la creazione del Área de Propriedad Social (APS).

1971

Tra gennaio e febbrario del 1971, la riforma agraria è accelerata di fronte alla grande pressione dei contadini, specialmente a Temuco e Cautín: Allende organizza il trasferimento del ministero dell'Agricoltura in quella zona. La nazionalizzazione di 11 tra banche e aziende inizia insieme alla distribuzione di mezzo litro di latte al giorno per ogni bambino, come parte delle "Prime 40 misure". Il Congresso del PS si tiene a La Serena, nomina Carlos Altamirano segretario generale e ratifica l'orientamento radicale del socialismo.

Il 21 maggio, Allende tiene il suo primo discorso davanti al Congresso, noto come quello della "Via cilena al socialismo". L'8 giugno, l'ex democristiano Edmundo Pérez Zújovic viene assassinato da un confuso gruppo terroristico di sinistra. Sebbene il governo indaghi rapidamente e trovi i colpevoli, il fatto interrompe l'alleanza UP-DC. I settori di sinistra abbandonano la Democrazia Cristiana e si uniscono a UP.

Il 15 luglio, il Congresso approva la nazionalizzazione del rame e approva un emendamento costituzionale che sancisce «la proprietà assoluta, esclusiva, inalienabile e imprescrittibile» da parte dello Stato sulle risorse minerarie del Cile. Durante il mese di ottobre, poi, Salvador Allende presenta una proposta di legge su "Aree dell'economia e partecipazione dei lavoratori", dove propone la creazione di tre aree di proprietà: sociale, mista e privata. Il progetto non è accettato dal Parlamento e la DC le oppone contro un'altra proposta, la "Hamilton-Fuentealba", che viene successivamente approvata. La discussione sull'APS costituirà la divergenza incolmabile tra la DC e l'UP.

Il 10 Novembre Fidel Castro compie il suo primo viaggio diplomatico nel Cile di Allende. Vi si tratterà per tre settimane.

1972

A febbraio si hanno i primi segnali di crisi economica. Allende incontra i leader di UP e i tecnici del governo al conclave di Arrayán per discutere di cambiamenti nella politica economica. Poi passa alla nazionalizzazione del settore finanziario e delle imprese più importanti. Non avendo una maggioranza parlamentare, l’esecutivo attua il progetto acquistando direttamente le azioni sul mercato o ricorrendo a una legge mai applicata, che consente di intervenire in stabilimenti considerati di pubblica utilità che abbiano interrotto la produzione o non stiano funzionando normalmente.

A marzo, il giornalista americano Jack Anderson denuncia la cospirazione di ITT e CIA contro l'ipotesi di Allende nel 1970.

Nel mese di giugno, di fronte alla crescente crisi e all'emergere di conflitti per il lavoro, l'UP si riunisce a Lo Curro. L'ala più radicale del governo propone "di avanzare senza compromessi", Allende e il Partito comunista promuovono una linea moderata che consente il dialogo con la DC.

In agosto, si costituisce un'alleanza dei partiti di opposizione, in vista delle elezioni legislative del marzo 1973. Durante questo mese e i seguenti, vi sono lo sciopero dei commercianti e degli imprenditori dei trasporti e le azioni del gruppo di estrema destra Patria y Libertad. Allende dice che, se necessario, userà la forza per difendere la rivoluzione cilena.

A settembre, l'UP denuncia un piano per far precipitare il paese nella guerra civile e invita a formare comitati contro il fascismo e la sedizione. Inizia lo sciopero dei camionisti.

Nel mese di ottobre, ci sono ancora scontri tra sostenitori di UP e avversari e attacchi e sabotaggio da parte di Patria e Libertà. Il governo decreta lo stato di emergenza.

In novembre, Allende parla davanti alle Nazioni Unite e denuncia l'aggressione dei monopoli internazionali contro il Cile. Ottiene sostegno politico e alcuni aiuti economici dai paesi socialisti. La crisi economica sociale sta peggiorando. Cominciano negli Stati Uniti negoziati per rinegoziare il debito estero e pagare compensi alle imprese di rame nazionalizzate.

1973

Il 4 marzo, l'UP ottiene il 43,4% alle elezioni legislative, chiudendo la possibilità di rovesciamento costituzionale a cui l'opposizione aspirava. Allende, tuttavia, non riesce ad allineare le parti della coalizione. I militari lasciano il governo e intraprendono dei negoziati con gli Stati Uniti senza raggiungere accordi.

Ad aprile, inizia lo sciopero dei minatori di El Teniente, che durerà 70 giorni. E a Maggio, durante il suo terzo messaggio presidenziale, Allende mette in guardia sui pericoli che minacciano la democrazia e la pace.

Il 29 giugno, un reggimento corazzato comandato dal colonnello Souper, il Tanquetazo, tenta un colpo di stato. Le forze militari iniziano ad applicare la legge sul controllo degli armamenti, approvata dall'opposizione nell'ottobre del 1972. Il blocco parlamentare è totale.

Negli Stati Uniti il senatore Church pubblica il rapporto sulle attività destabilizzanti di ITT e CIA in Cile.

Nel mese di luglio, con la mediazione del cardinale Silva Henríquez, Allende cerca di dialogare con la DC ma i suoi tentativi falliscono; il dialogo Allende-Aylwin non produce risultati. La crisi economica, l'inflazione e la scarsità sono accentuate. Aumentano le azioni terroristiche di Patria e Libertà. Il 27, l'aiutante di campo del presidente della marina, il comandante Arturo Araya, viene assassinato.

Ad agosto, lo sciopero dei camionisti riprende e anche i medici scioperano. Il 22 agosto, la Camera dei Deputati dichiara che lo Stato di diritto è infranto e il governo illegittimo. Il 23, il generale Prats si dimette dal comandante in capo delle Forze Armate e viene sostituito da Augusto Pinochet. Il 28, Allende forma un nuovo governo nazionale per la salvezza, che riceve critiche dal PS.

Il 1 settembre, il Comando Nacional de Gremios, un coordinamento delle organizzazioni dei datori di lavoro, chiede un'offensiva nazionale contro il governo. Il 4, terzo anniversario dal trionfo dell'UP, manifestazioni si svolgono in tutto il paese; a Santiago, diverse centinaia di migliaia di persone sfilano per l'ultima volta davanti al presidente Allende. Il 9, Altamirano denuncia il colpo di stato; Si oppone al dialogo con l'opposizione e chiede di combattere con tutti i mezzi.

Il 10 settembre, Allende indice una riunione straordinaria dei ministri. Di fronte all'insostenibile crisi istituzionale, decide di chiamare un plebiscito e così informa i militari. Su richiesta di questi, posticipa l'annuncio pubblico fino al 12 settembre. Di notte, riceve notizie sulla mobilitazione militare, che è negata dal comando supremo. Gli ultimi incontri con leader, consulenti e amici si svolgono nella notte tra il 10 e il mattino dell'11, nella residenza di Tomás Moro. L'11 settembre alle 7:40 l'11 settembre Allende entra nel palazzo presidenziale. A mezzogiorno inizia il bombardamento de La Moneda. Allende respinge ripetutamente l'offerta di esilio; combatte con la sua guardia e collaboratori.

11 settembre

6:00 a.m. – Salvador Allende viene informato che la Marina si è impadronita della città di Valparaíso.

7:30 a.m. – Allende giunge alla Moneda. Cerca inutilmente di mettersi in contatto con i comandanti in capo delle Forze Armate.

7:55 a.m. – Attraverso Radio Corporación, il presidente comunica alla nazione che è in atto una sollevazione contro l’esecutivo.

8:15 a.m. – Allende si rivolge nuovamente alla nazione, invitando i lavoratori a restare in allerta ai rispettivi posti di lavoro in attesa di ulteriori informazioni.

8:30 a.m. – I militari golpisti dichiarano deposto il governo “illegittimo” di Allende, il quale, sempre via radio, afferma la sua irrevocabile decisione di resistere a costo della vita pur di difendere il paese, la sua tradizione, la Costituzione.

8:45 a.m. – Allende informa il popolo che è in corso un colpo di Stato al quale sta partecipando la maggioranza delle Forze Armate. E ribadisce la sua volontà di non arretrare di un passo: avrebbe lasciato la Moneda solo al termine del mandato che il popolo gli aveva conferito.

9:03 a.m. – Attraverso Radio Magallanes, Allende si rivolge per la penultima volta ai suoi concittadini, mentre cacciabombardieri sorvolano il palazzo presidenziale: il popolo cileno non deve cadere nelle provocazioni ma neanche lasciarsi massacrare; deve difendere le sue conquiste e il diritto a costruire una vita degna e migliore.

9:10 a.m. – Ultimo discorso di Salvador Allende: «Sicuramente questa sarà l’ultima opportunità in cui posso rivolgermi a voi. […] Trovandomi in questa tappa della storia, pagherò con la vita la lealtà al popolo. «E vi dico con certezza che il seme affidato alla coscienza degna di migliaia di cileni, non potrà essere estirpato completamente. Hanno la forza, potranno sottometterci, ma i processi sociali non si fermano né con il crimine né con la forza. «La storia è nostra e la fanno i popoli. «[…] Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. «Sappiate che, più prima che poi, si apriranno di nuovo i grandi viali per i quali passerà l’uomo libero, per costruire una società migliore. «Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! «Queste sono le mie ultime parole e sono certo che il mio sacrificio non sarà invano, sono certo che, almeno, sarà una lezione morale che castigherà la fellonia, la codardia e il tradimento.»